Squillano i
colori. Annunciano il levar del sole, il risveglio del bosco. La
notte è finita. Comincia un nuovo giorno. Tutto dedicato a
Pippo. A Pippo che è un pettirosso. E si chiama proprio così: Pettirosso
Pippo.
Giorno di
grandi eventi, quello messo in terra, giorno di colori vividi,
decisi a impregnar di sé le pagine in cui un Altan di grande
smalto svolge la sua canzone.
Di mantello
blu, fondo come di velluto, di cuore molto rosso, tanto da
trapassare quel colore alle piume esterne, nuovo come il giorno
appena sorto, Pettirosso Pippo, come un bambino stupefatto, vola
a esplorare il mondo. Il suo mondo è il bosco.
E’ lì che
Pippo incontra un gatto grosso e maldisposto, delle rane
permalose e risentite, un gallo tronfio, un’ape dispettosa, un
fiore gentile.
Per ciascuno di
essi, un sipario aperto, a rivelare colori, caratteri, umori,
impressi su una pagina di indelebile espressività.
Giorno
importante, quello che s’è levato per il pettirosso, giorno
di alcune imprese e grandi insegnamenti.
Agli animali
frivoli e vanesi che vantano la loro abilità nel canto e lo
deridono perché non
sa fischiare, Pippo oppone ogni volta la sua sola abilità: lui
sa volare.
E quindi vola
dalla mamma. Ma attraversando il bosco durante il temporale
Pippo si perde. Rifugio decisivo quello che gli offre il merlo.
Aldo, maestro di grande competenza, di capacità finissima
nell’intendere l’infanzia, gli insegnerà a fischiare.
Grande la meraviglia del gatto, delle rane, dell’ape, del
fiore; persino il gallo superbo deve ammettere e convenire.
Quel fischio lo
riconosce subito sua mamma, che gli vola incontro, e lo scorta
al loro nido.
Ancora una
volta, nell’abituale circolarità del classico, si chiude la
vicenda. E’ notte, ancora una volta splendono le stelle
concludendo il giorno.Vegliano alte, sull’albero dove è
posato il nido in cui dorme i suoi giusti sonni Pettirosso
Pippo.
Francesco Altan,
Pettirosso Pippo, Emme Edizioni, 2003, p.34, € 11,50
|