Sono i libri con figure, che esigono un insieme dialogante:
mamma con bambino, l'uno in braccio all'altra, l'uno accanto
all'altra. La mamma legge le parole, il bambino segue le figure.
Questo è il libro che si fa leggere da chi ancora non sa
leggere; per quel bambino, il libro è questo.
Di più. Questo è il libro che rappresenta per quel bambino il
quadro dipinto dal pittore; è su queste pagine che si esercita
il primo sguardo al bello; è questa la prima galleria che
introduce all'arte.
Di più. Questo è il primo libro delle fiabe. E' da lì che
transitano fate e streghe eroi e mostri, i personaggi di
una tradizione favolistica.
E di più, e ancora, e soprattutto, è da lì che passano, per la
prima volta, personaggi della vita d'oggi. E, a guardarli
proprio bene, assomigliano tanto ai bambini, ai grandi, ai
vecchi, che popolano le nostre vie e le nostre case.
Classici d'infanzia, tramutati in libri appena usciti da rapinose
illustrazioni, nomi importantissimi di scrittori, illustratori,
poeti; pop-up ingegnosi, marchingegni sbalorditivi applicati ai
volumi, albi illustrati, in cui immagini e parole si corrispondono
con impareggiabile necessità.
Per
amore di precisione: 39,7 x 60,0. L’abbiamo misurato il librone di
Scarry. Alto come il bambino cui è destinato (“da 3 anni”).
S’intitola La più grande enciclopedia a figure. Prende in
considerazione tutto lo scibile consentito all’età.
E come lo considera? Ma alla maniera di Scarry! Mette in gioco quel
suo metodo infallibile: da 3 a 6 anni: leggere per immagini.
Prima le figure.
Come si chiamano le figure che vedi? Si chiamano: “casa”,
“autopompa”, “carro attrezzi”… e sapone, vasca, asciugamano e…
Sandrino, Zigo Zago, Lillo e Cirillo… Sono loro i personaggi buffi,
teneri, rissosi o accomodanti, furbi, stupiti, ingenui, capricciosi,
sbadati, che accompagnano i bambini (cui inevitabilmente somigliano)
nell’avventura di apprendere e conoscere, progressivamente fino alle
soglie della scuola, imparando a leggere da soli.
Loro - il gatto Sandrino, il verme Zigo Zago, la maestra Dolcina, il
fruttivendolo Gatto, il maiale Sansovino, il Gorilla Banana, il
sergente Multa, gli onnipresenti pompieri…, e ogni altra figura in
commedia, richiesta dal contesto del racconto - , mettono in scena
una vita quotidiana fatta di piccoli riscontri, che vanno a toccare,
a seconda della recita, molti degli aspetti noti al bambino
(attendono di essere denominati) altri, più lontani, (attendono di
essere appresi).
Così succede in tutti i libri di Richard Scarry (Boston, 1919 -
Gstaad, 1994) figurinista eccelso e maestro impagabile, che ha
lasciato una eredità preziosa a molte generazioni di bambini.
Così succede anche in questa enciclopedia. Tanto grande da farne anche casetta per i più piccoli e entrarci
dentro, che mette in copertina Sandrino e Zigo Zago. Saranno loro i
mentori di questo viaggio. Partono dall’alfabeto i due piccini, il
gattino e il vermiciattolo, per poi fermarsi in molte stazioni.
Raggiungono i numeri, fanno sosta nella casa della famiglia
Porcellini, si concedono una divagazione in macchina con la famiglia
Gatto, indugiano con Sansovino, l’imbianchino, fra barattoli di
colori; assistono allo spettacolo di un porcello un po’
esibizionista (“questo sono io”); s’imbattono nelle “forme,
dimensioni, contrari”; sperimentano le regole (“cosa si può fare e
cosa no”).
Ogni tappa è una scoperta: si apprendono i nomi delle cose e delle
azioni: si impara e, implicitamente, si assimilano i primi concetti
del vivere civile. Giocando, partecipando e ridendo.
N.B. Allegata al volume, una shopper gigante, di tela
robusta, decorata dai disegni dei personaggi che popolano il mondo
di Scarry. Potrebbe contenere il libro, potrebbe entrarci un
bambino. L’uso raccomandabile è di farne un contenitore per
raccogliere i giochi.
Richard Scarry, La più grande enciclopedia a figure,
Mondadori (“Libri di Richard Scarry”), 2011, € 28,00
Desideri,
raccolti in catalogo, che si possono esaudire facendo ricorso alla
fantasia. Sono “straordinari”, perché esulano dall’ordine consentito
alle cose del mondo. Eppure sono lì, in bella mostra sulla carta,
allettanti come nessuna pubblicità. Esibiscono il loro strillo, che
promette più di quanto si veda, adombrando mirabolanti alchimie di
moltiplicazione. E, accanto, un disegno d’autore a illustrarli. Sono
regali. Di idee. Divertentissimi, surreali.
Si materializzano con il concorso di un gruppo di disegnatori
francesi (Nathalie Choux, Elisa Géhin, Mandana Sadat, Rémi Saillard)
già incontrati, già apprezzati. Che volentieri si prestano al gioco.
Il gioco de Il libro dei regali straordinari trae le sue
convinzioni da un assioma semplice semplice: “I regali che fanno
sognare di più sono quelli che non esistono”. Partendo da questa
premessa si glissa nella più azzardata invenzione.
A ben vedere, “il libro dei regali straordinari” accorda
legittimazione a fantasie infantili ampiamente diffuse (un cane
enorme che si possa cavalcare, un anello che preannunci bel tempo o
pioggia, cambiando il suo colore, un biglietto per la giostra valido
per tutta la vita, una pozione magica che dà gusto di caramella ai
cibi che non piacciono, un comodino da notte mangiamostri, un giro
sulla slitta di Babbo Natale, delle ali per volare e delle pinne per
nuotare, un robot per riordinare la cameretta… ). Ma il libro lascia
spazio anche a più sottili trovate che possono incontrare il gusto
degli adulti (con inversione di significato e paradossi).
Più che un gadget, questo bel volume sembra prendere le distanze da
uno sfrenato consumismo in tempi di regalo, come può essere il
Natale. Dando valore al gioco. Sollecitandolo in un rimbalzo di idee
che passano dal bambino al genitore, in una imitazione del modello
fornito, che può moltiplicarsi a piacimento, in gara con il libro.
Il libro dei regali straordinari, EDT – Giralangolo, 2011, 92
p., € 17,50
Cartonato
robusto, una finestra per copertina. S’affacciano un tigrotto, un
rinoceronte, un coccodrillo; alle loro spalle una giraffa e un
elefante completano il quadro. E ancora, sillabe in libertà, appese
a un muso, a una proboscide, impigliate in un corno. Se spingi la
linguetta di lato, si ricompongono. Gli animali si muovono ed
esibiscono il titolo del loro libro: Animali.
Ma non sai ancora cos’altro t’aspetta. Gira la pagina. Un mondo di
meraviglie, escogitate dalla cartografia, fa muovere figure
bellissime dotate di chiome lanose, e seriche orecchie, prima di
avviarti ad altre sorprese, ordinate, catalogate.
“Testa”: lanosa, pelosa (di chi?); “becchi”: curvi, allungati;
“collo”: lungo, corto, collarino…; “orecchie”: da toccare, da tirare
e bocche che urlano, mordono, affondano, rodono…lingue che leccano,
lavano, coccolano; nasi, nasini, nasoni; occhi chiusi, aperti,
furbi, attenti…
Ogni voce è intestata a parti del corpo degli animali raffigurati,
dei quali non viene rivelato il nome. E’ ovvio (non c’è qualche
incertezza?) che mamma papà, o chi per essi, li riconosca, si tratta
comunque di “presentarli” al bambino, di farglieli conoscere questi
stupefacenti animali (prelevati dal cortile, dallo stagno, dal
bosco, dalla giungla, dalla savana).
Coinvolgendo i sensi del bambino e rendendolo partecipe (tocca le
pagine, odora, accarezza, tira la linguetta -pop-up!-: si schiudono
uova, sventolano orecchie, si spalancano bocche, si aprono e
chiudono occhi) lo si incentiva a risalire dalla parte al tutto, a
conoscere l’animale per intero, ripreso sulla pagina in situazioni
sociali, con i propri simili o in formazione mista, quando gioca,
dorme, coccola i suoi piccoli.
Non sono intenti “scientifici” quelli che guidano l’autore, certo ci
sono anche quelli ma un po’ più “impliciti”, vista la destinazione
del libro; evidente è invece la voglia di gioco, che include nel
novero degli amici dei bambini “la banda degli animali”, così come
viene presentata in una sorpresa finale, che ribalta (letteralmente
“ribalta”: vedere!) l’immagine che raggruppa per una istantanea
tutti gli esemplari dispersi nelle pagine.
Mattew Van Fleet, l’autore di tanta meraviglia, lavora nel campo
dell’editoria di libri per bambini da una ventina d’anni. I suoi
libri hanno raggiunto il primo posto nella classifica dei
bestsellers del New York Times e hanno venduto oltre 1.300.000
copie.
Mattew Van Fleet, Animali, Ape Junior, 2011, € 16,90
Sagome
bianche – un elefante, con la zampa innalzata, pressoché danzante;un
orso, che solleva il suo cilindro rosa in un gesto di saluto; un
cagnolino con un collarino dello stesso colore del cilindro
dell’orso che, eretto, porta alla bocca una tromba giallo oro –
annunciano, in copertina, che il circo si apre e dà inizio al suo
“giro”: Magique circus tour è un libro animato.
Bambine e bambini ai vostri posti, voltate le pagine: un vero
spettacolo inizia. Così, il circo non l’avete mai visto. Immaginate
una giostra che dia luogo al suo carosello. Cinque stanze
spettacolari ruotano, sotto il nostro sguardo stupefatto, ad esibire
numeri sbalorditivi. Cinque scene animate: in un gioco d’ombre, di
luci, di colori, a filo pagina, acrobati, clown e animali si mettono
a girare, danzare, saltare, rivelando ogni volta una nuova scena a
sorpresa.
Prima scena: “Gran parata con Gegè in bicicletta” (Gegè, il
cagnolino della copertina) che segue “1 elefante”; Seconda scena:
“Ecco a voi i clown equilibristi! (2 clown)”: Gegè al centro,
precario su un trespolo, ai lati un allegro pagliaccio e un mesto
pierrot; Terza scena: “Ammirate le Amazzoni Acrobatiche! (3
Amazzoni)”: evoluzioni sul cavallo per due sgambettanti signorine,
l’altra, domatrice, al centro, fa roteare minacciosamente la frusta;
Quarta scena “E ora, il fantastico Numero Polare! (4 acrobati)”:
uomini, donne, orsi (polari, ovviamente), reciprocamente, si fanno
volteggiare in disinvolte esibizioni, sotto lo sguardo sornione
dell’orso con cilindro rosa e bastone in tinta, che dalla copertina
è slittato in questa scena; Quinta scena: “Gran Finale, il Fiero
Domatore (5 belve, di cui una è il piccolo Gegè”): non c’è
descrizione che tenga, è tutta da vedere.
Facciamoci coinvolgere dallo spettacolo, che conclude le sue
fantasmagoriche trovate facendo combaciare a stella la prima di
copertina e l’ultima, in modo che il circo, a lettura compiuta, si
riveli per intero.
Ammiriamo l’opera di un grande creatore di pop-up, che non trascura,
in accordo con Sophie Strady, autrice del testo, una finalità
essenziale nel dare corpo ai suoi “giocattoli”. Divertiti e impara
bambino! Che cosa ci starebbero a fare quei numeri sottolineati in
cifra, che s’inseriscono nella sceneggiatura minima, che pure c’è,
se non a insinuare fra “numero” al circo e numero sulla pagina la
possibilità di apprendere a contare?
Di Gérard Lo Monaco, decoratore, marionettista, grafico, disegnatore
ed editore, che passa da un ruolo all’altro, con gran talento,
seguendo il filo di occasioni avventurose, sia che gli vengano
offerte, sia che siano create da lui medesimo, conoscevamo alcuni
lavori. Con le edizioni Hélium, si era adoperato al successo di
Popville (60000 esemplari a tutt’oggi), perfezionando
tecnicamente e graficamente il progetto di Anouck Boisrobert e di
Louis Rigaud, che abbiamo visto in Italia (e recensito su questa
rivista), uscito da Corraini nel 2009.
Avevamo anche visto, da Salani, la versione italiana del libro
animato di Gallimard Jeuness, L’uomo che piantava gli alberi
di Jean Giono.
Segnaliamo con piacere, oggi, quest’altra complessa creazione,
realizzata con il contributo di altri professionisti, che arriva in
Italia alla vigilia di Natale, giusto in tempo per doverosi
festeggiamenti.
Magique circus tour - un libro animato,
Illustrazioni e progetto cartotecnico di Gérard Lo Monaco, testo
originale di Sophie Strady, progetto grafico Les Associés réunis,
Franco Cosimo Panini Editore, 2011, € 22,00
Officina
Libraria è una casa editrice internazionale, specializzata nella
pubblicazione di libri e cataloghi d’arte. Quest’anno, l’editore ha
deciso di dar vita a “LO editions”, un marchio dedicato ai bambini,
che apre la sua nuova linea con Matilde e Orso, titolo
vincitore del Children’s book Council of Australia 2011.
Le autrici, Jan Ormerod e Freya Blackwood, hanno entrambe una
formazione accademica nell’ambito degli studi d’arte e della
comunicazione visiva, ed entrambe hanno avuto ottimi riscontri di
critica e pubblico con le loro opere, scritte e disegnate per i
bambini.
Nell’albo illustrato, Matilde e Orso, cinque episodi,
raccontati per parole e immagini, che si corrispondono con
ineguagliabile finezza, mettono in scena vicende che vogliono
datarsi fin dall’ingresso che le spalanca (1882- seppur sfumato ma
visibile, in copertina). Anche se nulla, a parte l’abbigliamento
deliziosamente demodèe della bambina, e l’aura di fiaba che pervade
ogni racconto, potrebbe suggerire un tempo.
Perché fra le pagine di questo libro, è messa in scena la vicenda
dell’infanzia.
Matilde è un “carattere” riscontrabile in ogni bambino. Orso, che le
fa da spalla, l’ideale mamma/amico, pronto a soddisfare i suoi
voleri.
S’incamminano i due personaggi, inseparabili nelle pagine del loro
progressivo rivelarsi, accompagnati da una schiera di giocattoli,
muti testimoni di una straordinaria vicenda quotidiana.
Dialoghi e disegni, di preciso incidersi, svolgono umori,
sentimenti, uscite da piccoli conflitti domestici, messi bene in
luce da immagini in sequenza, che conducono la loro indagine fra le
minuzie indispensabili dei particolari e le superbe prove d’autore,
di matite e acquerelli.
Matilde (piccola, deliziosa, dispotica e spaventata se solo un
imprevisto contraria la sua precaria sicurezza) e Orso (cui non fa
difetto un provvidenziale sense of humour nel far fronte agli umori
della bambina) offrono una duplice possibilità di identificazione.
Per il bambino e per il genitore.
La pazienza di Orso è messa a dura prova in ogni esibizione, la
vulnerabilità di Matilde (la vanità, l’indecisione, la
trasgressione, la ripicca, il bisogno estremo di essere accettata,
sempre e comunque) è sfaccettata di sentimenti forti.
Ogni episodio -Il giro in bicicletta, Casa dolce casa
(riecheggia la fiaba Riccioli d’oro), La merenda,
Fare pace, Il racconto- indugia nel tema che lo intitola,
introducendo, di volta in volta, le variazioni che meglio
ribadiscono i caratteri, risolvendosi poi a conclusioni di fulminea
intelligenza.
Una bella opera, sotto il profilo estetico, di testo e
illustrazioni, divertente, originale, insolita. Una “ buona opera”,
per il bambino, che si rispecchia e si riscontra e per l’ adulto,
cui offre un valido modello educativo.
Una lettura a livelli diversificati; nella lettura, una buona
occasione di vicinanza e di scambio per entrambi.
Jan Ormerod, Freya Blackwood, Matilde e Orso, “LO editions”
di Officina Libraria, 2011, 46 p., € 14,00
Chi
vuole un rinoceronte a un prezzo speciale? Fra i saldi di
stagione, capita anche questo. Un rinoceronte per amico. Una vera
occasione, per ogni bambino. Una compagnia consolante anche per zie
e zii, nonne e nonni, a quanto pare (vedere le scene). Basta dar
retta a lui. Shel Silverstein (Chicago, 1933 - Chicago, 1999).
Poeta, drammaturgo, compositore, paroliere, musicista, scrittore,
illustratore: autore di canzoni indimenticabili e di colonne sonore
che hanno fatto storia nella musica da film, Silverstein sapeva
suonare chitarra e pianoforte, sassofono e trombone, e se si metteva
alla macchina da scrivere, e poi prendeva la matita da disegno,
faceva grandi e piccoli miracoli. Come quello che leggiamo.
Avvolto nell’ironico tratto che ne delinea la mole, di un’indole
davvero speciale, il personaggio surreale di questo seducente albo
illustrato è più originale di un gatto o di un cane, come regalo per
grandi e bambini che amano gli animali.
Vediamolo all’opera.
Docile con il bambino, protende il muso e, minaccioso, innalza il
suo corno se all’orizzonte compare il nemico: può essere il babbo
castigatore, la mamma non molto indulgente o qualsiasi disturbatore
dell’idillio fra il bambino e il suo amato animale.
Il rinoceronte di Silverstein si esibisce in un circo degli affetti
e dell’anima. E’ l’animale di pezza che tutti i bambini vorrebbero
avere. E’ un clown, un inventore di giochi e di sogni.
Nell’accortezza della matita, manifesta emozioni e intenzioni; nella
didascalia che accompagna il disegno, l’ironia, la trovata
ingegnosa, l’inversione di senso, gli conferiscono pienamente il
ruolo del mattatore.
Può stare tranquillamente in famiglia, con qualche avvertenza e
molte attenzioni: si sostituisce all’attaccapanni, all’occorrenza è
un fantastico grattaschiena ma è consigliabile stargli alla larga
perché non fa molto caso a dove mette i piedi; per essere
servizievole, provvederà a spazzolare gli avanzi del pranzo del suo
bambino ma con uno zelo eccessivo… e quando gli s’infila nel letto
nelle fredde notti d’inverno, si vede (lì sulla pagina,
inequivocabilmente) cosa succede…. Più difficile provvedere a
tenerlo pulito, nella vasca da bagno non può proprio entrare… e le
porte, si deve dire, non le sa aprire… Meglio nei giochi: sa saltare
e far saltare alla corda, diventare “un pirata feroce e
sanguinario”, “una corazzata inaffondabile”, “formidabile per fare
Ben e Charlie, due bricconi matricolati”.
Ed è davvero impagabile quando ingoia pagelle prima che i genitori
le vedano…
Inoltre, è bilingue. Lì sulle pagine parla in italiano e anche in
inglese.
Formidabile il rinoceronte, strabiliante il suo geniale inventore!
Di Shel Siverstein, Orecchio acerbo ha pubblicato anche Lafcadio.
Il leone che mirava in alto (2009); Salani, Strada con uscita
e L’albero.
Shel Silverstein, Chi vuole un rinoceronte a un prezzo speciale?
Traduzione di P. Splendore, Orecchio acerbo, 2011, 64 p., € 18,00
Il gruppo editoriale EL (EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni), ha
progressivamente acquisito nel corso degli anni tutte le opere di
Gianni Rodari, ordinandole e redistribuendole in nuove collane,
secondo criteri che hanno favorito una "riscoperta" del "favoloso"
autore.
"Favole al telefono" e "Filastrocche in cielo e in terra", celebrate
a una a una, in singoli volumi illustrati, hanno trovato nuovo
slancio e una più attuale vitalità affidate al marchio Emme
Edizioni, particolarmente attento ai bambini che cominciano a
leggere partendo dalle figure del libro, dipendendo ancora da mamma
e papà per quel che riguarda le parole e quello che dicono. Riunendo
gli sforzi, del resto piacevoli, in questa particolare lettura, gli
uni con gli altri trovano accordi impensabili, e stimoli vantaggiosi
in modo reciproco.
Isolate dalle loro raccolte, favole e filastrocche diventano per i
bambini semplicemente dei libri, i loro libri. Che fanno ridere e
divertire per l'arguzia con cui sono scritti, e meravigliare per i
disegni che li accompagnano, spesso davvero belli e molto intonati
alle parole che li promuovono.
Autori di illustrazioni, importanti come Alessandro Sanna, Alistar,
Silvia Bonanni e altri bravi illustratori hanno certamente
contribuito al nuovo entusiasmo che investe Gianni Rodari, uscito,
con questa intelligente operazione, da quel circolo di studiosi in
cui era confinato ormai da troppi anni.
Recentemente, abbiamo visto riportare nella collezione di Emme altri
testi ripresi dalle collane citate.
Il trionfo dello zero, dalle "Filastrocche", fa una sortita
alla grande, approdando all'albo illustrato da Elena Vento, giovane
grafica free lance che lavora in Francia e in Italia. Vento accorda
nuova energia alla filastrocca, incoraggiando, ancora una volta, il
povero zero, ad accompagnarsi al numero 1. Succede allo zero ciò che
succede anche agli uomini, quando ottengono di avvicinarsi a chi ha
più potere. Infatti, considerato dai propri consimili un'autentica
nullità, il numero zero (0), investito, per vicinanza, dal prestigio del
numero uno (1) trionfa, risultando essenziale a comporre il numero 10.
Così va il mondo, sembra dire da par suo il bravo Gianni,
assecondato, nel dispiegare i suoi talenti, dalla leggerezza
interpretativa della Vento.
Alice Cascherina, da poco insignita del “Premio Il Gigante
delle Langhe all’illustrazione” intitolato a Lele Luzzati, e
attribuito a Elena Temporin, arriva dalle "Favole al telefono".
Alice Cascherina arriva senza fretta, indugiando, come le prescrive
il testo di Rodari, negli ingranaggi della sveglia e nella bottiglia
dell’acqua, prima di sporgesi su quel precipizio del cassetto e
cascarci dentro, lasciandosi andare a un sonnellino fra tovaglie e
tovaglioli. Se lo può permettere, perché fra i miracoli compiuti da
zio Gianni c'è anche questo. Alice è piccola, molto piccola. Come
un’Alice che abbia ingoiato una pozione misteriosa. E inoltre casca.
Continuamente casca. Non per niente si chiama Alice Cascherina!
Questa Alice esce stupefatta dalla matita della Temporin, dolce,
sbadata.
Ma il bel personaggio disegnato dall’autrice sarebbe poca cosa senza
il contesto che le si arricchisce attorno. Che si spalanca
all’azione protettiva del nonno, alla ricerca affannosa dei
genitori, prospettando una scena di vita vissuta in famiglia con
tutte le sue interazioni, comprensive di un gatto un po’ complice.
Ma ciò che soprattutto meraviglia nel racconto di Rodari ridisegnato
da Temporin è quello sguardo d’infanzia che colora, ingrandisce,
immagina la vita, posato sull’ambiente, i mobili che lo compongono e
i personaggi chiamati ad animarlo. Brava Temporin!
Gianni Rodari, Il trionfo dello Zero, illustrazioni di
Elena Vento, Emme Edizioni, 2011, € 14,50
Gianni Rodari, Alice Cascherina, illustrazioni di
Elena Temporin, Emme Edizioni, 2011, p.26, € 14,50
(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it)
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