"Sarebbe stato diverso se ci fossimo incontrati da piccoli?".
Affonda nelle paure dell'infanzia il malamore della giovinezza?
Quale margine d'ambiguità cova nel pensiero silenzioso che vaga
per le stanze e i sottoscala del passato in cerca di parole
assenti? Possono sostituirle, le belle immagini struggenti
proiettate in queste pagine magnifiche?
Lui, Dario, esce di casa. Eccolo, valigie alla mano, un piccolo
sguardo all'indietro. Se ne va.
Lei, Emma, di spalle, invece entra.
Ma dove?
Voltiamo pagina.
Di scena teatrale, disposta in modo sapiente, la stanza di
quand'eri bambina. Guardala. Ti devi riabituare. Dal
fondale della tappezzeria (che copre, nasconde) emergono il
tetro comò, il virginale candore della camicia da notte
appoggiata alla sedia, il letto a una piazza. Non manca la
bambola. Seduta sul letto, ravvicinata da un primo piano, tu
mediti.
Noi ti seguiamo, cercando di indovinare che cerchi.
Ti sposti, apri ancora una porta. E' la casa delle bambole che
si spalanca. E ingrandisce. Il tuo punto di vista la fa la
stanza del tuo passato. Uguale a quella in cui sei appena
entrata. Tu guardi da una prospettiva diversa. E sei lì, dentro,
come nello specchio di allora.
Ma non basta. Non hai trovato. E allora laceri la tappezzeria. E
sussulti. Te lo si legge in faccia (alterata e bellissima) lo
spavento che provi. Ma non ti fermi. Vai oltre. "Entri" nel
muro. In un certo senso lo abbatti.
Se fosse stato là...
E il bianco e nero di un desiderio, di un sogno, i ricami di una
diversa tappezzeria, raccontano come sarebbe stato se Emma e
Dario si fossero incontrati da piccoli.
Forse non ci sarebbero state stanze angosciose e neri
sottoscala, perché "avremmo potuto immaginare l'uno l'esistenza
dell'altra".
E' nel buio del sottoscala evocato che s'apre la partita di
Dario, simmetrica a quella di Emma appena descritta.
Foschi i ricordi, fosche le immagini, prima che s'intraveda il
chiarore di un'uscita.
La storia si chiude così come s'era aperta. "Dario è in cima
alle scale. Emma lo guarda dalla porta di casa - 'Entra,
raccontami dove hai passato l'inverno."
Un racconto di immagini, guidate nello svolgimento da scarne
annotazioni scritte.
Da interpretare.
Una crisi di parole che chiede il soccorso delle immagini; una
crisi d'amore che non trova più parole.
Una pausa per sé. Un ricorso al passato.
Un ritorno? Una riconciliazione?
Mara Cerri, Via Curiel 8, orecchio acerbo, 2009, p.64, €
19,50
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