home

 

 

 

 

 



Roberto Piumini
Il grande cavallo
Illustrazioni di Paolo D’Altan
Piemme (Il Battello a vapore), 2003, p. 160, € 7,50
ISBN 88-384-3660-6





















 

 

   

 

Mito e poesia nel 
Grande cavallo

 

Grande, mitico, il cavallo. Da sembrare il dono di un dio benigno e generoso, non l’infausto inganno escogitato dal demone Setoth, ai danni degli Ukatan, come sostiene lo stregone.

In una prateria senza date e senza tempo, che assomiglia ai luoghi leggendari degli indiani e dei cow-boy, Piumini sistema il suo racconto, radunandogli in grembo prodigi di poesia e di fiaba.

Si staglia con il suo profilo contro la montagna, all’alba, con il sole caldo, nel buio della notte, la sagoma abnorme del puledro Iuko, che supera ogni misura quando diventa adulto, suscitando amore nei bambini, sospetto nei cacciatori e nel capo della piccola tribł, odio convinto e esagerato nello stregone che invoca la sua morte.

Come se stesse raccontando davvero la storia degli indiani, l’autore dą conto della vita quotidiana del villaggio, dove si sono sistemati in modo provvisorio gli Ukatan, che migrano seguendo il flusso degli spostamenti dei bisonti. Agli uomini adulti il compito di procacciare il cibo, ai bambini e alle donne la cura delle tende, la cucina, gli animali. Tocca ai ragazzini, in gerarchia d’etą, in attesa del segno che li confermerą virili, accudire i puledri, aspettando il tempo giusto della monta.

Uteh il ragazzo, Kuti il bambino, emergono dal gruppo di coetanei che fanno ala alla crescita di Iuko. Con l’aiuto del ragazzo, il bambino innamorato del cavallo si issa sulla groppa alta, s’abbarbica alla criniera, diventa tutt’uno con l’animale. Cavallo e cavaliere. Poi tocca a Uteh. Prima che la tribł intera possa saggiare quell’ ampia sella, calda e viva, zattera di salvezza nell’ora del pericolo che incombe.

Fine conoscitore dei sentimenti che s’agitano nel cuore degli umani, Piumini sceglie. Fa fiorire i suoi bambini puri e appassionati; rende temperati i cacciatori; infonde saggezza e astuzia nell’Ulisse che guida la piccola tribł; non s’arrende all’odio che divora lo stregone e alla tentata vendetta che ne segue. Nell’ombra rimangono le donne.

Lo stregone Ataka decreta la fine del grande cavallo: Iuko a morte, come le streghe. Iuko č invasato dal demone, dice; Iuko č maligno; Iuko sarą la rovina della tribł. Ataka mente, Ataka si vendica: il cavallo non l’ha voluto suo cavaliere. E contro il fianco possente dell’animale si sono infranti sogni a lungo covati, di grandezza e di gloria. Ma i bambini amano Iuko. Ci provano. Insistono. Tentano. Il saggio Ehč dą retta alla fede infantile. Iuko č salvo. Ataka abbandona il villaggio.

E cosģ si apre un altro capitolo che spalanca licenze poetiche su una epopea delle pił celebrate. Con lo stregone che fugge, in cerca della sua personale vendetta, arrivano i bianchi.

Gli “uomini barbuti” hanno whisky e fucili. Queste le armi, di baratto e di offesa. Per muoversi nella prateria, per loschi commerci, sono scortati dai fuoriusciti dei villaggi, nativi che hanno tradito la causa, e ambiscono all’unica ricompensa di una bottiglia. E’ presso di loro che arriva lo stregone Ataka, ed č a loro che affida la sua rivalsa.

In fila indiana, i nativi avanti, gli “Uomini Barbuti” dietro, procede la carovana alla ricerca del grande cavallo. I bianchi che hanno le pance piene, vogliono le tasche gonfie. Per questo sognano la cattura della bestia da vendere come fenomeno al circo che li ricompenserą.

E s’arriva al dunque. Si scoprono le carte. Chi sta con chi. Con la natura, in armonia con i ritmi e le leggi che regolano la vita della prateria, gli Ukatan; all’arrembaggio, costi quel che costi, tradire calpestare uccidere, per possedere, avere soldi, nella migliore delle tradizioni, l’ambizione che mobilita ogni energia dell’uomo bianco.

Accertati i caratteri, si passa poi all’impresa. Epica, grandiosa, evocativa. Un cavallo enorme, uno stratega, gente da portare in salvo, un nemico in agguato. Ulisse ha lasciato Troia, non cerca la guerra ma solo la pace e la libertą.

Il mito porge il suo soccorso, la fiaba dilata i suoi confini, il genere s’ascrive all’avventura, la poesia presiede. La pagina č perfetta. (r.p.)                                                  

consulta le altre sezioni 
Prime letture Racconti e Romanzi



ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

tutti i diritti riservati