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Avi
Primula
Traduzione di Raffaella Belletti, illustrazioni di Simona Mulazzani
Mondadori (Junior), 2002,
p. 144, € 5,80
88-04-50202-9
  

 



























 

 

   

Per dare voce a Primula

Se fosse per i vecchi il mondo non cambierebbe mai. Non ci si chiederebbe il perché e il percome, si starebbe sempre allo stesso posto, magari la testa china, certi della protezione che dall’alto è assicurata. E così Ginepro, il patriarca della comunità dei topi dai piedi bianchi, vive nell’ossequio delle regole fissate dal Signor Ocax, il gufo che regna e vigila sulla Foresta Scura. Dalla Casa Grigia abbandonata dal contadino, un orto un frutteto un campo, tutto lì, i topi non possono sconfinare senza il permesso di quell’autorità suprema. E non si pensi all’ eccezione, costerebbe la vita. Si veda cosa succede, qui nel racconto, a quella testa calda di Mirtillo, per l’arroganza di pensare in proprio mettendo in dubbio la bontà delle intenzioni del Signor Ocax, finisce in cena Mirtillo, cena supplementare: una notte ingorda per il gufo. E Primula, la figlia di Ginepro, quella sventatella, che l’ha seguito alla Collina Focaccia per ballare, sfugge non si sa per quale miracolo al medesimo destino.

Primula resta. Senza Mirtillo. Sulla coscienza, il divieto del gufo ai topi di migrare alla Casa Nuova,  là dove troverebbero cibo per tutti, garantita la sopravvivenza, restando uniti. Colpa mia, pensa la topolina, il signor Ocax m’ha riconosciuta, s’indispettisce e s’infuria, si vuole vendicare.

Ma Mirtillo, cadendo, le ha lasciato il testimone. Le ha instillato il gusto di pensare, di guardare dove non dice il signor Ocax. Il signor Ocax è un “protettore”, difende i topi dai piedi bianchi dalle mire fameliche dei porcospini assassini, i topi non conoscono la loro crudeltà, perché il gufo vigila così efficacemente da averli risparmiati a quell’incontro, e i topi non li hanno visti mai. Ma  sono per davvero in questo modo i porcospini?

Il gufo dice pure di essere il Signore della vastità di quelle terre, ma chi sono i sudditi oltre ai topolini vessati? Primula non lo sa, come non lo sa il suo babbo e tutta la comunità dei topi. In effetti vivono isolati, confinati in quel fazzoletto obbligato dai limiti del gufo, e sanno solo quello che afferma il signor Ocax, quella è la verità. Davvero? pensa la topolina. A ben vedere c’è qualcosa che non quadra. Per esempio, lei era lì presente quando il signor Ocax terrorizzandola di sguardi diceva al suo papà che no, no, e no, i topi non possono migrare. E la voce di quel rifiuto era di collera ma anche di paura. Di cosa? Perché il signor Ocax si preoccupa tanto che i topi dai piedi bianchi possano aver visto la Casa Nuova? E ancora: chi o cosa c’è alla Casa Nuova che imprime un brivido di piuma al signor Ocax? Piena di dubbi, ma adesso certa che il signor Ocax la dia da bere, la topolina parte alla ricerca della verità. La deve a suo padre, la deve al suo popolo, la deve a Mirtillo e soprattutto a se stessa, per dirsi di non essere di ostacolo alla sopravvivenza della comunità.

Il viaggio di Primula ha la stessa meta del viaggio del signor Ocax. Entrambi vanno alla Casa Nuova, Primula con il suo proposito, il signor Ocax a controllare la minaccia lì annidata. Il loro viaggio diventa un viaggio parallelo, con deviazioni e scontri, la topolina sempre sul punto di finire in pancia al gufo famelico e arrabbiato. Noi, dal canto nostro, li vediamo entrambi. L’una e poi l’altro, e di nuovo l’una e ancora l’altro, ad avvicendarsi in primo piano, in una sequenza incalzante e drammatica.  Proprio come stare al cinema.

Primula con i suoi spaventi, i suoi pensieri grigi che s’alternano a lampi di speranza, a prevedere le mosse aggressive del signor Ocax, con pause di meraviglia e di esaltazione: la natura opera i suoi miracoli di colori, varietà di piante, fiori inebrianti, animali che saettano in terra e cielo, e il cuore giovane della topolina esulta, per poi riprendersi nella vigilanza (“L’unico topo vivo è quello che sta in guardia” dice sempre la sua mamma).

Il signor Ocax vola nei cieli della Foresta oscura, e ne sconfina un po’ disordinato, sempre afflitto da quel pensiero fisso (chi s’è insediato alla Casa Nuova?) che non dà più pace ai suoi giorni e alle sue notti, distratto. E’ solo il ricordo del monito di mamma (“un gufo all’erta è un gufo a pancia piena”), o anche un altro pensiero che lo rode e lo fa volgere poi alla topolina?

Tante le sfaccettature del racconto che chiama in causa accanto ai “duellanti” ( e duello, dopo le schermaglie, ci sarà in finale fra il gufo e la topolina) altri “tipi”, ad indicare vocazioni molto umane: il patriarca topo, la moglie, Mirtillo, il cugino di Primula, la massa dei topi, minacciosa come un individuo che ascoltando la pancia non ragiona. Fra tutti i comprimari del dramma, che sfocia in un dolce-amaro  lieto fine, sfiorando i toni della beffa, con variazioni di genere grottesco, spicca Erethizon Dorsatum, il burbero benefico, il porcospino. Colui che smantellerà, irriverente e sarcastico, le bugie del gufo.  

Il romanzo dà cadenza alle sue vicende pensando agli uomini e facendo agire gli animali. Sciorinate, lì davanti al lettore, le motivazioni del gufo e della topolina rivelano la loro universalità. L’autore ricorre alla coppia della preda e del predatore, pensando ai rapporti che intercorrono fra gli uomini, non solo nelle vicende personali, anche quelle rimarcate con sottigliezza e acume, ma soprattutto alludendo alle connessioni con l’organizzazione della vita civile, che richiamano il potere e la sua gestione, dandone una rappresentazione, attraversata da più di una metafora che s’avvicina di molto alla realtà. 

Da moderno favolista Avi, uno dei più importanti autori americani di libri per ragazzi, fa scaturire dal romanzo la sua morale, che potrebbe essere formulata così: l’ignoranza porta alla soggezione e alla schiavitù, è solo la verità che rende liberi. Ma questa pomposità del definire la istituiamo noi, per una di quelle sintesi necessarie, che però tolgono poesia e ironia ad un racconto in sé straordinario, ricco di pregi letterari, di intenti civili e di piaceri di partecipazione emotiva alla lettura.  (r.p.)                                                  

 

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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