Fiabe 
 

Michel Ocelot

Azur e Asmar




Azur e Asmar. Dal film al libro.
Il film, in sala dal 10 novembre 2006,
il libro, in libreria ancor prima dell'uscita del film.
Autore di entrambi Michel Ocelot, animatore, illustratore, regista. Dai suoi lungometraggi
di animazione sono stati tratti diversi libri,
una serie iniziata con
Kirikù e la strega Karabà
e proseguita con
Kirikù e le bestie selvagge,
da cui sono stati tratti
Kirikù e il feticcio perduto
e
Kirikù e la giraffa, pubblicati in Italia da
Ape Junior.
                                                                                   

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Azur e Asmar
, il libro.
Bianco e nero, ricco e povero, Nord - Sud, Occidente e Oriente. La Storia nei suoi massimi contrasti imbrigliata nella cornice di una fiaba.
E dunque, c’era una volta...

C’erano una volta due bambini, che più diversi di così non si sarebbe potuto immaginare. Ma erano  come due fratelli, nutriti da una stessa madre.
Jenan, la saracena, come la chiamava con dispregio il padre di Azur, era la mamma di Asmar, che era nero come lei, ma era anche la nutrice di Azur, che era biondo e aveva gli occhi azzurri e bevendo il suo latte si faceva ogni giorno più bello.
Jenan amava di uno stesso amore entrambi i figli, il figlio suo e il figlio che s’era attaccata al seno, li accudiva trepidamente, in una casa in cui trionfava fra i suoi fiori. Giusta come una dea della giustizia (guardatela a pagina 5) teneva bilanciato il piatto di ogni cura, compresa l’attenzione di saper parlare ai bambini nella loro lingua. Lei araba, a suo figlio in arabo; lei, in Italia, al bambino italiano che nutriva, in italiano. Ed era in queste lingue (lì, scritte sulla pagina) che Jenan dava la buonanotte ai due bambini, narrando la storia della fata dei Jinn, tenuta prigioniera in una gabbia di cristallo e liberata infine da un bel principe.

I bimbi crescono, lottano, s’amano, s’offendono, tornano ancora insieme. Comunque provvedono gli adulti a separarli.
Azur, figlio di “un severo gentiluomo”, a compiere i suoi studi; Asmar e la nutrice congedati senza neanche tanti infingimenti: diciamolo, cacciati.

Il racconto di Ocelot prosegue i suoi dialoghi fra le splendide immagini riportate dal film, fermate nella precisione della pagina, offerte all’occhio e al sentimento del lettore, nella suggestione di luci e ombre, bagliori e stupori di volti e paesaggi, indugiando dalla parte di Azur. Che s’è fatto grande, dominato da un unico proposito. Salvare la fata dei Jiin. Liberarla.

Fedele agli affetti dell’infanzia, agli incantamenti del giardino di Jenan, Azur parte per la sua missione.
Da questo punto in poi, il mondo gira.
E’ l’Oriente che s’affaccia pienamente sulla pagina, con le sue malie da Mille e una notte? O è un'Africa mediterranea che accoglie Azur dal Medioevo dei suoi castelli nel teatro di un’altra civiltà coeva ma sola, nel racconto, ad evocare la sua Storia ? La basilica bizantina di pagina 54, l’anfiteatro romano di pagina 55, le rovine puniche di pagina 57, non testimoniano forse un comune passato?

Giocando di fiaba e di metafora, Ocelot  ripropone  il conflitto fra i fratelli, amati allo stesso modo da una madre, in un contesto diverso: nella terra dell’altro, nei panni dell’altro. Nel paese di Jenan e di Asmar, i principi non hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi ma gli occhi e i capelli bui come la notte.  E sono questi i principi che dovrebbero vincere. Di nuovo rivali, Azur e Asmar, si contendono la gloria del salvatore e la mano della principessa.


Ma la prova richiesta all’eroe della fiaba, prevede questa volta una prova inedita. Una prova di nuova civiltà. L’unione delle forze per un buon fine comune.
Al bando i protagonismi di chi è biondo e di chi è bruno, di chi viene da Oriente e di chi viene da Occidente o da qualunque altra parte del mondo, di chi vuole vincere e non può pensare di perdere... Perché la fiaba dice alla fine....“Otto persone, tutte diverse l’una dall’altra, felici di stare insieme” .

                                                                          *****

Sì ma perché il libro se c’era già il film?
Risponde Michel Ocelot: “.... Perché la velocità del film, l’allontanamento degli oggetti, l’accento su un solo elemento non permettevano di immaginare con quale cura, con quale amore erano stati elaborati gli umili tesori della camera dei bambini, ogni fiore nella campagna dell’infanzia e nel giardino di Jenan, i pizzi d’oro dei costumi, gli intarsi di marmo e di pietre preziose nel palazzo della fata, mille dettagli invisibili che questo libro di miniature rivela, con la nostra ricerca della bellezza”.  


Michel Ocelot, Azur e Asmar, traduzione di Luigina Battistutta, Nord-Sud Edizioni, 2006, p.72, € 18,00.


Azur e Asmar è in libreria anche in un'altra edizione: in un albo illustrato di formato più piccolo con 38 pagine, al costo di 12 Euro.

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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