Max
Velthuijs
Il Ranocchio
e il Merlo
Il Ranocchio Giramondo
A Milano, al Piccolo Teatro, va in scena fino al 17 maggio 2009,
uno spettacolo per bambini ispirato
alle storie scritte e illustrate da Max Velthuijs,
uno dei più celebrati autori-illustratori per l'infanzia a
livello internazionale. Al centro delle storie, alcuni
personaggi, che
pur chiamandosi Ranocchio, Anatra, Porcellino, Lepre, Topo,
giocano il ruolo dei bambini.
I libri che ispirano questo spettacolo erano stati pubblicati
in Italia da Mondadori e dalle edizioni AER di Bolzano
negli anni Novanta.
Purtroppo non sono più in catalogo, né si trovano in commercio.
L'unica speranza di reperirli è riposta nelle biblioteche.
Noi siamo fra i fortunati che dispongono di due esemplari della
serie.
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Il Ranocchio Giramondo e Il Ranocchio e il Merlo sono
due momenti particolarmente importanti della saga. Sono storie
di formazione, in un senso piccolo, primi tentativi di uscire
dal guscio, di incontrare la realtà, anche nei suoi aspetti più
difficili. Lui, Ranocchio non lo sa. Ve lo diciamo noi.
Ranocchio vive d'impulso, come gli gira, come fanno i bambini
piccoli. Vedono un bambino grande, che fa le cose da bambino
grande, e così vogliono anche loro.
Succede che nel primo dei due libri, Il Ranocchio Giramondo,
Ranocchio segue Topo che va per "il vasto mondo". Anch'io,
anch'io. E va anche lui.
Eccoli in cammino. Paesaggi agresti, accennati nel profilo delle
colline verdi, terre color ocra, a significare l'asciutto
dell'estate, cieli blu senza una nuvola e nuvole in cielo a
minacciare il temporale riquadrano il primo piano di Ranocchio e
Topo.
L'uno a lamentarsi - ho fame sete sonno voglio la mia casa;
l'altro a spronarlo, andiamo avanti, non vuoi vedere "il vasto
mondo"?.
Querulo,
il Ranocchio lamentoso. Incoraggiante e perspicace, Topo;
paterno nei gesti ( s'accolla in spalla il piccino stanco) e
nella comprensione (piccolo, tu hai nostalgia di casa!).
E in effetti, Ranocchio non vede l'ora di ritornare là da dove è
partito, per giocare con Anatra, rivedere il signor Lepre,
mangiare la torta di Porcellino: cose note e confortanti, come
piacciono ai piccolini.
E così succede.
In un lieto fine che raduna tutti gli amici (eccoli, ritratti
allegri e colorati) a far bisboccia con aranciata e dolci, a
festeggiare il ritorno di Ranocchio e Topo, eroi immaginari di
un giorno solo ("abbiamo vissuto avventure straordinarie,
c'erano i leoni e le tigri e poi...").
In Il Ranocchio e il Merlo, accade un fatto strano.
Quella che sembrava una bellissima giornata d'autunno,
all'improvviso diventa la giornata dell'imprevisto. Perché sul
cammino lieto e felice di giochi in campagna di raccolta di
mele, Ranocchio, Porcellino, Anatra s'imbattono in Merlo che è
al suolo.
Lì a terra, Merlo non si muove, è fermo in un gesto innaturale.
Zampe all'aria, e non sembra uno che dorme, come vuole pensare
Ranocchio, e neppure sembra malato, come cerca di stabilire
Anatra.
E' morto, dice il signor Lepre. "Morto? - chiede Ranocchio. Cosa
significa?". Già, cosa significa? "Tutto muore" dice Lepre.
"Anche noi?" - chiede ancora Ranocchio. Il Signor lepre non è
sicurissimo: "Forse, quando saremo vecchi".
Ma intanto bisogna dare degna sepoltura a Merlo, là ai piedi
della collina. E allora gli amici si muovono. E provvedono a una
barella di frasche per il trasporto. Poi scavano una buca
profonda. Il signor Lepre pronuncia la sua orazione: "Per tutta
la vita [Merlo] ha cantato per noi dolci melodie. Ora si è
guadagnato un po' di riposo". Amen. Nessuna enfasi. Riposi in
pace. Merlo ha compiuto il suo giro, ha cantato, allietato,
vissuto così come doveva.
Commossi, qualche lacrima, gli amici si avviano. E' Ranocchio,
per primo, a dare il segnale che la vita continua. Giochiamo,
saltiamo. Viviamo. "Non trovate che la vita sia meravigliosa?
E la vita è meravigliosa. Lo testimonia un Merlo che a voce
spiegata canta una melodia dolcissima. Ancora una volta. Per
tutto il suo tempo.
Pagine di giochi allegri, di caratteri ben incisi - nel disegno
che li raffigura, nel discorso che li fa progredire. I bambini
si divertono, i bambini si riconoscono; i bambini riflettono, i
bambini capiscono.
Possiamo sperare che questi libri circolino di nuovo nel
nostro Paese?
Altre avventure di Ranocchio di nostra conoscenza:
In "leggere le figure" di Mondadori: Il Ranocchio innamorato,
Il Ranocchio infreddolito, Il Ranocchio spaventato,
Il Ranocchio spericolato, Il Ranocchio felice.
“Gli animali illustrati nei miei libri - ha detto Velthuijs -
sono una sorta di me bambino, hanno la loro propria personalità,
ma in cui vi è sempre una parte di me stesso”. Max Velthuijs
è nato a L'Aia nel 1923. Studia pittura e grafica all'
Accademia di Arti Visive ad Arnhem, dove si è trasferisce con la
famiglia durante la guerra.
Ritornato a L’Aia disegna manifesti,
francobolli, libri, lavora a film d'animazione, pubblicità e
spot televisivi. In questo periodo Velthuijs scopre ciò che
vuole veramente fare professionalmente: illustrare e disegnare
libri! Diventa uno dei più famosi illustratori per l'infanzia
nel mondo e riceve numerosi riconoscimenti. Per celebrare i suoi
80 anni, nel 2003, è stata organizzata una grande retrospettiva
del suo lavoro e, l'anno successivo, ha ricevuto il Premio Hans
Christian Andersen 2004 per illustratori. Questo premio è stato
il culmine della sua carriera artistica. E' scomparso il 25
gennaio 2005.
"Le
delicate storie d’ombre di
Ranocchio" è lo spettacolo in scena al Piccolo Teatro di
Milano fino al 17 maggio 2009.
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