Fiabe & Film

La tartaruga rossa al cinema nei giorni 27, 28, 29 Marzo. Un film per grandi e piccini.

La tartaruga rossa è un film animato diretto dal francese Dudok De Wit e coprodotto dallo Studio Ghibli (uno dei produttori, Isao Takaata, definito dal regista “produttore artistico” è l’indimenticabile autore del film La storia della principessa splendente). Nominato all’Oscar come miglior film di animazione, La tartaruga rossa è un lungometraggio quasi interamente realizzato a mano in 2D.

Il Film - La recensione
La natura lo stupore la meraviglia la minaccia la distruzione la rinascita, nei pastelli cangianti di poesia pronti a colorare cambi di stagione come emozioni.
L’oceano, l’isola, il cielo. Acqua terra aria e anche fuoco, quando s’accende l’ira o divampa l’amore nel cuore dell’uomo, se non un vero falò per ripulire la terra dalla furia devastatrice dell’uragano. I quattro elementi costitutivi. La natura in tutte le sue declinazioni, messe nella scena struggente dell’arco intero della vita dell’uomo.
Un naufrago. Approda all’isola spinto dall’onda che lo ha ghermito da un dove che non conosciamo. Comunque adesso è lì. Solo. Il rumore del mare, i versi degli uccelli, il fremito degli alberi e delle canne al vento; testimoni curiosi di tanta solitudine una formazione di piccoli granchi curiosi.
L’uomo s’aggira, esplora, si tuffa, cade, ritrova la via d’acqua che lo riporta al sole e lo libera dall’incubo della fine.
Tenta la fuga. Costruisce una zattera, la spinge in mare, issa una vela fatta di foglie e va. S’allontana dall’isola e dalla disperazione della solitudine. Per ben tre volte. Ogni volta fallisce. Perché nel mare, sott’acqua, c’è una forza che glielo impedisce. Cosa e perché? Sembra che quell’essere (ecco, l’ha visto, una tartaruga, una tartaruga rossa) lo voglia prigioniero, incatenato all’isola.
Accecato dall’odio per quel nemico, l’uomo non si lascia sfuggire l’occasione opportuna. In pieno sole, sulla spiaggia rifulge un giorno il rosso del carapace della creatura misteriosa che lo perseguita. Giunta anche a terra per provocarlo? Lenta, impacciata nella sua corazza, si muove. Per poco. Un colpo assestato su quel piccolo capo la tramortisce. Non basta. Per renderla del tutto inoffensiva, l’uomo la ribalta sulla sabbia. Prigioniera di se stessa. Morta? Forse. Un turbamento profondo devasta l’uomo. Vuole salvarla. La bagna. La protegge dai raggi cocenti del sole. Finché (un giorno? Annullata è la dimensione del tempo) dal guscio che si dischiude dell’animale spunta una donna.
L’uomo non è più solo e l’isola conosce di nuovo la storia di un Adamo e di un’Eva. E’ l’inizio del mondo, con il suo mare la sua terra il suo cielo. Un mondo di gesti, sospiri del vento, strida d’uccelli, stormire di fronde, colori che assecondano il cambio delle stagioni. Senza parole. Non servono.
Poi arriva il bambino. Cresce, ripetendo i gesti del padre e giocando con le tartarughe del mare. Nel rispetto pieno delle sue ascendenze.
E la vita procede. Nell’idillio e negli inganni della natura. Il bambino diventa ragazzo, si fa inquieto, s’aggira per l’isola, solo come suo padre quand’era solo.
E poi l’inciampo.
L’oceano impazzisce, e aggredisce con ondate immense di morte l’isola, le sua terra, le pozze d’acqua dolce, gli alberi, gli animali (anche i piccoli granchi). A fatica gli abitanti si salvano.
La vita riprende il suo corso.
Il bambino diventa uomo e cerca la sua propria strada.
L’uomo e la donna rimangono. Fino alla fine. Fino al compimento dei tempi. Quando l’uomo ritorna alla terra e la donna, da tartaruga, al suo mare.
Meravigliosa fiaba struggente, debitrice di molte culture, nell’originalità della sua forma e nella forza comunicativa e poetica della metafora che la sottende.

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Marzo 2017)


Scena dal film “Nuotare con le tartarughe” Youtube https://youtu.be/3zwBnkacKt0
Featurette L’ispirazione dal Giappone Youtube
https://youtu.be/LIbupYduqD8
Trailer Ufficiale Italiano 120” Youtube
https://youtu.be/xsU-TKEdigE

 

 

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
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