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Lorenzo Mattotti. Libri, cinema, mostre.
Pinocchio
al cinema.
Oltremai,
cinquanta tavole di grande formato in bianco e nero, in mostra alla Pinacoteca Nazionale di Bologna fino al 7 aprile 2013, riprodotte in un volume di Logos Edizioni.
Tempi di frequentazioni assidue. Tempi che "vogliono" Mattotti.

E' lungo il cammino che porta al Pinocchio confezionato da D'Alò. 
Il suo Pinocchio, quello di Mattotti, arriva da lontano.
Ce lo ricorda La fabbrica di Pinocchio, in un bel compendio pubblicato da Nuages, vero reportage che attraversa le fasi di un lungo corteggiamento.
Schizzi, disegni, bozzetti, tratti interrotti come un'ispirazione mancata, e sequenze, quasi ad anticipare future stop motion. Studi dei personaggi, pensati e ripensati, scene riproposte con aggiunta o sottrazione di particolari, natura anticipata da quattro alberi e un'ondulazione di colori.

Pinocchio
è stato a lungo corteggiato da Mattotti. I luoghi di prime tracce della fascinazione esercitata dal burattino letterario sull'immaginario dell'artista si rintracciano in un libro per bambini di Rizzoli del 1991. Poi il silenzio della sedimentazione, rotto dal capolavoro dei "Millenni" di Einaudi (2008). Un Pinocchio  compiuto? Pacificato, Mattotti? Cosa "mancava" ancora al suo Pinocchio? Forse altro "movimento"? Per questo, il sodalizio con D'Alò?
Belle le ossessioni, coltivate a questo modo!


Anche Oltremai, come Pinocchio, riporta a una matrice che richiama la fiaba, una fiaba che nel suo proprio libro non aveva altre pagine.
Hänsel e Gretel, pubblicato da Orecchio Acerbo nel 2009, si ferma all'uscita da un bosco.
Le chine di Lorenzo Mattotti ridisegnano quella fiaba antica sottraendola ai significati più convenzionali. Alternandosi al testo, ne diventano voce che amplifica le dominanti della paura infantile del buio, del terrore dell’abbandono, dell’ansia dell’ignoto. Sostituendosi al testo, evitano gli aspetti più rituali e fiabeschi della fortuna che muta.
Si diceva allora:
"....Vanno nel bosco, sconfinando in incubi che funestano il loro futuro. Sono incubi spaventosi, cui soggiacciono non solo Hänsel e Gretel ma tutti i bambini del mondo che hanno paura.  Antri, cui le lame di luce di un bianco accecante conferiscono aura sinistra, vortici, in cui appaiono i simboli della cattiva paternità asservita al dominio di una donna prevaricatrice. Miraggi, bloccati in un bianco e nero che non evoca più la voluttà della cioccolata alla panna ma la luttuosa promessa di una sepoltura. Cattedrali, che del gotico assemblano i più foschi significati. Stazioni d’antan, annerite dal fumo della locomotiva che mai più passerà...
" (Hänsel e Gretel  Nel buio della paura, nel bianco della felicità).
Si dice adesso. In questo Oltremai, si offrono ancora pagine alla folle corsa nel bosco stregato. Del precedente, ricordano il netto contrasto del bianco e nero e le immagini oniriche, rivendicando però la libertà di inventare una storia nuova, sciolta dal vincolo di una trama già data.

Vedi anche Mark Twain, Huck Finn e Mattotti

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Febbraio 2013)

 

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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