|
|
SPECIALE FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI
2013
|
FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI
2013. 50a edizione. Bologna, 25 – 28
Marzo 2013. Un viaggio fra convegni, libri, tendenze, notizie
("in italiano"). A tappe.
1)Libri e bambini (0-5 anni);
2)Se non classici, almeno Classicini;
3)Attorno alla Bibbia: libri e dibattito
1)
Libri e bambini
(0-5 anni)
PICCOLE GRANDI STORIE CHE AIUTANO A CRESCERE. Chiamiamole
così. Così come si enuncia l’incontro
sulla lettura e i libri dedicati ai più piccoli, da 0 a 5 anni, che si terrà alla
Fiera del Libro per ragazzi, a cura del Battello a Vapore-Edizioni
Piemme (Mercoledì 27 marzo
2013 ore 11.00, Sala Notturno – Centro Servizi - Blocco D –
1° piano). Intervengono:
Alice Fornasetti,
Giovanni Peresson,
Nicoletta Bacco, Anna Maria Davoli, Domitilla Ferrari,
Emanuela Nava, Desideria Guicciardini.
Che
Bambini e ragazzi leggano più della media della popolazione adulta,
lo sappiamo da tempo. Ma che questa pratica sia
elettivamente prerogativa
della prima infanzia forse lo ignoravamo.
Infatti “il 63,3% dei bambini di 2-5 anni (in proiezione 1,4 milioni
di bambini) legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti
giorni al di fuori dell’orario scolastico e, soprattutto, questa
percentuale cala al 54,3% tra i 6-10 anni quando i bambini iniziano
a frequentare la scuola elementare”. Questi dati li anticipa
Giovanni Peresson
(Centro studi Aie) sul Giornale della Libreria di Marzo 2013, in
attesa di sottoporre ad analisi, e a ipotesi di motivazione, chissà
quali altri dati, al convegno in cui è relatore, “Piccole grandi
storie che aiutano a crescere”.
Nell’incontro,
verranno affrontati e approfonditi i
vari aspetti che ruotano attorno al tema dei libri e della
lettura nei primi anni, la fascia di età in cui si formano e si
consolidano le prime abitudini alla lettura.
Dell'importanza della lettura fin da piccoli (appunto 0 -5)
sostenuta da studi e
ricerche sull'età evolutiva, evidenziata dalla pratica di
associazioni di pediatri e bibliotecari, tratta un bel libro, che si
troverà a Bologna, scritto da
Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin
Libro fammi Grande
edito da Idest.
Gli studi sull'età infantile richiamano necessariamente l'apporto di
diverse competenze scientifiche, che si raccordano nello stabilire o
ipotizzare, statisticamente, i comportamenti più o meno adeguati,
riferiti all'età. Essendo molti gli studi, si ha la possibilità di
entrare in contatto, attraverso il libro, con le conclusioni degli
specialisti da molte angolazioni, alcune delle quali sovrapponibili,
altre di sfaccettatura maggiore. Ma tutti convergono nello stabilire
l'importanza del "bambino lettore", sostenendo che una
lettura precoce agevola tanto lo sviluppo delle capacità conoscitive
quanto l'instaurarsi di buone relazioni affettive.
Sicuramente gli studi che danno tanto valore alla lettura fin dai
primi anni di vita, e l’attivo prodigarsi di pediatri e
bibliotecari, riuniti in associazione (Nati per leggere) per
favorire la nobile causa della “lettura ad alta voce”, avranno
influito sull’incremento della lettura in età prescolare e indotto
Piemme a organizzare il
suo incontro, ma una cosa è certa e non può non essere messa nel
conto. Che il fenomeno abbia
anche delle ragioni da ricercarsi nell’offerta editoriale.
Di
quanto avrà innalzato il tasso di lettura quel personaggio semplice
e complesso, intrattenitore di bambini, benedetto e non del tutto
compreso dai genitori, indagato dagli studiosi, che risponde al nome
di
PEPPA PIG?
Si tratta della maialina resa celebre da una serie televisiva
destinata ai bambini in età prescolare, transitata nei libri
pubblicati in Italia da Giunti Kids per la cura dell’editor Silvia
D’Achille, fenomeno indiscusso dell’editoria di settore nel 2012,
con vendite sbalorditive in tutto il mondo.
Peppa Pig ha
spodestato i primati di “Pimpa” e di
“Pina” nel cuore dei bambini? E se ha fatto (in certo senso)
tabula rasa di molti “personaggi-guida” di diverse generazioni di
bambini, perché lo ha fatto?Ci si potrebbe sbizzarrire nella ricerca
di motivazioni. La
multimedialità c’entra. Trovare la beniamina in tv, in internet, nei
libri, molti dei quali provvisti di allegati, pronta ad accogliere i
bambini, in ogni volumetto che la racconta, e a farne altri amici,
accanto a quelli che la circondano nell’allegro carosello della sua
vita, completa di mamma papà e fratello più piccolo (l’impagabile
George, dalle lacrime a spruzzo), conta. Certo che conta. Tutto qua?
Provate a guardarla. Lei, ma anche gli altri personaggi della sua
“specie”. E troverete i vostri ritratti da piccoli. Nel tentativo di
girarli un po’, magari messi di profilo, riusciti in un disegno che
sembra invocare infantilmente prove d’autore cubista. E’ così che i
bambini si vedono? Peppa Pig è come loro? Sì e no. Forse per questo
l’amano e la seguono. Peppa Pig è
semplice, diretta, brava e pasticciona, come ogni bambino. Ma Peppa
Pig è anche “maialina”. Nel suo “zoo umano”, abitato da parenti,
affini e amici, ci si comporta come succede da sempre nelle favole:
si gioca agli uomini. Ma non ci si dimentica della propria origine.
E ogni occasione è buona per ritornare a un sonoro grugnito e
un’altra ancora per rotolarsi estasiati nella pozzanghera. E non si
è redarguiti! Che riscatto per i bambini!
Accanto alle infinite ristampe, i nuovi titoli:
Le canzoncine di Peppa Pig,
con cd allegato,e
Io coloro.
Comunque
non di solo Peppa vive il bambino di questi tempi.
Di primi libri,
ancora giochi, ma libri (0 -3 anni), abbonda il mercato
italiano. Collane appositamente studiate, per facilitare fra le
braccia della mamma la nascita del “bambino lettore”, da anni
perseguono il loro felice proposito. Alcune di ottima qualità
(es
Baby Smart di
Ape Junior,
ZeroTre
di Franco Panini
editore). Ma da non dimenticare la cura che attraverso gli
anni e attraverso alcune collane ha prodigato Emme Edizioni, marchio
di EL per i più piccoli (primi libri di stoffa, di cartone, il primo
libro di Kika…) e la sua più recente collana
Ullallà!, premio
speciale 2011 di Nati per leggere. Libri quasi senza parole, di
eleganza grafica, di robusto cartone, con pagine lucide e
fustellate, ad angoli smussati, con buchi, che occhieggiano i
particolari delle illustrazioni (sempre d’autore) della pagina
successiva, stimolando curiosità e sollecitando ragionamento e
immaginazione. Soggetti proposti: la mamma, l’ape, il sole, gli
animali, in contesti semplici, facilmente riconoscibili. Nomi
importanti quelli degli autori, per citarne alcuni, Alessandro Sanna,
Nicoletta Costa, Sophie Fatus. Nell’ultimo visto,
Quanto manca?
di Giulia Orecchia, sono le stelle che “contano” il tempo (da
10 a 1) che manca (sorpresa finale, a Natale), in una sorta di
originale calendario dell’Avvento proposto ai più piccoli. In pagine
disseminate di foglie, uccelli, castagne, pigne, dolcetti, fiori,
funghi … l’attesa conta un giorno in meno e una sorpresa in più.
Fino alla trionfale sorpresa finale.
Ma se si tratta di prime
letture, e l’età (si fa per dire) si porta avanti, si sposta un
po’ di più, diciamo oltre i 3 anni, allora sì che le proposte si
diversificano, per intenti e formati.
Una buona tradizione di collane progettate a misura di età composte
di librini maneggevoli riporta agli anni Ottanta, e l’eco di
suggestivi “Junior”, “Prime pagine”, “Pagine bianche” per battelli a
vapore … aleggia ancora benevolmente su una certa produzione
odierna. Per esempio sui
Sassolini Mondadori. Che, mantenendo la loro impostazione
d’origine, suddivisi per livelli di competenza del piccolo lettore,
coprono un arco a tappe, che
va dalla “scuola dell’infanzia” a “storie e rime per tutti”,
riservandosi una parte finale, che sollecita i bambini ad attivarsi
in disegni giochi indovinelli, di implicito intento didattico.
Questi “primi sassolini”
, di nuova uscita, graficamente seducenti, illustrati a grandi
disegni che trionfano in piccole pagine scritte in stampatello
maiuscolo, fanno al caso nostro. Ancor più se si considera che
I bambini hanno le ali
si muove nell’allegra eleganza del disegno di Desideria
Guicciardini e nella tenera dimestichezza con la psicologia
dell’infanzia che ha la scrittura di Emanuela Nava, convocate
entrambe al tavolo del convegno
“Piccole grandi storie che aiutano a crescere”. Da annotare
anche
Mille sono i mestieri,
scritto da quello straordinario inventore di immagini e parole che
risponde al nome di Roberto Piumini; di mestieri ce n’è per tutti i
gusti, tanti quanti sono i pensieri dei bambini rispetto a ciò che
vorrebbero fare da grandi, per esempio, (udite, udite!):
“il riprenditore di
palloncini”, “l’addestratore di stringhe”, “l’arrotondatore di
polpette”, “il collezionista di coriandoli”… leggere, per
innamorarsene. E, fresco come uovo di giornata, anche un librino
Chi c’è tra i miei capelli,
che palpita di idee e di voli, nei disegni arguti e divertenti di
Sualzo e nella storia minima e intelligente di Silvia Vecchini.
In questa categoria, anche “Il battello a vapore”, collana di lungo
corso, raggiunge i lettori più piccoli con i libretti della “serie
Arcobaleno”, di poche
pagine, con testi in stampatello, illustrazioni a colori, che
raccontano piccole storie a bambini di 3-5 anni, fornendo loro anche
disegni e giochi finali. Gli ultimi usciti
Un postino speciale di
Guido Quarzo (che impresa
recapitare alla principessa la pozione magica della strega!) e
Il pirata Pastafrolla di
Sebastiano Ruiz Mignone (che
cosa possedeva quel pirata oltre a una nave con tanti marinai?)
Come nel caso di Peppa Pig, è il personaggio (il più attuale
character),
che s’impone e permane nell’immaginario dei bambini. Quando lo
conoscono, se piace, vogliono ancora e ancora quello.
Succede con ELMER di
David McKee. Durante gli studi, l’inglese David McKee (Devonshire,
1935), laureato al Plymouth College of Art, ha cominciato a
interessarsi ai cartoni animati, li ha prodotti, e questa è stata la
sua attività fino a che, entrato in contatto con riviste
internazionali e collaborando anche con il supplemento
educational del
Times, si è fatto
“contagiare” dai libri. Fra i molti personaggi, cui dà “vita
animata” sulla carta, emerge “l’elefante variopinto”. E’ Elmer,
beniamino dei bambini in tutto il mondo.
Tutti i colori di
Elmer , di recente
pubblicazione per Mondadori, è una raccolta di sei grandi storie,
apparse separatamente in libretti di vario formato, in collane
diverse. Davvero una scorpacciata di Elmer, una buona prospettiva da
cui valutarlo.
Elmer, Arlecchino concepito fuori d’Italia, spicca nel suo manto a
scacchi multicolori in una pagina ammutolita al cospetto di tanto
prodigio. Invece di essere grigio come i suoi simili, Elmer sembra
uscito da un’opera pop per allietare, stupire, educare i suoi
piccoli fan.
Elmer è allegro, Elmer è saggio, Elmer è generoso, Elmer è arguto.
E’ tutte queste cose assieme, quando tratta con i suoi simili e
quando tratta con gli altri, quando aiuta e quando si fa aiutare.
Elmer, l’elefantino variopinto, è un diverso che assegna alla sua
propria diversità un carattere distintivo, vivendola
come occasione e non come esclusione.
Nel mondo di Elmer c’è posto
per tutti, per gli elefanti grigi, gli ippopotami, le farfalle
anche, ma scimmie, giraffe, tigri e tutti gli abitanti di una savana
immaginaria s’affacciano a completare, in pagine di inaudito
splendore, un inno alla ritrovata felicità della favola. Perché in
fondo a ogni storia di Elmer, come nella favola antica, risuona una
buona morale.
I cuccioli di tutto il mondo sono teneri. Diventano tenerissimi
quando assumono le sembianze di
PIUMA.
Piuma è l’orsetto polare reso celebre dai racconti di
Hans de Beer, illustratore e
autore olandese, pubblicati
da Nord Sud Edizioni. In
occasione dei 50 anni dell’editrice, è uscito un volume di grande
formato,
Il mondo di Piuma,
che raccoglie alcune delle più belle e significative avventure del
personaggio, e si apre sull’esordio di Piuma.
“Piuma
dove vai?” (1987). E’ il suo battesimo. In quelle pagine di
struggente bellezza figurativa, che ambientano un Polo Nord avvolto
nel bianco del ghiaccio, tradito a tratti dal colore del mare o dal
chiarore imprevisto del cielo, s’imprime il carattere del
personaggio. Quella è la sua casa. Lui è un orso bianco. Lì ci sono
il suo papà e la sua mamma. Ma il caso, che non sempre è avverso,
anche se strappa i cuccioli alla loro tana, spinge Piuma altrove. In
altri incontri, altri paesaggi. Altre pagine di bellezza
incontenibile. E’ il primo viaggio di Piuma. Addirittura in Africa.
Viaggio d’avventura e iniziazione. Dal nord al sud del mondo. Alla
scoperta di una realtà che esiste oltre i ghiacci di casa.
Il cucciolo avanza e si ritrae. E’ coraggioso e spaventato.
Soprattutto curioso. Facile, quando s’incontrano gli ippopotami
burloni, le aquile sicure, le balene amiche: sono “i grandi”,
burberi e protettivi, sono come dei papà e delle mamme, in assenza
di mamma e papà. Ma quando l’incontro capita
con altri cuccioli?
Tigrotti ansiosi, husky intemperanti, renne tremebonde, balene
sfiduciate. Si tratta sempre di trovare una strada che riporta a
casa. Dai boschi ai deserti, dalle pianure alle montagne, e ancora
ai ghiacci. E Piuma allora diventa grande. E sprona, incoraggia,
tempera. Come farebbe il suo papà con lui.
Il mondo di Piuma è davvero un mondo di tutti, non ci sono confini,
non ci sono steccati, non ci sono barriere. Libero accesso. Gli
animali non hanno paura degli animali. Solo degli uomini. I
cacciatori di orsi e balene. I costruttori di reticolati da
abbattere. Da loro bisogna guardarsi. Da loro, scappare…
“Quando
disegno un libro per bambini, il primo bambino che voglio sia
entusiasta del mio lavoro sono io!”
Ed è quel Bambino, sia che si chiami Enrico, Leo, Ruperto, Gilberto,
Alfredo o semplicemente Bambino, il protagonista delle sue storie.
Oliver Jeffers
artista, pittore ma soprattutto famoso
illustratore, non ha mai potuto rinunciare da bambino a
“indossare uno dei miei tanti cappelli di lana con pompon”. Girate
sul web e lo vedrete spesso (che legge un libro o “ insegna” il suo
disegno) e lo vedrete bello, baciato da una
grazia
che tradisce ancora il
fascino di una certa qual vicinanza all’infanzia e, soprattutto,
ancora in giro con un berretto munito di pompon.
E’ lui, proprio lui, Oliver
Jeffers (1977
Port Hedland, Western Australia), che fa di quel sé bambino il suo
Personaggio in ogni libro.
Poi
però, per prenderne un po’ le distanze, guardarlo meglio, non sciogliersi
di tenerezza di fronte ai suoi sentimenti assoluti, non farsi
travolgere dalla sua spontaneità e dal suo disarmante candore, non
vergognarsi della sua balordaggine, non esaltarsi della sua
genialità, Oliver Jeffers, di storia in storia, CAMBIA.
Camuffa il
suo personaggio. Ne cambia il contesto. Ne cambia il disegno. Ma non
c’è bisogno di cercare una cifra per identificarlo.
Le storie surreali di
Jeffers prendono vita da un
quadro di valori ben definito, implicitamente affermato e discusso
con levità e umorismo, in una sorta di gioco, che prevede un
percorso di crescita (l’amicizia, l’amore, la diversità
,
l’uguaglianza, l’omologazione, la condivisione).
Uno sguardo di bambino e uno sguardo di adulto che guarda sé bambino
si fissano sulla carta, in affascinanti combinazioni
di acquerelli, disegni a inchiostro o matita, caratteri stampati con
scrittura a mano, paesaggi di colore e spazi bianchi per oggetti “in
esposizione”, che di volta in volta adeguano lo stile del tratto al
senso della storia narrata.
I libri di Oliver Jeffers
sono pubblicati in Italia da ZooLibri; al primo albo
illustrato,
L’incredibile bimbo mangia
libri,
2009 (dove
il
Bambino impara a sue spese la differenza fra lettera e metafora),
hanno fatto seguito, con il ritmo di uno all’anno,
Chi trova un pinguino (dove il Bambino comincia
a decifrare i sentimenti propri e altrui),
Nei guai, (come per
tentativi ed errori – in un crescendo esilarante- si
risolvono”enormi” problemi),
Gli Ughi e la maglia nuova
(dove per non essere diversi si finisce per essere tutti uguali, e
viceversa), e
Quest’alce è mio
(2013) dove il Bambino impara che non c’è “tavola delle regole”
che tenga: l’amore,
l’amicizia non sono un esclusivo possesso (fosse pure dell’Alce del
libro, venuto dal nulla) ma si possono ottenere solo se si condividono.
2) SE NON CLASSICI, ALMENO "CLASSICINI"
Di riduzioni e adattamenti è affollata l'infanzia di ogni lettore,
segnata anche dalle parodie di Disney o, dagli exploit di
Geronimo Stilton, più vicini nel tempo.
I classici per l'infanzia si sono prestati a molte versioni, in nome di varie
pedagogie. L'intransigenza di alcuni, che dell'originale vantano il
primato, si è tradotta, editorialmente, in volumi eleganti,
impreziositi da illustrazioni d'autore oppure in collanine segnate
da una pretesa minore ma pur sempre attente ad alleggerire i volumi,
prevalentemente in brossura, con disegnini in bianco e nero o anche
a colori.
Ruppe la tradizione la collana di classici della Piemme - Il
Battello a vapore a metà degli anni Novanta. Le scelte editoriali di
Piemme Junior, influenzate, soprattutto all'epoca, da un rapporto
privilegiato con la scuola, guardarono con interesse a una collana
dell'editrice Gallimard. Nacquero "I classici del Battello a
vapore". Che cosa avevano di distintivo questi volumi, eleganti e
accurati nell'aspetto formale, rispetto ai tanti altri confezionati
con gli stessi criteri? Vantavano un testo originale integro,
tradotto appositamente per l'edizione in un linguaggio attuale e
molto leggibile, un percorso visivo e documentario, un progetto
grafico d'avanguardia. Vero. Inoltre a margine di ogni singola
pagina di ogni romanzo pubblicato, scorrevano come piccoli film
d'epoca, immagini e testi, che rimandavano a date della storia,
davano ragione di luoghi, città, fatti, indicati nei testi. Un
progetto ambizioso, forse più orientato alla formazione di uno
scolaro che di un lettore. E, infatti, dalla scuola arrivò la più
consistente approvazione alla collana che, dopo molte edizioni in
vari formati, è approdata all'edizione attuale, predisposta per i
vent'anni dell'editrice.
Lo smalto dell'immagine recupera lettori ai classici?
Di rinnovato vigore la proposta editoriale che scorpora testi
compiuti - racconti, novelle - dalle raccolte d'origine,
convogliandoli in volumi a se stanti, in genere di grande formato,
con illustrazioni d'autore. Il testo diventa "più breve" e
s'avvantaggia della doppia lettura generata dalle figure. Bene ha
fatto Emme Edizioni a riproporre un Rodari ringiovanito dalle interpretazioni di illustratori
straordinari e bene ha fatto Orecchio Acerbo a dedicare ai classici
una raffinata collana, I Libri col poster, che
affianca all'interpretazione illustrativa di autori di vaglia
anche una lettura critica del testo, demandata a firme prestigiose.
Non propriamente destinata all'infanzia.
Ma parlare di destinazione (quale libro a chi)
aprirebbe un discorso molto lungo. Lo condensiamo in poche righe,
ricorrendo alla filosofia dell'editrice, largamente condivisa nel
mondo editoriale, sicuramente interessato al proselitismo anche al
di fuori dei confini assegnati: "L'albo illustrato varca il confine
del libro per bambini fondendo insieme autori celebri e giovani
illustratori. Immagini e parole riletture e sguardi insoliti,
adattamenti e interpretazioni: lampi - luci abbaglianti- che
illuminano squarci del mondo della letteratura". Interessante,
Non giocarti mai la testa con il diavolo,
racconto di "un esilarante, e nerissimo Edgar Allan Poe che si
prende gioco delle assurde pretese morali della critica,
sbeffeggiandole con sarcasmo", parola di Paolo Cesari (Orecchio
acerbo), il volume è illustrato dalle immagini di Giacomo Garelli
che gli fanno da spalla e completato da una postfazione di Goffredo
Fofi.
Suscita curiosità, fin dalla copertina un altro volume di Orecchio
acerbo, un inedito. Un racconto di R.L. Stevenson, scritto a Davos (ah,
quei sanatori svizzeri, suscitatori di tante suggestioni letterarie!),
nel periodo in cui vi soggiornò per curarsi, e illustrato da Henning
Wagenbreth.
Il pirata e il farmacista s'intitola, pronto a identificare una coppia
immancabilmente surreale.
Non è l'isola del tesoro ma ci sono mari pirati e arrembaggi, e
neppure un buono e un cattivo. Ma solo un balordo e un malvagio. Una
ballata disperata e grottesca, un racconto dilemma. A tinte forti,
esagerate, ridicole, esasperate dagli strabilianti disegni a colori
di un originalissimo artista.
S'apre il teatro sull'infanzia di Ben e di Rob, due amici ritratti
da piccoli, in quadri che già presagiscono il loro diverso futuro.
Pirata feroce terrore dei mari ma praticante una sua privata morale
l'uno, subdolo servo diventato spietato padrone l'altro. Due facce
di una stessa moneta di pessimo conio. Il confronto continuo, durato
una vita in scene diverse, arriva a una stretta finale. L'epilogo
alla grand guignol, sorprendente e spettacolare compiacerà
sicuramente i lettori più piccoli.
Se si esce dal recinto dell'intangibilità del testo, del culto
dell'originale, ci si può imbattere anche in alcuni interessanti
progetti.
Si è realizzato all'insegna del concetto di "grande"
Save the Story
del Gruppo L'espresso, in collaborazione con la Scuola Holden:
"Save the Story è una missione in
forma di collana: salvare le grandi storie dall’oblio raccontandole
alle nuove generazioni".
Dunque grande missione, grandi storie, grandi autori, grandi
"raccontatori" e anche grandi illustratori, per reinterpretare
e raccontare nuovamente i grandi classici della letteratura
mondiale. Per un racconto fatto dai grandi ai bambini. Leggere i
promessi sposi raccontati da eco .... in compagnia di mamma e papà,
lettori ad alta voce per i loro bambini.
Si muove invece all'insegna del concetto di "piccolo" il progetto di
EL.
Classicini si chiama la collana. E i grandi nomi, le grandi
storie sembrano darsi meno arie in questa nuova sistemazione:
volumetti illustrati, agili, tascabili, da trattare con disinvoltura
e confidenza, libri per tutti i giorni e non per grandi occasioni.
Libri per i bambini, direttamente per loro. Non chiamano in causa
alcuna mediazione. Non invocano la scuola, non richiedono
l'intervento della mamma.
Fedele a un'impostazione, che considera
fondante
la gradualità di approccio del bambino al libro,
l'editrice, guidata
da più di trent'anni
da Orietta Fatucci, selezionata nella rosa dei
finalisti
dell’Area Europea
alla candidatura del
Bologna Prize for the Best children's Publishers of the year,
non ha voluto sottrarsi alla sfida di cimentarsi coi classici.
I primi titoli dei Classicini sono stati scelti tra
i libri più noti
e più amati: L'isola del tesoro,
Piccole donne, il giro del mondo in 80 giorni,
Zanna bianca, Robin Hood, I viaggi di Gulliver
e sono stati affidati alla
riscrittura di alcuni grandi narratori per ragazzi di oggi, come
Roberto Piumini, Pierdomenico Baccalario, Beatrice Masini, Guido Sgardoli.
Probabilmente per i bambini d'oggi,
Il giro del mondo in 80 giorni o Piccole donne
sono dei film. Passano in televisione, non c'è bisogno di andare al
cinema. A loro interessa la vicenda narrata. Del resto, i bambini
d'oggi hanno dimestichezza con la lettura in molti formati.
Impareranno che quella storia può anche essere letta in un libro. E
nei Classicini, che sono dei libri, la storia
risulta piacevole e piana.
Ma c'è un'avvertenza. Sul frontespizio si dice che Il giro del
mondo in 80 giorni è scritto da Roberto Piumini ma è tratto "da
Jules Verne" e Piccole donne è scritto da Beatrice
Masini ma è tratto "da Louisa May Alcott". Curiosi sono
curiosi, i bambini. Magari cercano in Internet. E non è detto che
l'anno dopo,
Il giro del mondo in 80 giorni o Piccole donne se lo leggano
con l'iPad (se ci sarà ancora l'iPad!)
ATTORNO ALLA BIBBIA - LIBRI E DIBATTITO
"NELLA BIBBIA HO INCONTRATO"
Il convegno organizzato dalle Edizioni San Paolo, in collaborazione
con Salani Editore e Rizzoli, prende titolo e occasione dal volume,
Nella bibbia ho incontrato, che sarà presentato alla Fiera,
scritto da Pierdomenico Baccalario e pubblicato dall'editrice (Sala
Suite, lunedì 25 Marzo 2013, ore 11.00-13.00).
Nel "Viaggio nelle sacre scritture", che ci è
promesso, l'autore sarà affiancato da Silvia Giacomoni e Giusi
Quarenghi. Scrittrici che si sono già addentrate nella Bibbia, e a
più riprese.
In particolare, nel 2003, anno fecondo di
edizioni, uscì La Nuova Bibbia Salani di Silvia Giacomoni, di
recente riproposta in una nuova edizione, uscirono i "Salmi per
voce di bambino", ripresi
da Giusi Quarenghi per San Paolo e usci anche una singolare
"antologia" dalla Bibbia, tutta al femminile scritta da Beatrice
Masini per EL Edizioni,
La spada e il cuore.
Donne attorno alla Bibbia. Giornaliste e scrittrici si cimentano con l’opera di molto “spavento”, come la definisce
Silvia Giacomoni, che la racconta per intero; si concentrano sulle
sue figure femminili, regalando loro vita un’altra volta (Beatrice
Masini); ne ripetono i Salmi, adattandoli
“per voce di bambino” (Giusi Quarenghi).
Raccontano, ciascuna nel modo proprio,
marcando di suono, ritmo e stile, parole antiche. Ed esse
rifioriscono di luce nuova, spingendo i loro testi dalla parte di
tutti.
Di chi li coltiva per studio e per passione e
di chi li ha sentiti nominare o raccontare nelle versioni più
improbabili, per esempio, bambini e ragazzi. Con illustrazioni,
anch’esse assai diverse nella loro provenienza ma di molto risalto
nei rispettivi contesti. Gli interventi sono di Mimmo Palladino (per
la Bibbia di Giacomoni), di Octavia Monaco (per “le donne” di
Beatrice Masini) e di Michele Ferri (per i “Salmi” di Quarenghi).
Come sarà questa nuova voce "discordante" per genere, questa voce
giovane e maschile, che s'aggiunge a una compagnia così autorevole,
e femminile, e s'avventura intrepida nell'opera di molto "spavento",
alla ricerca di incontri?
Questa voce giovane e maschile racconta. Racconta come se aprisse la
porta a un grande romanzo. Il romanzo del mondo. Popolato di
personaggi. Vivi, concreti, che s'affacciano sulla scena, si dicono
e si ritirano. Per poi rientrare per tempo, nel punto giusto della
parte assegnata. Di volta in volta, asserragliati nel loro capitolo
a dire "io", ma come se fossero in dialogo con chi viene dopo di
loro. Un raccordo, una contiguità. Una genealogia, un
popolo che attende di essere l'eletto. Primo motore di questo teatro
del mondo è Dio, e Dio è solo Dio. A tutte le creature a cui Dio fa
spazio nel divenire del mondo è riservata una sorte decisa da Dio e
questa sorte è inscritta nel titolo del breve capitolo intestato a
ciascun personaggio. I fatti che accadono in questo romanzo del
mondo sono fatti voluti da Dio. Sono fatti di meraviglia. Che non
succedono in nessun altro romanzo. Eppure suscitano l'eco di un
ricordo d'infanzia smarrito.
Isacco. Ti aveva colpito. Sai come andrà a finire quella storia.
Invece, mentre leggi, adesso qui, su queste pagine, hai paura ancora
che l'angelo Michele non arrivi in tempo. E vai avanti, ansioso,
chiedendoti, sì ma questa volta come andrà a finire? E ogni volta ti
chiedi come andrà a finire questa volta. Perché ogni volta non sai
come andrà a finire.
E' a tinte forti questo romanzo. Ti sembra che non possa reggere sul
filo del rasoio, che prima o poi si perderà. E invece questo romanzo
non si perde. Anzi, arriva ad una svolta. E' la seconda parte del
romanzo. S'intitola "il Dio con noi". Era molto attesa questa
seconda parte della storia. Dove si parla dell'arrivo di Gesù.
Questo racconto della Bibbia - dal Vecchio al Nuovo Testamento - ha
buone probabilità di essere letto da capo a fondo. E sarebbe la
prima volta per molti.
Più in generale, interroghiamoci sul senso di queste iniziative
editoriali.
Innanzitutto, perché "pensare" a una Bibbia per i bambini, per i
ragazzi? perché pensare di introdurli ad un'opera, ripetiamo con Giacomoni,
"di molto spavento" e, comunque la si consideri, sicuramente
di non facile approccio?
Ritorniamo daccapo.
Si fa un gran discorrere dell'importanza del leggere, leggere fin da
piccoli, e lo si motiva nei modi più svariati. Che si deve leggere
ormai lo ripetiamo come un ritornello. Diamo per così scontato
questo "dover essere lettori", così acquisito, che un sussulto
rispetto a questa determinazione, un sospetto di predica o missione,
non si sa in nome o per conto di chi, qualche volta vengono, si
fanno strada. Allora ci si deve proprio fermare. Per ripensare. Se
no, imperativo o slogan, a seconda dei casi, questo "si deve
leggere" sembra perdere tutta la sua carica.
Dunque, interroghiamoci. "Perché si deve leggere? o noi pensiamo che
si debba fare? Perché consideriamo un bene necessario la lettura? E
ancora, e meglio, e in modo più pertinente a questo contesto: perché
desideriamo, perché vogliamo che i bambini leggano?
Se dovessimo davvero incentrare il nostro discorso su questo quesito
e non lo considerassimo un espediente retorico per mettere sul
tavolo alcune considerazioni, ci toccherebbe l'impresa di scomodare
una biblioteca intera, e dovremmo invocare gli antichi perché ci
soccorrano nella vertiginosa ricerca. Perché porsi questa domanda
significa andare alle origini del pensiero, della cultura
occidentale, della nostra cultura. Che è una cultura scritta. Da
leggere. A cominciare dalle tavolette vergate dagli antichi e dalla
Bibbia.
In fondo, la letteratura ai suoi albori, sotto forma di miti
religiosi e di altra natura, ha permesso all'uomo di esplorare il
significato della sua esistenza e l'ordine del mondo. Nacque quindi
per dare forma alle visioni dell'uomo.
Anche quando
la scrittura diventò più comune, gran parte della letteratura
registrata
era ancora dedicata ad argomenti connessi con la religione, tanto
che si è universalmente creduto che "Al principio era la parola, e
la parola era con Dio, e la parola era Dio". Per millenni la
scrittura e la lettura sono state arti arcane che conferivano poteri
e privilegi speciali. Ci volle una lotta lunga e difficile prima che
all'uomo fosse permesso di leggere le Scritture, e la stampa, non
dimentichiamolo, cominciò con una edizione della Bibbia e
successivamente di altri testi religiosi. Fu dal Buon Libro
che s'insegnò ai bambini a leggere, e solo dopo che
all'uomo si permise di leggere le Scritture l'istruzione diventò
universale.
Leggere la Bibbia ha quindi le sue buone motivazioni.
Si, ma come "farla leggere"?
Questo è il soccorso che ci portano le opere che abbiamo già citate
e anche quest'ultima, benvenuta, Nella Bibbia ho incontrato
di Domenico Baccalario.
(di
Rosella Picech,
Alicenelpaesedeibambini.it, Marzo 2013)
(continua)
4)
La Fiera oltre la Fiera)