SPECIALE FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI 2013

FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI 2013. 50a edizione. Bologna, 25 – 28 Marzo 2013. Un viaggio fra convegni, libri, tendenze, notizie ("in italiano"). A tappe.
1)Libri e bambini (0-5 anni); 2)Se non classici, almeno Classicini; 3)Attorno alla Bibbia: libri e dibattito

1) Libri e bambini (0-5 anni)


PICCOLE GRANDI STORIE CHE AIUTANO A CRESCERE. Chiamiamole così. Così come si enuncia l’incontro sulla lettura e i libri dedicati ai più piccoli, da 0 a 5 anni, che si terrà alla Fiera del Libro per ragazzi, a cura del Battello a Vapore-Edizioni Piemme (Mercoledì 27 marzo 2013 ore 11.00, Sala Notturno – Centro Servizi - Blocco D – 1° piano). Intervengono: Alice Fornasetti,  Giovanni Peresson, Nicoletta Bacco, Anna Maria Davoli, Domitilla Ferrari, Emanuela Nava, Desideria Guicciardini.

Che Bambini e ragazzi leggano più della media della popolazione adulta, lo sappiamo da tempo. Ma che questa pratica sia  elettivamente prerogativa della prima infanzia forse lo ignoravamo.
Infatti “il 63,3% dei bambini di 2-5 anni (in proiezione 1,4 milioni di bambini) legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti giorni al di fuori dell’orario scolastico e, soprattutto, questa percentuale cala al 54,3% tra i 6-10 anni quando i bambini iniziano a frequentare la scuola elementare”. Questi dati li anticipa Giovanni Peresson (Centro studi Aie) sul Giornale della Libreria di Marzo 2013, in attesa di sottoporre ad analisi, e a ipotesi di motivazione, chissà quali altri dati, al convegno in cui è relatore, “Piccole grandi storie che aiutano a crescere”.
Nell’incontro, verranno affrontati e approfonditi i  vari aspetti che ruotano attorno al tema dei libri e della lettura nei primi anni, la fascia di età in cui si formano e si consolidano le prime abitudini alla lettura.
Dell'importanza della lettura fin da piccoli (appunto 0 -5)  sostenuta da studi e ricerche sull'età evolutiva, evidenziata dalla pratica di associazioni di pediatri e bibliotecari, tratta un bel libro, che si troverà a Bologna, scritto da Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin Libro fammi Grande edito da Idest.
Gli studi sull'età infantile richiamano necessariamente l'apporto di diverse competenze scientifiche, che si raccordano nello stabilire o ipotizzare, statisticamente, i comportamenti più o meno adeguati, riferiti all'età. Essendo molti gli studi, si ha la possibilità di entrare in contatto, attraverso il libro, con le conclusioni degli specialisti da molte angolazioni, alcune delle quali sovrapponibili, altre di sfaccettatura maggiore. Ma tutti convergono nello stabilire l'importanza del "bambino lettore", sostenendo che una lettura precoce agevola tanto lo sviluppo delle capacità conoscitive quanto l'instaurarsi di buone relazioni affettive.
Sicuramente gli studi che danno tanto valore alla lettura fin dai primi anni di vita, e l’attivo prodigarsi di pediatri e bibliotecari, riuniti in associazione (Nati per leggere) per favorire la nobile causa della “lettura ad alta voce”, avranno influito sull’incremento della lettura in età prescolare e indotto Piemme a  organizzare il suo incontro, ma una cosa è certa e non può non essere messa nel conto. Che il fenomeno abbia anche delle ragioni da ricercarsi nell’offerta editoriale.

Di quanto avrà innalzato il tasso di lettura quel personaggio semplice e complesso, intrattenitore di bambini, benedetto e non del tutto compreso dai genitori, indagato dagli studiosi, che risponde al nome di
PEPPA PIG
?
  Si tratta della maialina resa celebre da una serie televisiva destinata ai bambini in età prescolare, transitata nei libri pubblicati in Italia da Giunti Kids per la cura dell’editor Silvia D’Achille, fenomeno indiscusso dell’editoria di settore nel 2012, con vendite sbalorditive in tutto il mondo.
Peppa Pig h
a spodestato i primati di “Pimpa” e di  “Pina” nel cuore dei bambini? E se ha fatto (in certo senso) tabula rasa di molti “personaggi-guida” di diverse generazioni di bambini, perché lo ha fatto?Ci si potrebbe sbizzarrire nella ricerca di  motivazioni. La multimedialità c’entra. Trovare la beniamina in tv, in internet, nei libri, molti dei quali provvisti di allegati, pronta ad accogliere i bambini, in ogni volumetto che la racconta, e a farne altri amici, accanto a quelli che la circondano nell’allegro carosello della sua vita, completa di mamma papà e fratello più piccolo (l’impagabile George, dalle lacrime a spruzzo), conta. Certo che conta. Tutto qua?
Provate a guardarla. Lei, ma anche gli altri personaggi della sua “specie”. E troverete i vostri ritratti da piccoli. Nel tentativo di girarli un po’, magari messi di profilo, riusciti in un disegno che sembra invocare infantilmente prove d’autore cubista. E’ così che i bambini si vedono? Peppa Pig è come loro? Sì e no. Forse per questo l’amano e la seguono. Peppa Pig  è semplice, diretta, brava e pasticciona, come ogni bambino. Ma Peppa Pig è anche “maialina”. Nel suo “zoo umano”, abitato da parenti, affini e amici, ci si comporta come succede da sempre nelle favole: si gioca agli uomini. Ma non ci si dimentica della propria origine. E ogni occasione è buona per ritornare a un sonoro grugnito e un’altra ancora per rotolarsi estasiati nella pozzanghera. E non si è redarguiti! Che riscatto per i bambini!
Accanto alle infinite ristampe, i nuovi titoli: Le canzoncine di Peppa Pig, con cd allegato,e Io coloro.

Comunque non di solo Peppa vive il bambino di questi tempi.
Di primi libri, ancora giochi, ma libri (0 -3 anni), abbonda il mercato italiano. Collane appositamente studiate, per facilitare fra le braccia della mamma la nascita del “bambino lettore”, da anni perseguono il loro felice proposito. Alcune di ottima qualità   (es Baby Smart di Ape Junior, ZeroTre di Franco Panini editore). Ma da non dimenticare la cura che attraverso gli anni e attraverso alcune collane ha prodigato Emme Edizioni, marchio di EL per i più piccoli (primi libri di stoffa, di cartone, il primo libro di Kika…) e la sua più recente collana Ullallà!, premio speciale 2011 di Nati per leggere. Libri quasi senza parole, di eleganza grafica, di robusto cartone, con pagine lucide e fustellate, ad angoli smussati, con buchi, che occhieggiano i particolari delle illustrazioni (sempre d’autore) della pagina successiva, stimolando curiosità e sollecitando ragionamento e immaginazione. Soggetti proposti: la mamma, l’ape, il sole, gli animali, in contesti semplici, facilmente riconoscibili. Nomi importanti quelli degli autori, per citarne alcuni, Alessandro Sanna, Nicoletta Costa, Sophie Fatus. Nell’ultimo visto, Quanto manca?  di Giulia Orecchia, sono le stelle che “contano” il tempo (da 10 a 1) che manca (sorpresa finale, a Natale), in una sorta di originale calendario dell’Avvento proposto ai più piccoli. In pagine disseminate di foglie, uccelli, castagne, pigne, dolcetti, fiori, funghi … l’attesa conta un giorno in meno e una sorpresa in più. Fino alla trionfale sorpresa finale.

Ma se si tratta di prime letture, e l’età (si fa per dire) si porta avanti, si sposta un po’ di più, diciamo oltre i 3 anni, allora sì che le proposte si diversificano, per intenti e formati.
Una buona tradizione di collane progettate a misura di età composte di librini maneggevoli riporta agli anni Ottanta, e l’eco di suggestivi “Junior”, “Prime pagine”, “Pagine bianche” per battelli a vapore … aleggia ancora benevolmente su una certa produzione odierna. Per esempio sui Sassolini Mondadori. Che, mantenendo la loro impostazione d’origine, suddivisi per livelli di competenza del piccolo lettore, coprono un arco  a tappe, che va dalla “scuola dell’infanzia” a “storie e rime per tutti”, riservandosi una parte finale, che sollecita i bambini ad attivarsi in disegni giochi indovinelli, di implicito intento didattico. Questi “primi sassolini” , di nuova uscita, graficamente seducenti, illustrati a grandi disegni che trionfano in piccole pagine scritte in stampatello maiuscolo, fanno al caso nostro. Ancor più se si considera che I bambini hanno le ali  si muove nell’allegra eleganza del disegno di Desideria Guicciardini e nella tenera dimestichezza con la psicologia dell’infanzia che ha la scrittura di Emanuela Nava, convocate entrambe al tavolo del convegno  “Piccole grandi storie che aiutano a crescere”. Da annotare anche Mille sono i mestieri, scritto da quello straordinario inventore di immagini e parole che risponde al nome di Roberto Piumini; di mestieri ce n’è per tutti i gusti, tanti quanti sono i pensieri dei bambini rispetto a ciò che vorrebbero fare da grandi, per esempio, (udite, udite!):  “il riprenditore di palloncini”, “l’addestratore di stringhe”, “l’arrotondatore di polpette”, “il collezionista di coriandoli”… leggere, per innamorarsene. E, fresco come uovo di giornata, anche un librino Chi c’è tra i miei capelli, che palpita di idee e di voli, nei disegni arguti e divertenti di Sualzo e nella storia minima e intelligente di Silvia Vecchini.
In questa categoria, anche “Il battello a vapore”, collana di lungo corso, raggiunge i lettori più piccoli con i libretti della “serie Arcobaleno”, di poche pagine, con testi in stampatello, illustrazioni a colori, che raccontano piccole storie a bambini di 3-5 anni, fornendo loro anche disegni e giochi finali. Gli ultimi usciti Un postino speciale di Guido Quarzo (che impresa recapitare alla principessa la pozione magica della strega!) e Il pirata Pastafrolla di Sebastiano Ruiz Mignone (che cosa possedeva quel pirata oltre a una nave con tanti marinai?)

Come nel caso di Peppa Pig, è il personaggio (il più attuale character), che s’impone e permane nell’immaginario dei bambini. Quando lo conoscono, se piace, vogliono ancora e ancora quello.

Succede con ELMER di David McKee. Durante gli studi, l’inglese David McKee (Devonshire, 1935), laureato al Plymouth College of Art, ha cominciato a interessarsi ai cartoni animati, li ha prodotti, e questa è stata la sua attività fino a che, entrato in contatto con riviste internazionali e collaborando anche con il supplemento educational del Times, si è fatto “contagiare” dai libri. Fra i molti personaggi, cui dà “vita animata” sulla carta, emerge “l’elefante variopinto”. E’ Elmer, beniamino dei bambini in tutto il mondo.
Tutti i colori di  Elmer , di recente pubblicazione per Mondadori, è una raccolta di sei grandi storie, apparse separatamente in libretti di vario formato, in collane diverse. Davvero una scorpacciata di Elmer, una buona prospettiva da cui valutarlo.
Elmer, Arlecchino concepito fuori d’Italia, spicca nel suo manto a scacchi multicolori in una pagina ammutolita al cospetto di tanto prodigio. Invece di essere grigio come i suoi simili, Elmer sembra uscito da un’opera pop per allietare, stupire, educare i suoi piccoli fan.
Elmer è allegro, Elmer è saggio, Elmer è generoso, Elmer è arguto. E’ tutte queste cose assieme, quando tratta con i suoi simili e quando tratta con gli altri, quando aiuta e quando si fa aiutare. Elmer, l’elefantino variopinto, è un diverso che assegna alla sua propria diversità un carattere distintivo, vivendola  come occasione e non come esclusione.  Nel mondo di Elmer c’è posto per tutti, per gli elefanti grigi, gli ippopotami, le farfalle anche, ma scimmie, giraffe, tigri e tutti gli abitanti di una savana immaginaria s’affacciano a completare, in pagine di inaudito splendore, un inno alla ritrovata felicità della favola. Perché in fondo a ogni storia di Elmer, come nella favola antica, risuona una buona morale.

I cuccioli di tutto il mondo sono teneri. Diventano tenerissimi quando assumono le sembianze di PIUMA.
Piuma è l’orsetto polare reso celebre dai racconti di  Hans de Beer, illustratore e autore olandese,  pubblicati  da Nord Sud Edizioni. In occasione dei 50 anni dell’editrice, è uscito un volume di grande formato, Il mondo di Piuma, che raccoglie alcune delle più belle e significative avventure del personaggio, e si apre sull’esordio di Piuma.  Piuma dove vai?” (1987). E’ il suo battesimo. In quelle pagine di struggente bellezza figurativa, che ambientano un Polo Nord avvolto nel bianco del ghiaccio, tradito a tratti dal colore del mare o dal chiarore imprevisto del cielo, s’imprime il carattere del personaggio. Quella è la sua casa. Lui è un orso bianco. Lì ci sono il suo papà e la sua mamma. Ma il caso, che non sempre è avverso, anche se strappa i cuccioli alla loro tana, spinge Piuma altrove. In altri incontri, altri paesaggi. Altre pagine di bellezza incontenibile. E’ il primo viaggio di Piuma. Addirittura in Africa. Viaggio d’avventura e iniziazione. Dal nord al sud del mondo. Alla scoperta di una realtà che esiste oltre i ghiacci di casa.
Il cucciolo avanza e si ritrae. E’ coraggioso e spaventato. Soprattutto curioso. Facile, quando s’incontrano gli ippopotami burloni, le aquile sicure, le balene amiche: sono “i grandi”, burberi e protettivi, sono come dei papà e delle mamme, in assenza di mamma e papà. Ma quando l’incontro capita  con altri cuccioli?
Tigrotti ansiosi, husky intemperanti, renne tremebonde, balene sfiduciate. Si tratta sempre di trovare una strada che riporta a casa. Dai boschi ai deserti, dalle pianure alle montagne, e ancora ai ghiacci. E Piuma allora diventa grande. E sprona, incoraggia, tempera. Come farebbe il suo papà con lui.
Il mondo di Piuma è davvero un mondo di tutti, non ci sono confini, non ci sono steccati, non ci sono barriere. Libero accesso. Gli animali non hanno paura degli animali. Solo degli uomini. I cacciatori di orsi e balene. I costruttori di reticolati da abbattere. Da loro bisogna guardarsi. Da loro, scappare…

 Quando disegno un libro per bambini, il primo bambino che voglio sia entusiasta del mio lavoro sono io!” Ed è quel Bambino, sia che si chiami Enrico, Leo, Ruperto, Gilberto, Alfredo o semplicemente Bambino, il protagonista delle sue storie.
Oliver Jeffers artista, pittore ma soprattutto famoso illustratore, non ha mai potuto rinunciare da bambino a “indossare uno dei miei tanti cappelli di lana con pompon”. Girate sul web e lo vedrete spesso (che legge un libro o “ insegna” il suo disegno) e lo vedrete bello, baciato da una  grazia  che tradisce ancora il fascino di una certa qual vicinanza all’infanzia e, soprattutto, ancora in giro con un berretto munito di pompon. 
E’ lui, proprio lui, Oliver Jeffers (
1977 Port Hedland, Western Australia), che fa di quel sé bambino il suo Personaggio in ogni libro.
Poi però, per prenderne un po’ le distanze, guardarlo meglio, non sciogliersi di tenerezza di fronte ai suoi sentimenti assoluti, non farsi travolgere dalla sua spontaneità e dal suo disarmante candore, non vergognarsi della sua balordaggine, non esaltarsi della sua genialità, Oliver Jeffers, di storia in storia, CAMBIA.
Camuffa il suo personaggio. Ne cambia il contesto. Ne cambia il disegno. Ma non c’è bisogno di cercare una cifra per identificarlo.
Le storie surreali di Jeffers prendono vita  da un quadro di valori ben definito, implicitamente affermato e discusso con levità e umorismo, in una sorta di gioco, che prevede un percorso di crescita (l’amicizia, l’amore, la diversità , l’uguaglianza, l’omologazione, la condivisione).  
Uno sguardo di bambino e uno sguardo di adulto che guarda sé bambino si fissano sulla carta, in affascinanti combinazioni
di acquerelli, disegni a inchiostro o matita, caratteri stampati con scrittura a mano, paesaggi di colore e spazi bianchi per oggetti “in esposizione”, che di volta in volta adeguano lo stile del tratto al senso della storia narrata.  
I libri di Oliver Jeffers  sono pubblicati in Italia da ZooLibri; al primo albo illustrato, L’incredibile bimbo mangia libri, 2009 (dove  il Bambino impara a sue spese la differenza fra lettera e metafora), hanno fatto seguito, con il ritmo di uno all’anno, Chi trova un pinguino (dove il Bambino comincia a decifrare i sentimenti propri e altrui), Nei guai, (come per tentativi ed errori – in un crescendo esilarante- si risolvono”enormi” problemi), Gli Ughi e la maglia nuova (dove per non essere diversi si finisce per essere tutti uguali, e viceversa), e Quest’alce è mio (2013) dove il Bambino impara che non c’è “tavola delle regole”  che tenga: l’amore, l’amicizia non sono un esclusivo possesso (fosse pure dell’Alce del libro, venuto dal nulla) ma si possono ottenere solo se si condividono.


2) SE NON CLASSICI, ALMENO "CLASSICINI"

Di riduzioni e adattamenti è affollata l'infanzia di ogni lettore, segnata anche dalle parodie di Disney o,  dagli exploit di Geronimo Stilton, più vicini nel tempo.
I classici per l'infanzia si sono prestati a molte versioni, in nome di varie pedagogie. L'intransigenza di alcuni, che dell'originale vantano il primato, si è tradotta, editorialmente, in volumi eleganti, impreziositi da illustrazioni d'autore oppure in collanine segnate da una pretesa minore ma pur sempre attente ad alleggerire i volumi, prevalentemente in brossura, con disegnini in bianco e nero o anche a colori.
Ruppe la tradizione la collana di classici della Piemme - Il Battello a vapore a metà degli anni Novanta. Le scelte editoriali di Piemme Junior, influenzate, soprattutto all'epoca, da un rapporto privilegiato con la scuola, guardarono con interesse a una collana dell'editrice Gallimard. Nacquero "I classici del Battello a vapore". Che cosa avevano di distintivo questi volumi, eleganti e accurati nell'aspetto formale, rispetto ai tanti altri confezionati con gli stessi criteri? Vantavano un testo originale integro, tradotto appositamente per l'edizione in un linguaggio attuale e molto leggibile, un percorso visivo e documentario, un progetto grafico d'avanguardia. Vero. Inoltre a margine di ogni singola pagina di ogni romanzo pubblicato, scorrevano come piccoli film d'epoca, immagini e testi, che rimandavano a date della storia, davano ragione di luoghi, città, fatti, indicati nei testi. Un progetto ambizioso, forse più orientato alla formazione di uno scolaro che di un lettore. E, infatti, dalla scuola arrivò la più consistente approvazione alla collana che, dopo molte edizioni in vari formati, è approdata all'edizione attuale, predisposta per i vent'anni dell'editrice.


Lo smalto dell'immagine recupera lettori ai classici?
Di rinnovato vigore la proposta editoriale che scorpora testi compiuti - racconti, novelle - dalle raccolte d'origine, convogliandoli in volumi a se stanti, in genere di grande formato, con illustrazioni d'autore. Il testo diventa  "più breve" e s'avvantaggia della doppia lettura generata dalle figure. Bene ha fatto Emme Edizioni a riproporre un Rodari ringiovanito dalle interpretazioni di illustratori straordinari e bene ha fatto Orecchio Acerbo a dedicare ai classici una raffinata collana, I Libri col poster, che affianca  all'interpretazione illustrativa di autori di vaglia anche una lettura critica del testo, demandata a firme prestigiose. Non propriamente destinata all'infanzia. Ma parlare di destinazione (quale libro a chi) aprirebbe un discorso molto lungo. Lo condensiamo in poche righe, ricorrendo alla filosofia dell'editrice, largamente condivisa nel mondo editoriale, sicuramente interessato al proselitismo anche al di fuori dei confini assegnati: "L'albo illustrato varca il confine del libro per bambini fondendo insieme autori celebri e giovani illustratori. Immagini e parole riletture e sguardi insoliti, adattamenti e interpretazioni: lampi - luci abbaglianti- che illuminano squarci del mondo della letteratura". Interessante, Non giocarti mai la testa con il diavolo, racconto di "un esilarante,  e nerissimo Edgar Allan Poe che si prende gioco delle assurde pretese morali della critica, sbeffeggiandole con sarcasmo", parola di Paolo Cesari (Orecchio acerbo), il volume è illustrato dalle immagini di Giacomo Garelli che gli fanno da spalla e completato da una postfazione di Goffredo Fofi.
Suscita curiosità, fin dalla copertina un altro volume di Orecchio acerbo, un inedito. Un racconto di R.L. Stevenson, scritto a Davos (ah, quei sanatori svizzeri, suscitatori di tante suggestioni letterarie!), nel periodo in cui vi soggiornò per curarsi, e illustrato da Henning Wagenbreth.
Il pirata e il farmacista s'intitola, pronto a identificare una coppia immancabilmente surreale.
Non è l'isola del tesoro ma ci sono mari pirati e arrembaggi, e neppure un buono e un cattivo. Ma solo un balordo e un malvagio. Una ballata disperata e grottesca, un racconto dilemma. A tinte forti, esagerate, ridicole, esasperate dagli strabilianti disegni a colori di un originalissimo artista.
S'apre il teatro sull'infanzia di Ben e di Rob, due amici ritratti da piccoli, in quadri che già presagiscono il loro diverso futuro. Pirata feroce terrore dei mari ma praticante una sua privata morale l'uno, subdolo servo diventato spietato padrone l'altro. Due facce di una stessa moneta di pessimo conio. Il confronto continuo, durato una vita in scene diverse, arriva a una stretta finale. L'epilogo alla grand guignol, sorprendente e spettacolare compiacerà sicuramente i lettori più piccoli.

Se si esce dal recinto dell'intangibilità del testo, del culto dell'originale, ci si può imbattere anche in alcuni interessanti progetti.
Si è realizzato all'insegna del concetto di "grande"
Save the Story del Gruppo L'espresso, in collaborazione  con la Scuola Holden: "Save the Story è una missione in forma di collana: salvare le grandi storie dall’oblio raccontandole alle nuove generazioni". Dunque grande missione, grandi storie, grandi autori, grandi "raccontatori" e anche  grandi illustratori, per reinterpretare e raccontare nuovamente i grandi classici della letteratura mondiale. Per un racconto fatto dai grandi ai bambini. Leggere i promessi sposi raccontati da eco .... in compagnia di mamma e papà, lettori ad alta voce per i loro bambini.
Si muove invece all'insegna del concetto di "piccolo" il progetto di EL. Classicini si chiama la collana. E i grandi nomi, le grandi storie sembrano darsi meno arie in questa nuova sistemazione: volumetti illustrati, agili, tascabili, da trattare con disinvoltura e confidenza, libri per tutti i giorni e non per grandi occasioni. Libri per i bambini, direttamente per loro. Non chiamano in causa alcuna mediazione. Non invocano la scuola, non richiedono l'intervento della mamma.
Fedele a un'impostazione, che considera
fondante la gradualità di approccio del bambino al libro, l'editrice, guidata da più di trent'anni da Orietta Fatucci, selezionata nella rosa dei finalisti dell’Area Europea alla candidatura del  Bologna Prize for the Best children's Publishers of the year, non ha voluto sottrarsi alla sfida di cimentarsi coi classici. I primi titoli dei Classicini sono stati scelti tra i libri più noti e più amati: L'isola del tesoro, Piccole donne, il giro del mondo in 80 giorni, Zanna bianca, Robin Hood, I viaggi di Gulliver e sono stati affidati alla riscrittura di alcuni grandi narratori per ragazzi di oggi, come Roberto Piumini, Pierdomenico Baccalario, Beatrice Masini, Guido Sgardoli.
Probabilmente per i bambini d'oggi,
Il giro del mondo in 80 giorni o Piccole donne sono dei film. Passano in televisione, non c'è bisogno di andare al cinema. A loro interessa la vicenda narrata. Del resto, i bambini d'oggi hanno dimestichezza con la lettura in molti formati. Impareranno che quella storia può anche essere letta in un libro. E nei Classicini, che sono dei libri, la storia risulta piacevole e piana.
Ma c'è un'avvertenza. Sul frontespizio si dice che Il giro del mondo in 80 giorni è scritto da Roberto Piumini ma è tratto "da Jules Verne" e Piccole donne è scritto da Beatrice Masini ma è tratto "da Louisa May Alcott". Curiosi sono curiosi, i bambini. Magari cercano in Internet. E non è detto che l'anno dopo,
Il giro del mondo in 80 giorni o Piccole donne se lo leggano con l'iPad (se ci sarà ancora l'iPad!)



ATTORNO ALLA BIBBIA
- LIBRI E DIBATTITO

"NELLA BIBBIA HO INCONTRATO"
Il convegno organizzato dalle Edizioni San Paolo, in collaborazione con Salani Editore e Rizzoli, prende titolo e occasione dal volume, Nella bibbia ho incontrato, che sarà presentato alla Fiera, scritto da Pierdomenico Baccalario e pubblicato dall'editrice (Sala Suite, lunedì 25 Marzo 2013, ore 11.00-13.00).
Nel "Viaggio nelle sacre scritture", che ci è promesso, l'autore sarà affiancato da Silvia Giacomoni e Giusi Quarenghi. Scrittrici che si sono già addentrate nella Bibbia, e a più riprese.
In particolare, nel 2003, anno fecondo di edizioni, uscì La Nuova Bibbia Salani di Silvia Giacomoni, di recente riproposta in una nuova edizione, uscirono i "Salmi per voce di bambino", ripresi da Giusi Quarenghi per San Paolo e usci anche una singolare "antologia" dalla Bibbia, tutta al femminile scritta da Beatrice Masini per EL Edizioni, La spada e il cuore.
Donne attorno alla Bibbia. Giornaliste e scrittrici si cimentano con l’opera di molto “spavento”, come la definisce Silvia Giacomoni, che la racconta per intero; si concentrano sulle sue figure femminili, regalando loro vita un’altra volta (Beatrice Masini); ne ripetono i Salmi, adattandoli  “per voce di bambino” (Giusi Quarenghi).

Raccontano, ciascuna nel modo proprio, marcando di suono, ritmo e stile, parole antiche. Ed esse rifioriscono di luce nuova, spingendo i loro testi dalla parte di tutti.
Di chi li coltiva per studio e per passione e di chi li ha sentiti nominare o raccontare nelle versioni più improbabili, per esempio, bambini e ragazzi. Con illustrazioni, anch’esse assai diverse nella loro provenienza ma di molto risalto nei rispettivi contesti. Gli interventi sono di Mimmo Palladino (per la Bibbia di Giacomoni), di Octavia Monaco (per “le donne” di Beatrice Masini) e di Michele Ferri (per i “Salmi” di Quarenghi).
Come sarà questa nuova voce "discordante" per genere, questa voce giovane e maschile, che s'aggiunge a una compagnia così autorevole, e femminile, e s'avventura intrepida nell'opera di molto "spavento", alla ricerca di incontri?
Questa voce giovane e maschile racconta. Racconta come se aprisse la porta a un grande romanzo. Il romanzo del mondo. Popolato di personaggi. Vivi, concreti, che s'affacciano sulla scena, si dicono e si ritirano. Per poi rientrare per tempo, nel punto giusto della parte assegnata. Di volta in volta, asserragliati nel loro capitolo a dire "io", ma come se fossero in dialogo con chi viene dopo di loro. Un raccordo, una contiguità. Una genealogia, un popolo che attende di essere l'eletto. Primo motore di questo teatro del mondo è Dio, e Dio è solo Dio. A tutte le creature a cui Dio fa spazio nel divenire del mondo è riservata una sorte decisa da Dio e questa sorte è inscritta nel titolo del breve capitolo intestato a ciascun personaggio. I fatti che accadono in questo romanzo del mondo sono fatti voluti da Dio. Sono fatti di meraviglia. Che non succedono in nessun altro romanzo. Eppure suscitano l'eco di un ricordo d'infanzia smarrito.
Isacco. Ti aveva colpito. Sai come andrà a finire quella storia. Invece, mentre leggi, adesso qui, su queste pagine, hai paura ancora che l'angelo Michele non arrivi in tempo. E vai avanti, ansioso, chiedendoti, sì ma questa volta come andrà a finire? E ogni volta ti chiedi come andrà a finire questa volta. Perché ogni volta non sai come andrà a finire.
E' a tinte forti questo romanzo. Ti sembra che non possa reggere sul filo del rasoio, che prima o poi si perderà. E invece questo romanzo non si perde. Anzi, arriva ad una svolta. E' la seconda parte del romanzo. S'intitola "il Dio con noi". Era molto attesa questa seconda parte della storia. Dove si parla dell'arrivo di Gesù.
Questo racconto della Bibbia - dal Vecchio al Nuovo Testamento - ha buone probabilità di essere letto da capo a fondo. E sarebbe la prima volta per molti.

Più in generale, interroghiamoci sul senso di queste iniziative editoriali.
Innanzitutto, perché "pensare" a una Bibbia per i bambini, per i ragazzi? perché pensare di introdurli  ad un'opera
, ripetiamo con Giacomoni, "di molto spavento" e, comunque la si consideri, sicuramente  di non facile approccio?
Ritorniamo daccapo.
Si fa un gran discorrere dell'importanza del leggere, leggere fin da piccoli, e lo si motiva nei modi più svariati. Che si deve leggere ormai lo ripetiamo come un ritornello. Diamo per così scontato questo "dover essere lettori", così acquisito, che un sussulto rispetto a questa determinazione, un sospetto di predica o missione, non si sa in nome o per conto di chi, qualche volta vengono, si fanno strada. Allora ci si deve proprio fermare. Per ripensare. Se no, imperativo o slogan, a seconda dei casi, questo "si deve leggere" sembra perdere tutta la sua carica.  
Dunque, interroghiamo
ci. "Perché si deve leggere? o noi pensiamo che si debba fare? Perché consideriamo un bene necessario la lettura? E ancora, e meglio, e in modo più pertinente a questo contesto: perché desideriamo, perché vogliamo che i bambini leggano?
Se dovessimo davvero incentrare il nostro discorso su questo quesito e non lo considerassimo un espediente retorico per mettere sul tavolo alcune considerazioni, ci toccherebbe l'impresa di scomodare una biblioteca intera, e dovremmo invocare gli antichi perché ci soccorrano nella vertiginosa ricerca. Perché porsi questa domanda significa andare alle origini del pensiero, della cultura occidentale, della nostra cultura. Che è una cultura scritta. Da leggere. A cominciare dalle tavolette vergate dagli antichi e dalla Bibbia.

In fondo, la letteratura ai suoi albori, sotto forma di miti religiosi e di altra natura, ha permesso all'uomo di esplorare il significato della sua esistenza e l'ordine del mondo. Nacque quindi per dare forma alle visioni dell'uomo.
Anche quando
la scrittura diventò più comune, gran parte della letteratura registrata era ancora dedicata ad argomenti connessi con la religione, tanto che si è universalmente creduto che "Al principio era la parola, e la parola era con Dio, e la parola era Dio". Per millenni la scrittura e la lettura sono state arti arcane che conferivano poteri e privilegi speciali. Ci volle una lotta lunga e difficile prima che all'uomo fosse permesso di leggere le Scritture, e la stampa, non dimentichiamolo, cominciò con una edizione della Bibbia e successivamente di altri testi religiosi. Fu dal Buon Libro che s'insegnò ai bambini a leggere, e solo dopo che all'uomo si permise di leggere le Scritture l'istruzione diventò universale.
L
eggere la Bibbia ha quindi le sue buone motivazioni.
Si, ma come "farla leggere"?
Questo è il soccorso che ci portano le opere che abbiamo già citate e anche quest'ultima, benvenuta, Nella Bibbia ho incontrato di Domenico Baccalario.


(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Marzo 2013
)


(continua) 4) La Fiera oltre la Fiera)


 

        torna alla home page

ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

tutti i diritti riservati