Il curriculum scritto da Octavia Monaco per “La pagina
illustrata” di “Alice nel Paese dei Bambini”.
”Una passione da sempre: trattenere con forme e colori pensieri
e percezioni.
Il disegno ha accompagnato le varie fasi della mia vita.
Da bambina ho disegnato per istinto come tutti, ma le
potenzialità espressive del disegnare le ho scoperte da
adolescente e questa attività quasi quotidiana mi ha permesso di
vivere un'altra dimensione rispetto alla dimensione fragile di
quella età.
Il desiderio di formarmi come disegnatrice o pittrice è stato
naturale, ma ho potuto realizzare questo sogno solo negli anni,
rinunciando ad impieghi lavorativi stabili per formarmi dapprima
come orafa poi come illustratrice autodidatta, salvo un anno in
Accademia e un corso a Sarmede, agli inizi, attorno al 1994.
Da dieci anni l'illustrazione è il mio lavoro, il mio mestiere.
Ho pubblicato vari libri, ho ottenuto lusinghieri riconoscimenti
ma mi sento in perenne trasformazione.
In questo periodo inseguo un nuovo miraggio: la pittura ovvero
l'illustrazione come possibilità pittorica.
Credo che questa più recente modalità artistico-creativa si
affiancherà , almeno per il momento, alla mia attività di
illustratrice.
Sono ritenuta un'illustratrice dedita particolarmente al
fiabesco e pur riconoscendomi in questo ruolo non sento del
tutto esaurite le mie possibilità nell'editoria per ragazzi.
Di questo settore della mia attività, sono attratta
soprattutto dalla possibilità di approfondire la lettura dei
testi, ricercandone gli aspetti meno immediati e palesi per
farne emergere rimandi più archetipici.
In questo senso mi nutro anche come lettrice.
Quale insegnante, è per me importante che ogni ragazzo in
formazione sperimenti l'immagine come spazio di ricerca ed
espressione personale.
Una breve intervista
Be’, leggere un curriculum così congegnato la dice lunga su
ambizioni non dichiarate. Ti piacerebbe scrivere? l’hai mai
fatto? Hai nel cassetto testi cui daresti volentieri volto e
forma completamente tuoi?
Non nascondo che amo la parola, sono ricettiva alla sua
musicalità, sia nello scritto che nel parlato.
Prediligo un linguaggio metaforico capace di evocare ed
esprimere più di ciò che apparentemente dice e così succede
anche con l'immagine.
Ho adottato quest'ultima come territorio espressivo perchè il
linguaggio figurativo è il primo che ho conosciuto e utilizzato
spontaneamente ed è anche per questo, suppongo, che continuo a
preferirlo. Non escludo, però, di scrivere, un giorno.
Cosa vuoi dire quando dici che insegui un nuovo miraggio: “la
pittura ovvero l’illustrazione come possibilità pittorica”?
Nell'immagine, quando nasce come frutto di una spontanea
espressione, di una ” necessità interiore”, come sostiene
Kandinskij, non è del tutto svelato nemmeno all'autore
l'universo che vi ha riversato e che si è tradotto e trasformato
in colori e forme percepibili e leggibili.
Ricordo la sensazione di stupore dei miei vent'anni, quando
disegnavo o dipingevo per la passione di farlo, e mi ritrovavo ad
osservare le fantasticherie che avevano preso forma e vita sui
fogli. Quei soggetti disegnati ingenuamente pulsano ancora sotto
le braci del mio immaginario d’oggi.
A quelle creazioni vorrei dare più respiro e spazio: coagulano
ciò che ambisco realizzare accennando all' "illustrazione come
possibilità pittorica".
Che cosa è cambiato nel tuo modo di illustrare libri da
Messer Babau e altre diavolerie (1994) a Re Artù Ginevra
e Lancillotto (2005)?
Da Messer Babau (1984), e prima ancora da Il
compleanno dell'Infanta di O. Wilde, a Lancillotto
(2005), il mio tragitto è a spirale. Nel tempo, ritorno a
recuperare i colori e l'essenzialità dei miei primi lavori.
Qual è il tuo punto di vista sul rapporto fra testo e
illustrazione?
Penso il rapporto tra testo e illustrazione come ambito nel
quale possano confluire intendimenti differenti.
Negli anni, ho messo a punto una mia filosofia del fare che non
mi fa sentire chiaramente collocabile. Alcuni mi ritengono
"difficile".
Nel mio lavoro, scelgo comunque di occultare almeno in parte il
senso, affinché si dispieghi e sussurri a coloro che sanno
osservare."
Octavia Monaco sceglie
Re Artù Ginevra e Lancillotto (Arka Edizioni) per una
recensione in questa pagina.
Cerchiamo di capire attraverso questo albo illustrato
quale chiave adopera Monaco per aprire il testo di Masini.
Le gesta di re Artù, l’amore di Ginevra e Lancillotto, il
classico dell’amicizia virile, la dolente preveggenza di
Merlino, l’intrigo di Morgana sono i luoghi noti del ciclo di Re
Artù e dei Cavalieri della tavola rotonda.
Masini li ripercorre tutti con voce poetica, trovando i registri
più adatti all’investitura del cavaliere, al viaggio verso la
guerra, all’incontro dei due amici, al giuramento di fedeltà
attorno alla Tavola Rotonda, alla ricerca del Graal, alla
nascita dell’amore proibito, all’impotenza del Mago di fronte
alla fatalità dell’amore, al cuore spezzato di Galahot,
all’inganno di Morgana, allo sdegno di Ginevra di fronte al
travestimento dell’amato... a “la guerra senza fine per gli
amanti che lottano per amore dell’amata” (sentite l’assonanza?
vi giunge l’eco?)....alla morte di Artù e così fino alla fine,
fino agli amanti penitenti e divisi. Però. Però, Beatrice Masini
mette nel suo racconto un espediente d’autore per onorare la
fama del ciclo.
“Io c’ero” è l’espressione della testimonianza più forte e
Masini l’adopera per ogni luogo che visita e inventa di nuovo.
Leggendo il bel testo ci entusiasmiamo. Ma guarda, ancora una
volta Masini trova una via di resurrezione per classici davvero
intoccabili! Che idea formidabile, “io c’ero”. Io c’ero perché
sono l’autore, io c’ero ad ogni passaggio. Trepidavo, amavo,
m’inorgoglivo, tradivo, mi disperavo...”Io c’ero”, come quei
pittori che nei bei quadri antichi, occhieggiano a chi guarda,
lì dalla tela. E via di questo passo... Ma. C’è un ma.
Quel
ritornello, “io c’ero”, perché non poteva rimanere così, certo e
incerto, ipotetico e paradossale, come poesia? Perché l’autrice
alla fine sente il bisogno di dargli una fisionomia, di dire il
suo nome, nobile fin che si vuole (Io c’ero perché sono l’amore
che tutto ha mosso e muove..) ma pur sempre un nome... seppure
d’amore?
Come s’introduce nel testo di Masini, Octavia Monaco?
Così.
Figure fuggite da fantastici bestiari, chimere antiche,
cavalieri azzurri e ori preziosi e decadenti, che onorano l’ora
di una secessione.
Di più. Octavia Monaco dà corso a un’idea centrale che recupera
l’oro dei suoi vent’anni: nello splendore dell’aura regale,
nella rilucenza della sacra coppa, nel baluginare bugiardo che
marchia i delatori. Ma come se la cava “nel dare vita a amore”,
l’amore che conduce il racconto di Masini? Scova un airone rosso
e lo mimetizza nelle pieghe della pagina illustrata. Quasi a
sfida del lettore. Quasi a dire, cercalo (se ci riesci!).
Octavia Monaco nasce in Francia a Thionville nel 1963. Dal 1970
vive e lavora in Italia.
Si forma nel settore orafo mal'interesse per la pittura ed il
fascino che suscitano in lei il
fantastico mondo della fiaba, la avvicinano all'illustrazione: Comincia a dipingere
da autodidatta. Nel 1991 si iscrive all'Accademia di Belle Arti
di Bologna che
abbandona dopo un anno per riprendere un personale percorso di
ricerca.
Ha pubblicato, da allora, vari libri editi in
Italia, Inghilterra, Stati Uniti,
Finlandia, Francia, Spagna, Portogallo, Brasile, Giappone, Messico e
Corea.
Ha partecipato a diverse mostre ottenendo riconoscimenti a
livello internazionale.
Nel 2004 ha ricevuto il Premio Andersen come migliore
illustratore.
Svolge attività di docente in stage per
illustratori, insegnanti e bambini.
Dal 2005 insegna illustrazione all’Accademia di Belle Arti di
Bologna.
Libri illustrati da Octavia Monaco
Beatrice Masini, Re Artù Ginevra e Lancillotto, Arka Edizioni,
2005
Beatrice Masini, Una principessa ma così
piccola...,Edizioni Arka, 1999
Beatrice Masini, Ciro in cerca d’amore, Edizioni Arka, 2000
Beatrice Masini, Signore Signorine – Corale greca, Edizioni EL,
2002
Beatrice Masini, La spada e il cuore –Donne della Bibbia
(Edizioni EL, 2002)
Oscar Wilde, Il compleanno dell’Infanta, Edizioni C’era una
volta,1994
Fratelli Grimm,Messer Babau e altre diavolerie, Edizioni C’era
una volta, 1994
Fratelli Grimm Il gigante e il sarto, Edizioni C’era una volta,
1995
Fratelli Grimm, Biancaneve, Edizioni C’era una volta, 1997
Guido Visconti, Bianca e Neve, Edizioni Arka, 2001
Graziella Favaro, Il sale e lo zucchero, Carthusia, 2002,
Stefano Bordiglioni, La principessa che sognava il mare,
Edizioni Emme, 2002
Nicola Cinquetti, Giulietta e Romeo, Edizioni Arka, 2003
Bérénice Capatti, Vi presento Klimt, Edizioni Arka, 2004
Giuseppe Pontremoli, Ballata per tutto l’anno e altyri canti,
Nuove Edizioni Romane,
Roberto Piumini, La favola del mercante, Edizioni EL,, 2004
Angela Nanetti, Azzurrina, Einaudi ragazzi, 2004
Roberto Piumini, Seme di Amacem, Einaudi Ragazzi, 2005
Il sito di Octavia Monaco si trova al seguente indirizzo
www.octaviamonaco.it
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