Piccoli
flash dal curriculum vitae di Marco Martis.
Da
piccolo. Disegnare sì, leggere no.
“Disegnare mi è sempre piaciuto. Fin dalle scuole elementari
facevo dei bei
disegni che avevano un gran successo in classe (a dire il vero,
ricordo
che scopiazzavo anche i disegni dei compagni, cercando di
migliorarli, se ci
riuscivo). Andavo bene a scuola, e mi divertiva fare i compiti.
Invece ero
avverso alle letture : ricevevo in dono bei libri d’avventura,
ma non li
leggevo mai. Zanna Bianca, Moby Dick ridotto per
ragazzi, I viaggi di Gulliver. Poi, Il Piccolo Principe. Quando l’ho aperto non l’ho
richiuso se non dopo averlo letto
tutto quanto. Ma non sono diventato un gran lettore neanche in
quel momento”.
Gli studi, la formazione, il lavoro
”Mi sono diplomato in un Istituto per Grafica e Pubblicità
e poi mi sono laureato in Architettura. Studiavo e lavoravo:
illustrazione e cinema d’animazione (serie televisive e
lungometraggi), tutte produzioni italiane.
Mi piace disegnare per raccontare storie e fare cultura. Tengo
al fatto
di passare dei buoni messaggi e lavorare su buone storie. E’
la ragione
per cui sono sempre stato lontano dalla pubblicità. Ma è
vero, come dice
un’altra illustratrice su queste pagine, che di sola
illustrazione non si
vive.
Ho tenuto, da solo e con la mia compagna, laboratori di lettura
e illustrazione
con bambini delle scuole elementari : è un lavoro molto
energico e appagante.
I bambini sono molto contenti, c’è scambio, e si impara
tantissimo. Cercheremo
di farne molti di più”.
Autori di testi, autori di illustrazioni. Preferenze.
“L’autore per ragazzi che preferisco è Roald Dahl; ho
letto qualcosa anche
di Bianca Pitzorno (Tornatras, per esempio, mi è piaciuto) e di
Isabel Allende, recentemente, i primi due racconti per ragazzi
dei tre pubblicati da Feltrinelli . Prima ancora Harry Potter.
L’occhio del lupo di Daniel Pennac mi ha colpito molto.
Ricordo di aver avuto l’impressione che la narrazione
dell’illustratore
(Paolo Cardoni) diventasse quasi autonoma e parallela rispetto a
quella dell’autore: mi sembrava una qualità di quel libro. Un
illustratore che amo è Quentin
Blake : adoro la sua sintesi di leggerezza ed espressività. Poi
Lorenzo
Mattotti, per le forme e i colori. Il tedesco Wolf
Erlbruch è un amore
di anni fa : elegante, divertente, fantasioso.
Penso l’illustrazione al servizio della parola, ma amo quando
riesce a
librarsi e sospendersi, autonoma, raccontando dettagli e
particolari in
più, in dialogo con il testo”.
Un
libro che ha illustrato e che vorrebbe vedere recensito su questa pagina del sito.
“Sceglierei il primo titolo che ho pubblicato (O che beela
eredità, di William
Taylor, Salani 1997): ci sono affezionato. E’ molto
movimentato e pure divertente.
Ma va bene anche l'ultimo che ho illustrato: Maledetto 13,
di G. Moncomble nella collana Graffi di Giunti, 2004”.
Oro,
rosso, nero, i colori; i drappi di un sipario, una locandina, ombre in
movimento (silhouette in controluce, un aggressore e
un aggredito inerme), le forme. Radunati in copertina, fissati in
un'immagine, gli elementi del racconto, intitolato Maledetto
13,
scritto da Gérard Moncomble, illustrato da Marco Martis,
pubblicato da Giunti nella collana Graffi, sembrano promettere
non poche emozioni.
Nel racconto, realtà e sogno in dialogo a produrre
sorprendenti confusioni. Noto l'espediente narrativo, qui
applicato a una categoria (il teatro) che ne conosce bene le
varianti.
Protagonista sui due piani (di realtà e sogno) è un ragazzino,
cui viene inopinatamente regalato un biglietto per il teatro dei
burattini. La suggestione della scena a sipario aperto è
profondamente coinvolgente giacché le marionette di legno,
animate da un Mangiafuoco pienamente entrato nei panni, sembrano
fare a meno di spinte e di fili. Anzi, sembrano così vere da
turbare i sogni del protagonista, assieme al loro inquietante
burattinaio, trasformandoli in incubi.
Questa è la premessa che s'attira gli sguardi di tanti pinocchi
e di molti avvincenti burattinai che nella letteratura hanno
trovato spazio al loro ambizioso esercizio di suscitare l'anima
dalla materia oppure di invertire l'operazione.
Narrato in prima persona, il racconto parte da una realtà
banale per scivolare nell' incubo angoscioso di agguati,
rapimenti, piani diabolici che prevedono la trasformazione di
esseri umani (bambini) in burattini. Al risveglio finale, di
obbligato realismo, rimane però un interrogativo di
serpeggiante inquietudine.
Martis entra frequentemente nella scena del racconto,
dopo essersi dato una strategia. La scelta del bianco e nero è
scelta di collana, quindi obbligata. Martis la calca. Rimarca il
contrasto. Pieno, il nero. Vuoto, il bianco. Tavole a foglio
intero con funzione di icone; piccoli fregi ad indicare simboli
o più semplicemente a ribadire un passaggio del testo.
Scorrono sotto lo guardo del lettore disegni che sembrano
xilografie pronte ad incidere caratteri: questo è il terribile
imbonitore che propaganda il suo teatro; quello è il burattino
ribelle sotto il fascio di luce; quest'altro è l'indagatore del
suo proprio sogno...Tutti degni di nota. Ad essi, si alternano
piccole soluzioni illustrative, interpreti ora fedeli, ora
discoste, che narrano integrandosi al testo o deviandolo verso
un' intonazione sfuggita.
Questo lavoro, da sottolineare, in un volume tascabile,
economico. Che certo di suo (quanto a carta, a colori e a
formato) non fa grandi offerte.
Per l’editoria di libri
per ragazzi, Marco Martis ha lavorato come illustratore con:
Sonda:
Giacomino, racconto di Anna Lavatelli su Il Giornale
dei Bambini, 1995.
Il
Capitello:
per la collana “Leprotto Lettore”, i racconti di Knister:
Il
giallo di Natale; I piloti del tappeto volante; I piloti del
tappeto volante ripartono,
1995–1996.
Salani:
per la collana “Gli Istrici”: O che Beela eredità,
di W.Taylor, 1997; Un desbeliano è fuggito, di S. Ruiz
Mignone, 1999.
Piemme:
per la collana “Il Battello a Vapore”: Harry e la banda
delle decrepite, di A. Temperley, 1999; La vita è una
bomba, di L. Garlando, 2000; Gli alieni sono fra noi, di
N. Schusterman, 2002; per
la collana “Banda ridere”: Voglio un cane!, di D.
Ticli, 2000; L’hai fatta grossa, Belzebik!, di C.
Nostlinger, 2000; fuori collana: Downsiders, di N.
Schusterman, 2001; la collana “Le indagini di Radio Globo”
di P.M. Fasanotti, 2002.
Einaudi
Ragazzi: Guerra
alla grande melanzana, di S. Bordiglioni, 2002.
Emme
Edizioni: Sogni
da Brivido, di S. Bordiglioni, 2002.
Ecomuseo
del Comune di Cortemilia: Collana Le
Nuove Favole: Il gigante delle langhe, 1999; I
folletti delle langhe, 2000; Pietrùn, Pietrìn, Pietròt,
2001;Il cagnolino rubato, 2002; I mille colori, 2003;
Un meraviglioso spettacolo, 2004.
Giunti:
per la collana “Graffi”: Maledetto 13!, di G.
Moncomble, 2004.
|