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Segreti e bugie di Rebecca Stead (Feltrinelli): un’originale uscita dall’infanzia. Recensione.

Arte e cinema ispirano l’architettura del romanzo Segreti e bugie di Rebecca Stead.
Seurat e Hitchcok in una nuova interpretazione, che li accomuna nel “punto di vista”. Il Puntinismo dell’uno diventa filosofia e l’osservazione da detective dell’altro ne completa il senso.
Guardare alle cose troppo da vicino fa vedere “i puntini” isolati e perdere l’insieme della figura. D’altra parte, quest’ultima è conseguita attraverso passaggi ineludibili, che nel disegno, come nelle cose della  vita, valgono quanto il risultato finale.
Lo strumento di elezione che aggiusta la visuale è sicuramente il binocolo. La distanza non è annullata ma non è vicina.
Mantenendo saldi questi riferimenti, binocolo incluso, l’autrice
Rebecca Stead costruisce la storia di Segreti e bugie con ammirevole abilità, permettendosi incursioni nella psicologia dei personaggi,  con "arte e scienza", in una coniugazione pressoché perfetta. Questa infatti è l'unione che i personaggi  del romanzo  stimano come la più favorevole anche nell’amore.
 
Indottrinati a dovere dallo sguardo del recensore, che s’è adattato all’ottica del romanzo, sentiamo ora la storia.

Georges (come il pittore francese Seurat, che domina da una riproduzione alla parete la vita di famiglia) è un ragazzino di dodici anni dolce e sensibile, capitato in un vortice di cambiamenti. Trasloca di casa, il papà ha perso il lavoro, la mamma lavora per due. Di più. Anche il fronte scolastico, dove i bulli si danno da fare, non è sguarnito. Seguito da lontano dalla mamma, fiancheggiato a pranzo e cena dal papà, Georges ha tempo per i compiti e, nella nuova sistemazione, anche per degli imprevedibili amici, che lo irretiscono nel loro “Club delle spie”.
Da una finestra, che non è “una finestra sul cortile”, come nel film di Hitchcok ma, dati i tempi,  s’apre sull’atrio del palazzo dove risiedono i ragazzi da un più attuale videocitofono, i membri del Club delle spie osservano i movimenti furtivi e sospetti di un Mister X, instancabile nel suo andirivieni, carico di valigie.
C’è da precisare che nella nuova versione, il ruolo del fascinoso James Stewart  è ricoperto da un più modesto accompagnatore di cani, un ragazzino intelligente e saputo, Safer, che ha ingaggiato un riluttante Georges  con funzioni di assistente;  una Grace Kelly non c’è, a meno che non si voglia intravedere nella stramba e simpatica Candy, la sorellina di Safer, la donna di domani, non avendo neppure la certezza del risultato.
L’ingegnosa  strategia per smascherare il presunto  criminale è perseguita sotto la guida dell’indecifrabile Safer, che cerca di assoggettare Georges, con raffinati condizionamenti psicologici, a compiti  sempre più rischiosi. Critico e recalcitrante ma alla fine collaborativo, Georges cerca conforto alla sua inquietudine (che con abilità narrativa viene convogliata sempre su altro per eludere un nodo che si intuisce e non viene mai sciolto), rifugiandosi  in un rituale da "copertina di Linus": sotto lo sguardo sempre uguale dell’opera riprodotta appesa in salotto del santo protettore Seurat, Georges ripercorre le gag che conosce a memoria di un dvd intitolato I più buffi video amatoriali d'America.

La vita di Georges
, nella nuova casa, è scandita ora da nuove abitudini: la presenza di papà che non ha lavoro, l’assenza della mamma, sentita solo per telefono (dall’ospedale dove dovrebbe fare i famosi doppi turni, come infermiera, per sopperire alla mancanza di lavoro di papà), il compito quotidiano della spia. Fino all’incepparsi del meccanismo di segreti e bugie che difende tutti i personaggi ragazzi (Georges, Safer, Candy) dalla realtà.
Il “facciamo finta che” alla lunga non regge, il gioco di segreti e bugie esasperandosi si rompe. C’è dolore, pianto. Catarsi. Crescita.
Un bel romanzo di formazione. Dove trovano terreno fertile per una buona trattazione l’amicizia, il tradimento dell’amicizia, la spinta ad uscire dall’infanzia, il recalcitrante resistere a quell’uscita, gli affetti famigliari, le diversità famigliari, la scuola e altre esemplari rappresentazioni della vita nella fase della sua più intensa evoluzione.    
Segreti e bugie di Rebecca Stead, Feltrinelli, 2013, 190 pagine, 13.00 Euro

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Luglio 2013)
 

 

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