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Di mamma non ce n’è una sola
Mia mamma è un gorilla e allora? Di Frida Nilsson, trad. di Alessandro Storti, Feltrinelli Kids.

Perché meravigliarsi di una bambina con una mamma gorilla? Nei libri succedono molte cose che poco hanno a che fare con la realtà. Anche se spesso alla realtà alludono, inoltrandosi in significati non immediatamente percepibili.
Così succede in questo libro tenero, bizzarro, surreale, che punta dritto al cuore, lasciando in regalo emozioni, divertimento e pensieri profondi.

La chiave di volta di questo romanzo per bambini si trova in un libro che trova posto fra i molti ammassati nella discarica in cui vivono la gorilla del titolo e la bambina scampata all'orfanotrofio. Si tratta di Oliver Twist.
E Janna, reietta come una creatura di Dickens, vessata come un personaggio di Dahl, s'adopera per il suo riscatto, assecondando la burbera tenera intraprendenza di una mamma adottiva che mai avrebbe voluto per mamma. Una gorilla, appunto.

Compiacendo l’inclinazione dei bambini, e forse la sua propria personale, la svedese Frida Nilsson scrive un racconto che nasce sotto la buona stella di un cielo nordico, già attraversato da versatili pensieri letterari, per nulla spaventati di dovere osare
molto.

Dunque, una bambina e una gorilla. Dall'orfanotrofio alla discarica. Di male in peggio. Fuggire? Per ritornare all’orfanotrofio?
Un ritirarsi e un lasciarsi andare, prime prove di convivenza. Confronto di caratteri: vediamo chi si arrende a chi. Ultimi tentativi di fuga prima della capitolazione fra le braccia della gorilla.

Finissimo il gioco di ripulsa personale e vergogna sociale della bambina nei confronti di un essere così diverso da tutti che, visto da vicino (l’apparenza inganna), rivela insospettabili sorprese. Di umanità, pur non essendo umano, di accoglienza, di intraprendenza, di fiera dignità.

Ed ecco cosa attende Janna alla discarica. Una vita ingegnosa, ricca di trovate, adattamenti originali, divertenti, avventurosi, giornate di fatica ma di gioco. Dove ogni rifiuto degli altri è riciclato, diventando per opera propria di nuovo utile, ancora adoperabile, riportato all'uso in modo creativo. Giornate finalmente di complicità, dopo molto diffidare, insidiate nella nuova gioia dall’ “uomo nero”, un avido intrigante che tanto fa finché alla gorilla non viene sottratta la bambina.

Ma nella felice dimensione in cui porta i suoi piccoli lettori questa formidabile scrittrice esiste un luogo del cuore al quale fare riferimento nei momenti bui. Da lì ripartirà la luce.

(di Rosella Picech, da LiBer n.103)

 

   

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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