La strada per Pont Gun
Katia Centomo
Einaudi Ragazzi, 2017, 278 p.
€ 14,90
Tre personaggi votati all’avventura, tre amici: una ragazza
e due ragazzi, tre personalità profondamente diverse legate
da esperienze comuni che datano dall’infanzia. Inseparabili.
La scuola e la montagna giocano da sfondo alle loro imprese.
Molti irresistibili pretesti spingono il gruppo sulla strada
che porta a un paese diroccato e misterioso che esercita un
potentissimo richiamo sul loro desiderio di avventurosi
“esploratori dell’ignoto”.
Montanari esperti quanto
intrepidi, ingannando la sorveglianza degli adulti con una
delle loro abituali trovate, mettendo in scacco compagni
curiosi e malevoli, s’avviano sulla strada che
dovrebbe portare a Pont Gun.
Sulle prime il romanzo sembra
assimilarsi alla narrativa del genere vacanza estiva-impresa
memorabile, ma indizi già predisposti a inizio di cammino
avvertono che non sarà proprio così.
Appena svoltato
l’angolo, un’atmosfera strana induce i ragazzi a una
continua allerta. L’incontro con un branco di lupi, e
insieme a loro una creatura che sembra apparentarsi alla
famiglia umana, la sensazione di essere costantemente
tallonati, il dolore per l’assenza di un amico di cui, con
imbarazzo, si tace, accrescono nel lettore un sentimento di
apprensione e di attesa.
L’impresa di per sé ardua di raggiungere un luogo a portata
di sguardo ma pressoché irraggiungibile, si carica quindi di
ulteriori difficoltà, che hanno a che fare con l’asperità
del monte, del sentiero tralasciato dall’uomo da troppo
tempo, ma anche con inquietanti fenomeni che si infittiscono
nel procedere della perigliosa impresa.
Incubi agitati da
ombre terrificanti nel sonno, che non si dissolvono alla
luce del giorno, l’unica casa superstite del borgo,
raggiunta dopo molte traversie, abitata da un essere
leggendario, una “donna albero”, sopravvissuta alla peste,
al dolore della morte dei figli e a un tempo così lungo che
dovrebbe averla ormai sconfitta, introducono a pagine che
alternano la dimensione reale con suggestioni sovrannaturali
e fantastiche.
L’autrice, Katia Centomo, che opera nel
settore dei fumetti e dei cartoni animati, nota soprattutto
per la serie Monster Allergy, riversa anche in questo
romanzo la sua propensione a una realtà alterata, spesso
abitata da mostri, che, se si possono domare, non vogliono
però offrire alcun pretesto alla comprensione della loro
esistenza.
(di Rosella Picech, da LiBeR 116)