La
bambina dai capelli di luce e vento di Laura Bonalumi, Fanucci
editore, 2013, 340 p., € 13,00.
Recensione.
Mai si immaginerebbe di incontrare una piccola autodidatta undicenne
appassionata di neve, che sa tutto della neve, della lingua che ha
più sfumature per pronunciarla, dei fenomeni fisici che concorrono
alla sua “confezione”, della poesia che la declama; una ragazzina
innamorata dell’artistico procedere dei suoi fiocchi, persa nella
filigrana d’autore di ogni suo minuscolo cristallo. Invece c’è. Si
chiama Viola. Abita questo affascinante romanzo.
Viola compie undici anni il giorno in cui trova uno strano
fermaglio.
E’ incastonato nella forma geometricamente perfetta di un fiocco di
neve. Un prodigio di luce e vento, un regalo piovuto dal cielo.
E’ un talismano?
Sicuramente preannuncia l’arrivo di Emily.
Chi è Emily?
Emily è la “bella addormentata” da disseppellire dalla coltre di
neve, sonno e silenzio in cui è stata forzata da un coma. Come? La
formula c’è, non è un bacio e, manco a dirlo, riguarda la neve.
Né tv e nemmeno il computer conquistano Viola. Sono
invece i libri la sua stella polare. Fatale l’incontro con
il romanzo I Pattini d’argento, che scatena in lei quella folle passione; a seguito,
una valanga (viene da ridere a dirlo!) di volumi che rigirano la
neve da ogni punto di vista.
La neve è corteggiata da Viola in modo assoluto, come succede quando
ci si innamora, e coltivata con la cura e l’assiduità che guidano
l’affanno e la gioia dello studioso, quando a un fenomeno vuole
carpire quanti più segreti possibile.
Non ci si raccapezza.
Da dove deriva a Viola quella determinazione a scartare ogni altra
cosa del mondo, a concentrarsi su quell’unico impensabile pensiero?
Le passioni non hanno spiegazioni. E qualche volta, a ben guardare,
sembrano proprio una fuga.
Immaginate una ragazzina nel mezzo di un ciclone: i genitori appena
separati, una casa di qua, una di là, una sorella adolescente che
reagisce sempre alla grande, una madre iperattiva, un padre
sensibile e triste. A scuola,
un’esclusa, per via della sua “fissazione”. Solo una nonna lontana è
con lei in sintonia. Ma, appunto, è lontana.
Viola è sola.
Le ci vuole un’amica.
Emily arriva, lieve come un fiocco di neve. Sembra scappata da
un’infanzia lontana di amica del cuore. E’ lei la bambina dai
capelli di luce e vento, è suo il fatato fermaglio in cui inciampa
Viola.
Creatura ancora di questa terra, in transito per un altrove, Emily
si dichiara “passante”, e
implora Viola di escogitare il modo di trattenerla.
Per trovare soluzione al problema di Emily, che sarà affidata
all’intelligenza delle parole, Viola incontra sempre più spesso
l’evanescente coetanea. Ne diventa amica. Ci si specchia. E
specchiarsi vuol dire cercarsi. E cercandosi, Viola modifica
impercettibilmente sé e chi la circonda, in un progressivo
riavvicinamento.
Lieve e consistente, affascinante e mutevole come la neve, ricamato
preziosamente come cristalli di neve, questo romanzo s’intride di significati
che danno spazio a un’educazione sentimentale esercitata a lato
della realtà.
Per parlare di solitudine dell’infanzia, di difficoltà della
crescita, di compensazioni ricorrenti quando non si intravedono
altre vie. Ma anche di autentiche passioni. Per quanto originali
siano. Come quelle che eleggono la neve a oggetto di culto e
d’amore.
(di Rosella Picech,
Alicenelpesedeibambini.it,
Settembre 2013)