romanzi /recensioni
                                                                                                         

Un’ombra, soltanto un’ombra
L’ombra del Gattopardo di Giuseppe Festa, Salani
(I romanzi di Giuseppe Festa)


Giuseppe Festa ha pensato di riportare l’orologio indietro, alle radici della storia che aveva raccontato in precedenza nel Passaggio dell’Orso. Infatti, nell’Ombra del Gattopardo, il suo nuovo romanzo, il contesto è sempre lo stesso, il Parco Nazionale d’Abruzzo, e i protagonisti che avevano movimentato quella storia ai tempi della loro maturità, li incontriamo da giovani.   
In questo romanzo siamo quindi agli albori della storia di “uomini e orsi” che ci era stata presentata e nel Parco si respira aria di attesa come se tutto fosse ancora aperto e possibile. Un’alba di promesse. Per l’uomo che è ancora ragazzo e confida nella scoperta; per l’animale che forse si è estinto o non è mai stato ma vive nella presenza di chi pronuncia ancora il suo nome.

La leggenda del posto, sorretta da antichi documenti, dicerie, ricordi più o meno attendibili, vocifera della presenza nel Parco di un antico animale. Gattopardo, lupo cerviero, lo chiamano.
Inquietanti ritrovamenti di animali predati escludono la responsabilità degli abituali abitanti del parco. Orsi e lupi hanno comportamenti diversi.
Orme, tracce, escrementi portano con certezza all’operato di un felino. Felino? Nel Parco d’Abruzzo ci sarà tutt’al più qualche gatto selvatico. Improbabile attribuirgli gli scempi con i quali hanno a che fare un giovane Sandro Di Ianni, non ancora marito dell’amata Lucia, non ancora papà di quel Luca “fratello” degli orsi, i suoi colleghi, il direttore e i cinque ragazzi che prestano servizio volontario nel Parco.
Che l’antico iattone (ancora lui, gattopardo, lupo cerviero) sia tornato?

Di Ianni è sguinzagliato alla ricerca dell’improbabile esemplare. Batte molte piste, arriva persino in Finlandia per apprendere astuti appostamenti e prove testimoniali attraverso la fotografia e sembra avvicinarsi ogni volta alla soluzione del mistero di un animale che c’è ma non si vede, mai nessuno ha visto. Il Gattopardo sfugge, lascia la sua orma (sua?) e si dilegua. Qualcuno dice che è una fola, una chimera.
Di Ianni s’incaponisce. Si apre allora una sorta di detective story. Di chi va in cerca dell’incriminato e finisce per trovargli ragioni, di sperare che se la cavi, rimanendo lontano dalle brame degli uomini.

Dalla strada maestra della rincorsa all’evanescente creatura - cui tutti prendono parte, guardaparco e ragazzi, per sentieri e piste diversi- se ne dipartono molte, secondarie ma convergenti. Diventano storie di avventure nella natura (sempre presente: protagonista selvaggia e meravigliosa, prodiga di felici sorprese di vita come di calamità e di morte), diventano storie di maturazione e di crescita per i giovani volontari; diventano anche storiacce tristi di violazione della vita del parco e storie meschine di chi ha potere e calpesta la buonafede e la sincera dedizione alla ricerca di altri. Molte storie di vita, insomma.

Fra l’una e l’altra di esse, s’affaccia Lumi. Al gattopardo del Parco (femmina incinta, alla ricerca di una tana, affamata, non sazia del pasto a spese del pastore) l’autore concede un punto di vista e un racconto. E così Lumi, personaggio elusivo, sottratta allo sguardo e alle ricerche affannose degli uomini, vive esplicitamente agli occhi del lettore. Da gattopardo, lupo cerviero o variante di lince. Predatrice sanguinaria e mamma trepida.

La storia raccontata da Giuseppe Festa si radica nella realtà. Furibonde diatribe (riscontrabili anche in internet) oppongono a tutt’oggi scettici e sostenitori della possibilità che nel Parco esista una specie antica. Alla veridicità dei fatti, l’autore oppone una visione narrativa che li include ma al contempo ne divaga, nutrendosi di molte suggestioni, in cui non manca però un rimando alla ferma convinzione dei pari diritti di presenza nel Parco (e non solo) di uomini e altri animali. Il tutto raccontato in storie avventurose che si avvalgono di una scrittura in cui convivono gli slanci del poeta accanto alla competenza del naturalista.

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Giugno 2014)


Vedi anche: Il Passaggio dell'Orso di Giuseppe Festa (Salani). Recensione.

   

        torna alla home page

ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

tutti i diritti riservati