Il richiamo della foresta. Una nuova edizione di Orecchio
acerbo per celebrare il centenario della morte di Jack London.
Fra le molte iniziative che si sono susseguite nell’ultimo scorcio
dell’anno appena trascorso – mostre, dibattiti, rappresentazioni
teatrali – per la ricorrenza dei cento anni dalla morte di Jack
London, anche questa bella edizione de Il richiamo della foresta
di Orecchio acerbo, nella traduzione di Davide Speranza e con le
tavole a colori di un ottimo A.C. Quarello.
Mercoledì 5 aprile a
Bologna Children's Book Fair 2017.
Ore
12:00 | Translators Café | Pad. 30 Stand A/45 si terrà l'incontro
JACK LONDON: IL RICHIAMO DELLA FORESTA IN PAROLE E IMMAGINI -
Due declinazioni della traduzione di un testo in parole e in
immagini.
Intervengono: Maurizio Quarello, Davide Sapienza e Fausta Orecchio
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Recensione del libro
Dal giudice Miller a John Thornton, passando per la tremenda
esperienza che uomini e cani riservano a lui, Buck, cane piegato
dalla legge del bastone e della zanna.
Un viaggio, quello di Buck, che si compie sulla strada della storica
corsa all’oro del Klondike. Ma anche un percorso più sotterraneo,
vocato all’infanzia della sua specie, una natura più vera, che urge
in un insistente richiamo, nel progressivo ritrarsi del cane dalla
civiltà dell’uomo.
Il risveglio di questo “senso” in Buck, protagonista
dell’indimenticabile romanzo di Jack London, si sviluppa di pari
passo in un’ avventura accidentata ed estenuante, fra lotte di zanne
e bastoni che accucciano, nell’ostinata ricerca di un eldorado che
faccia la fortuna degli uomini.
Servono cani in questa storia. Servono cani che nei ghiacci del nord
sappiano trainare la slitta. Una lotta senza esclusione di colpi per
procacciarseli. Buck è uno di essi.
Sottratto alla comoda cuccia della casa del giudice Miller nelle
mollezze del sud, Buck è avviato a una odissea di feroce contesa con
i suoi simili e progressiva delusione del rapporto con gli uomini.
In questo cammino di molte insidie, di fatiche spossanti, di
superamento dei limiti, si sperimentano uomini e cani in una strenua
difesa della sopravvivenza, che bandisce ogni forma di comportamento
che non sia a quella orientata.
Buck cambia orizzonte. Si tempra alla dura lezione della zanna e del
bastone. Si rivolta, è a terra, riemerge. Ed emerge. Terribile e
splendido ambisce a mete sempre più alte. Mira al comando della
slitta, perché ancora non sa a quale vertigine lo porterà quell’
insistente richiamo.
Assaporando per una volta sola la dolcezza di una carezza umana,
vorrebbe rimanerle ancorato ma prepotente risorge una volta e
un’altra ancora il primigenio ululato che lo distoglie.
Dall’andirivieni frenetico dall’uomo alla foresta e dalla foresta
all’uomo, Buck sarà per sempre affrancato quando perderà per mano
dell’uomo l’unico uomo che ha amato.
In pagine di puro splendore che esalta la natura selvaggia, così
come si conveniva a quei tempi che sistemavano in filosofie questa
visione del mondo, si compie la magnifica storia del cane Buck
raccontata da Jack London.
(di
Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Gennaio 2017)