I lupi arrivano col freddo, romanzo
di Sofia Gallo (EDT/Giralangolo, 2013, 216 p., € 12,50).
Recensione.
La “questione curda“ simboleggiata e agita in seno a una
famiglia, nella rappresentazione di un dramma personale e
collettivo.
Un protagonista adolescente, due fratelli antagonisti, e molti
personaggi, individuati anch’essi nelle loro psicologie, a
interagire.
Sembra una metafora della storia vera questa storia immaginata di
guerra fratricida.
Un
andamento da tragedia greca,
con l’autrice in posizione di coro e un paese, dispiegato in
geografie magnifiche, impressionato in una variegata umanità, partecipe o avverso alla lotta
armata di una sua parte, che rivendica
una propria
identità nazionale e un
territorio con propri confini.
Il punto di partenza del romanzo è un “peccato originale” che non ha
riscatto.
Fuad ha ucciso? O
fin dall’inizio si tratta di un imbroglio maledetto, un tranello
costruito ad arte, al fine di un reclutamento nella guerriglia che si
oppone sanguinosamente all’ufficialità istituzionale?
Non ha modelli Fuad nella sua precaria adolescenza. Se non quelli di
due fratelli separati da posizioni avverse.
La
fuga interminabile da se stesso, e dal delitto che pensa di
aver compiuto, accompagnata da due coetanei, violentemente segnati
nel carattere, diventa fuga
reale da uomini e luoghi.
Uomini che come lupi arrivano col freddo, mordono la carne e
fiaccano la volontà; uomini come padri, di saggezza antica, pronti
all’aiuto e all’esempio.
Luoghi raggiunti avventurosamente, ogni
volta come salvezza provvisoria, luoghi abbandonati nel rammarico di
ciò che finalmente poteva essere e non è stato.
Soste. In cui uomini e luoghi rivelano il disagio del confine e di
identità mai risolte.
Una sola tregua prima della ripresa della fuga. Una felicità
intravista e subito tradita.
Per se stesso Fuad ancora non vede
redenzione.
Ci
vorranno altre tribolazioni e
altri incontri, ci vorrà la
disperazione di piangere un fratello ucciso da un fratello, prima di
rinunciare agli impraticabili propositi di salvezza di un mondo che
è ormai alle spalle.
Ambientato nella Turchia orientale, in cui trovano spazio i
sanguinosi conflitti coi Curdi, il romanzo, con andamento incalzante
da romanzo d’azione (fughe, pestaggi, imboscate, mete spesso
invertite da avvertimenti in codice),
trova anche il modo
di indagare con rara sottigliezza nelle coscienze degli uomini,
soprattutto più giovani, tanto da diradare alcune ombre del cuore,
illuminando molti recessi dell’adolescenza.
Buona la tenuta, affascinante l’incontro di documento e invenzione
romanzesca, sullo sfondo di paesaggi indimenticabili.
(di Rosella Picech, Alicenelpesedeibambini.it, Agosto 2013)