Come fanno i bambini. Come fanno i nonni. Che cosa dicono i
bambini. Che cosa dicono i nonni. Parlano fra loro. E pescano
pensieri.
A pescare pensieri pensano tutti i giorni il nonno e il
nipotino. Di sera, quando c’è la luna e brillano le stelle, il
firmamento che vedono per loro non ha più misteri. Il sole è
andato a far la nanna rotolando piano nel suo letto, la luna gli
racconta la storia della buonanotte, le stelle sono bambini che
attendono di essere chiamati sulla terra da una mamma e da un
papà.
Dialoghi fra un bambino e un nonno. Rinominare il mondo, dargli
un corso nuovo. Di gioco, di intimità, di fantasia. Di senso.
Le parole che si dicono il bambino e il nonno sono parole belle.
Sono parole che toccano il cielo, la terra del giardino, i
gelati, una nonna che non li mangerà, mele e semi di mela che
piantati faranno nuove mele, voli di nuvole, d’api, di aerei, di
rondini, di palloncini. Anche il bambino da grande volerà su un
razzo per andare in cerca di pianeti.
Vanno nonno e nipotino a fare cose. Sarebbe bello, una volta
tanto, andare a pescare pesci? e prendere farfalle nel retino?
Il nonno dice che i pesci sono felici di nuotare dentro l’acqua
e le farfalle di volare libere nell’aria. Meglio andare a pesca
di pensieri. Così come fanno loro.
Accanto al cielo da scrutare, alle cose da mangiare, alle cose
da pescare, alle cose che volano, ci sono anche le cose magiche,
per esempio un sasso del giardino. Il bambino corre, il bambino
inciampa in quel sasso, il bambino si fa male. Ma solo un po’.
Il nonno lo consola come sa fare lui. Con tenera ironia,
inventando un’altra volta un’altra storia. Che dà scopo a quel
piccolo dolore, lo motiva, lo nobilita. Lo rende addirittura
fatale e misterioso. Il nonno dà intenzionalità a un evento (la
caduta) che diventa evento eccezionale (il sasso era lì che
t’aspettava). E così trasmette al nipotino l’idea che una cosa
brutta possa trasformarsi in una cosa bella. Il sasso diventa
talismano, diventa lampada, che se strofinata farà tornare a
nuovo i giochi di quel giorno andato via, i discorsi col nonno
sui bambini nelle stelle e i bambini nelle nuvole, i gelati che
loro hanno mangiato e la nonna no, gli aerei che volano e non
hanno preso, i razzi che volano e prenderanno. Gli ultimi
pensieri volano all’uccellino salvato.
Beatrice Masini scrive togliendo ogni censura al bisogno
del bambino di essere creatore del suo mondo. Gli mette accanto
un nonno che gli spiana la strada e gli apre un sentiero fiorito
di lecca lecca, che conduce dritto nel paese dei bambini, dove
si allestiscono fra pensieri e giochi i preparativi per entrare
a poco a poco nella vita.
Sulla pagina, il dialogo fra il bambino e il nonno è fatto di
parole vere, di parole semplici che sanno di pulito e di poesia.
Ogni parola al suo posto giusto, quel posto e nessun altro
posto.
Lucia Salemi, una brava illustratrice, si inserisce nel
discorso di Masini e mette la sua parola di disegno nel
racconto. Che è lì per essere indovinata dal bambino. Per
esempio, fra le parole scritte ci dovrebbe essere anche la
parola fiume, che invece di comparire scritta compare disegnata.
E così come fiume, anche cappello palloncino, lecca lecca... per
chiedere un po' di partecipazione, un po' di corrispondenza,
(oggi si dice anche interattività), che portano quasi senza
parere a imparare a scrivere, a imparare a leggere.
Poi ci sono le tavole illustrate (sempre sue, di Lucia Salemi)
piene di inventiva e di colore, che non competono con la parola
scritta, ma la guardano mettendosi al suo fianco.
A pescare pensieri sarebbe stato bellissimo tutto di
parole. E’ lo stesso bello con i disegni che ogni tanto le
sostituiscono.
(recensione di Rosella Picech, da Sfoglialibro, Dicembre 2003).
Beatrice Masini, A pescare pensieri, illustrazioni di
Lucia Salemi, Einaudi Ragazzi (collana: Lo Scaffale d’oro),
2003, p.98, € 13,00 (la copertina riprodotta sopra). Dai 5 anni
Ma anche in un' altra edizione:
Beatrice Masini, A pescare pensieri, illustrazioni di
Lucia Salemi, Einaudi Ragazzi (Collana: Storie e rime), 2005, p.96,
€ 8,00 (dai 5 anni).
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