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Premio Gigante
delle Langhe 2018-19_Appunti di lettura
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Premio
il Gigante delle Langhe edizione 2018-2019. Appunti di lettura
da una selezione di libri presentati in concorso.
Tre le nutrite sezioni di libri sottoposte al vaglio della giuria
tecnica, indiscusso giudice per la scelta del premio da attribuirsi
all'illustratore, solo selezionatore, invece, di due opere per ciascuna
delle due sezioni di narrativa (7-10 anni e 11-14 anni) da
sottoporre al giudizio finale dei ragazzi.
Le note che seguono sono gli appunti di un membro della giuria
tecnica (che firma in calce), riordinati a fine lettura. La
scelta dei volumi, su cui si è concentrato l'interesse, è molto più
ampia rispetto alla richiesta di indicazione dell'organizzazione del
premio; questo procedimento consente di spaziare in un panorama più
vasto, favorendo il confronto con gli altri membri della giuria.
La produzione esaminata si riferisce a libri editi di autori
italiani, in un arco di tempo che va dal 1 Marzo 2017 al 31
marzo 2018, previsto dal bando di concorso.
Per quanto riguarda le scelte operate si è puntato
soprattutto sulla
valutazione dei testi, sulla loro validità, coerenza narrativa,
originalità, qualunque fosse il messaggio (se c'era) da trasmettere.
Le volpi del deserto
di Pierdomenico Baccalario, Mondadori
Facendo leva sulle leggende che circondano il tesoro nascosto del
terzo Reich (in treni, laghi, navi sommerse) e sulla passione
irrefrenabile che domina numerosi cacciatori di tesori, Baccalario
romanza la Storia piegandola alle esigenze della sua ricca fervida
immaginazione. Così facendo costruisce un romanzo di incontri
impossibili, resi plausibili da un arbitrio ingegnoso, che sfrutta le
pieghe della realtà, utilizzando date coincidenze luoghi. A
fronteggiare l’impagabile intreccio di piste false e verità
nascoste, in una caccia al tesoro che coinvolge il passato e si
proietta nel presente, sono messi in campo due ragazzini,
irresistibili cacciatori di realtà improbabili, soprattutto quando
si profilano ricche di misteri, complotti e forse anche delitti
(l'antefatto chiama in causa il supposto incontro delle "volpi del
deserto" del titolo - Erwin Rommel, il generale tedesco della
seconda guerra mondiale, e Antoine Saint Exupery, l'autore de Il
piccolo Principe).
Ricco di sottigliezze e di colpi di scena, con continui rimandi a
letteratura e cinema, il romanzo scrive una storia di formazione
pronta a cedere all'avventura, al mistero, al pungolo del cercatore
di verità, avvincendo il lettore e stimolandolo ad azioni parallele
di ricerca ulteriore nei libri citati (fra i molti, riprendiamo in mano
Il piccolo principe"), in film da rivedere e nella Storia da
indagare (Borman, Rommel, il nazismo, il fascismo, l'Olocausto).
Incalzante, con pause di incontenibile suspense, ben scritto, con
una cura pressoché maniacale di persone luoghi paesaggi, il romanzo
sostiene il ritmo, lo stile, la tenuta di una lettura che non cala
mai di tensione ed emozione. E’ "il romanzo" in una formula
piena.
The Stone- la settima pietra
di Guido Sgardoli, Edizioni Piemme
Varie passioni dell'autore convergono in questo romanzo, dominato
dal mistero, dall'attrazione per antiche culture e leggende, da suggestioni suscitate da romanzi e serie
televisive. Espressamente dichiarati dall'autore: Stephen King, Twin Peaks e
Prigionieri delle pietre. Conseguenti le atmosfere che
dominano la trama, richiamando generi differenziati (fantasy,
mistery, horror, giallo), che trovano un amalgama pressoché perfetto nel dare vita
al romanzo attuale, in una trattazione che trova come filo conduttore
la solida complicità di quattro amici adolescenti. Ragazzi che si
formano nell'avventurosa e cupa ambientazione evocata dai generi
messi in campo. Forze oscure e trame evidenti che conducono i loro
giochi a emergere come incubi a ogni
girar di pagina.
Buona la tenuta dell'intreccio, che contempla la presenza di numerosi
personaggi, tutti considerati in caratteristiche quasi sbalzate nella pietra,
imposta come oggetto reale e come maleficio. Avvincente la lettura,
quasi ipnotica, che regge senza fatica tutte e quante le 450 pagine
del romanzo.
La strada per Pont Gun
Tre personaggi votati all’avventura, tre amici: una ragazza e due
ragazzi, tre personalità profondamente diverse legate da esperienze
comuni che datano dall’infanzia. Inseparabili. La scuola e la
montagna giocano da sfondo alle loro imprese. Molti irresistibili
pretesti spingono il gruppo sulla strada che porta a un paese
diroccato e misterioso che esercita un potentissimo richiamo sul
loro desiderio di avventurosi “esploratori dell’ignoto”. Sulle prime
il romanzo sembra assimilarsi alla narrativa del genere vacanza
estiva-impresa memorabile, ma indizi già predisposti a inizio di
cammino avvertono che non sarà proprio così. Appena svoltato
l’angolo, un’atmosfera strana induce i ragazzi a una continua
allerta, accrescendo nel lettore un sentimento di apprensione e di
attesa.
L’impresa di per sé ardua di raggiungere un luogo a portata di
sguardo ma pressoché irraggiungibile, si carica di ulteriori
difficoltà, che hanno a che fare con l’asperità del monte, del
sentiero tralasciato dall’uomo da troppo tempo, ma anche con
inquietanti fenomeni che si infittiscono nel procedere della
perigliosa impresa e introducono a pagine che alternano la
dimensione reale con suggestioni sovrannaturali e fantastiche.
Bulle
da morire di Emanuela Da Ros, Feltrinelli
Non solo brutti episodi di cronaca ma la punta dell'iceberg di un
disagio diffuso che attanaglia le giovani generazioni e più in
generale un progressivo degrado che colpisce, allargandosi, la
famiglia, la scuola, le istituzioni. L'accesso ai media non è più
prerogativa dei soli professionisti ma oggi, attraverso i social,
tutti “possono dire la loro”, molto spesso “dicendola male”: se ne
vedono i risultati. Prendiamo il fenomeno del bullismo, che dilaga,
allargando il suo raggio d'azione: sempre più spesso le cattive
imprese sono firmate da "bulle". In questo libro, si rappresentano con perizia narrativa,
argomentazioni solide, scavi nell'animo adolescente, molte
componenti del fenomeno, richiamando alla ribalta connivenze indirette e
interessi che portano all'inazione se non proprio all'omertà di
genitori e insegnanti.
Con sperimentato spirito narrativo, felicità di scrittura, possesso
di metodo, si narra una storia che frequenta da vicino la cronaca,
diventando emblematica. Anche se è proprio una storia con tutte le
prerogative del racconto, e tiene incollati alla pagina fino alla
fine, non rinunciando a inserirsi nel quotidiano con tutte le
sfaccettature di una giornata vissuta, giocando con abilità e
leggerezza negli spazi che pure ci sono per un sorriso. Entrano in
gioco l'amicizia, l'incapacità di fare a meno del gruppo,
l'insicurezza dell'adolescenza, l'importanza dell'omologazione, il
divieto di essere diversi dagli altri e, con prepotenza, la violenza
fisica e morale. Tutto è raccontato con aderenza alla realtà, senza
edulcorazioni ma conoscendo la misura. Davvero un buon libro,
davvero un bel libro.
Un
cuore nel gesso di Fulvia degli Innocenti, Cento Autori editore
La scena dell'adolescenza è ulteriormente turbata, questa volta,
da una imprevista diagnosi. La scoliosi della protagonista. Diventa
il pretesto per scandagliare con grande finezza, amplificandola con
la malattia, la turbolenza prodotta dai complessi processi della
crescita, fisici e psicologici. I rapporti con la famiglia, con i
coetanei, l'amicizia, l'amore nascente sono rappresentati nelle loro
ambivalenze, nelle incertezze, nell'esplorazione sottile dei moti
dell'animo. I dubbi, le prese di posizione, le ostinazioni e le
improvvise capitolazioni ricamano un ritratto vivo e sincero
innanzitutto della protagonista. Vengono messi in luce i travagli
connessi all'eterno interrogativo: chi sono? chi sarò? attraverso le
sperimentazioni di se stessi, le sfide con se stessi. E c'entrano
allora non solo la malattia che limita, il busto che impiccia, lo
spauracchio di un intervento chirurgico, ma la misura di sé
attraverso la scuola, lo sport, la musica, i rapporti d'amicizia
che sconfinano nell'amore. Un piccolo libro ricco di sfaccettature,
scritto bene, che si legge con interesse e piacere.
Storia
di Fiordaliso di Loredana Frescura e Marco Tomatis, Giunti
Raccontare la tragedia del Novecento: l'avvento al potere del
nazismo, l'ideologia delirante, ossessionata dalla contaminazione di
popoli e "razze", le leggi conseguenti intese ad eliminare
definitivamente “i pericoli “ che interferivano con il progetto (eliminare,
cancellare ebrei, zingari, malati, inadatti), la selezione per una
perfetta razza ariana, con gli aberranti provvedimenti predisposti
per poterla conseguire, il culto della bellezza e della salute del
corpo, le aggregazioni giovanili, allevate a dottrina hitleriana e
ginnastica, gli espedienti per poter sopravvivere in un simile
inferno. Non facile metterli tutti assieme in un racconto. Se ne
sono comunque scritti tanti, molti sicuramente adatti ad immergere i
ragazzi nel clima, per renderli consapevoli dei pericoli di una
rovinosa ricaduta. Alcuni sicuramente calzanti, anche se molto
simili.
Questo romanzo che prende spunto da un fatto realmente accaduto
all'inaugurazione delle Olimpiadi del 1936 ( una ragazzina che
regala al Fuhrer un mazzo di fiordalisi), lo fa da un'angolazione
pressoché inedita. Una narrazione ricca di implicazioni con la
realtà storica, che si fa seguire per abilità di scrittura,
scorrevolezza e pathos.
Jack
Bennet e la chiave di tutte le cose di Fiore Manni, Rizzoli
Una Londra resa cupa dalla nebbia e dal fumo dei camini delle fabbriche, un orfano
di padre gettato nella miseria con la madre e costretto, bambino, a
lavorare duramente. L'atmosfera c’è tutta. Si parte con Dickens. Si
incontrano cammin facendo omini buffi e magici che regalano al piccolo chiavi
prodigiose (apriranno non solo porte ma anche armadi, cassetti e
qualsiasi oggetto abbia una serratura). Sarà così che Jack potrà
introdursi e visitare molti mondi. Mondi di meraviglie. Abitati da
pappagalli stampatori, conigli che tessono sogni, pirati che
navigano in mari di foglie e draghi che assomigliano a grandi
cavallucci marini e non sono però cosi innocui, isole del tesoro,
tartarughe che dovrebbero indicare la strada della felicità. Si
incontrano anche amici che non si sospettava potessero esistere. Fuochi artificiali per una fiaba che attinge al genere
permettendosi molte rivisitazioni: la Londra di Dickens, il paese di
Alice, le fabbriche di cioccolato e i giganti di Dahl, le isole del
tesoro e i pirati di Stevenson. Una fantasia scatenata, sostenuta da
molte suggestioni, originate dal cinema e richiamate dai fumetti,
alla rincorsa di luoghi che se rendono omaggio ai grandi citati
rivendicano giustamente una loro originale rielaborazione. Surreale,
ricca di humour e ironia, questa fiaba si legge con uno stupore che
suscita divertimento e meraviglia continui, senza rinunciare
canonicamente alla sua deliziosa morale finale. Un libro "nuovo" che
viene da lontano.
Le avventure di
Augusta Snorifass
di Chiara Carminati, Mondadori
Un omaggio ad Andersen e alla
sua opera, incontrando l'uno e l'altra in modo davvero ravvicinato.
Entrandoci dentro. Alla vita dell'autore, rivisitando le sue fiabe e
i molti talenti di cui era dotato, introducendosi nel suo
laboratorio alla ricerca delle fantastiche creazioni di carta, nate
dal suo immaginario e rifinite dall'abilità delle sue mani: teatri
delle ombre, enigmatiche lune, bambine di carta più vere di molte
bambine. Come AUGUSTA SNORIFASS, che a differenza di altri
personaggi dell'autore, vedi il soldatino che l'accompagna, non è
solo raccontata ma anche immortalata nel suo corpo di carta che, a
distanza di secoli, resiste e vive in un castello in Danimarca. La si
può andare a trovare. Vi mostrerà lo stupefacente guardaroba di cui s'è
dotata ( i magnifici 44 vestiti) confondendosi totalmente, lei
creatura, con il suo creatore, miracolo di questo poetico libro
che alla carta s'ispira in ogni sua parte.
Partendo dal dato di fatto dell'esistenza della bambolina, rimasta a
testimonianza delle magnifiche molteplici doti del suo artefice,
l'autrice compone un'opera ripartita in quattro stagioni, a ciascuna
di esse l'omaggio di una fiaba allietata dalle preziose
illustrazioni firmate dalla papirografa Clementina Mingozzi. In
una scrittura, limpida, poetica, estremamente curata, l'autrice dei
testi, con la complicità di chi li illustra, ci fornisce delle fiabe
che, se corrispondono allo spirito di chi le ha ispirate, godono
anche di una loro personalissima dote, uscendo dalla pagina libere e
leggere, poetiche e colme di affettuosa ironia e arguzia.
Una lettera coi codini
di Christian Antonini, Giunti
Rivisitando la rivoluzione del Messico del primo Novecento,
attraverso un racconto incalzante, avventuroso e ben documentato nel
tratteggiare personaggi realmente esistiti e personaggi di fantasia,
uomini e storia, paesaggi e macchine dell’epoca, si possono
rappresentare valori che hanno nomi precisi: libertà, amicizia,
crescita, autonomia. Sono declinati al femminile, in una sorta di
rivalsa sulla Storia, che specialmente a quei tempi circoscriveva di
molto l’ambito della donna. Il compito è affidato a una deliziosa
ragazzina, che seppure travestita da maschietto, risulta la
quintessenza di una fiera femminilità.
Davide e il mistero QWERTY
di Stefano Amato, Verbavolant
Un libro che si distingue per alcune particolarità. La cura formale
in cui viene presentato (grafica, grammatura della carta, colori a
distinzione dei capitoli). L'attenzione data alla scrittura,
accurata nella forma, attenta ad argomentare, accorta nel raccontare
e nell'informare. Capace di narrare con garbo e grande delicatezza
la storia di un ragazzino un po’ solo e spesso frainteso, che si
lega d'amicizia con un anziano, che un po’ gli somiglia.
Intelligente il metodo che intreccia narrativamente storie personali
e storie di oggetti (la macchina da scrivere), antesignani
dell'odierna tecnologia.
L'Università
di Tuttomio di Fabrizio Silei, Il Castoro editore
Un racconto alla Dahl. Nei personaggi buoni (solo bambini) nei
personaggi cattivi (solo adulti). Persino l’arrivo della regina
d’Inghilterra invoca Dahl. Per non parlare di altri terribili
Direttori di scuola e di repliche della Spezzindue. Ma qui è tutto
più caricaturale, anche un po’ bonario e l’autore sembra prendersi
una rivincita nei confronti dell’intelligenza cattiva e irriverente
del suo geniale ispiratore. Facendo trionfare la forza riparatrice
della bontà, dandole ampio spazio, per poi farle uno sgambetto nel
finale, evitando un eccesso del tasso di glicemia che, come si sa,
non fa per niente bene. Ben costruito, regge per le tante pagine
fino a chiusura. Umoristico, comico, con la sua buona dose di
insegnamenti e di morale.
La bugia che salvò il mondo
di Nicoletta Bortolotti, Einaudi Ragazzi
L’Italia del fascismo, delle leggi
razziali, dell’entrata in guerra, della caduta del fascismo,
dell’armistizio, dell’occupazione, del bombardamento di Roma. Lo
scorrere della Storia del nostro Paese nella formazione di due
ragazzini, la loro amicizia giocata nella differenza di genere,
appartenenza sociale, religione, sul filo del significato della
BUGIA. Buona la trattazione, sottile l’interrogarsi, che poi si
smarriscono nell’indecisione, alla ricerca di un baricentro
difficile da individuare. L'agiografia del medico salvatore per la
bugia architettata che salva gli ebrei nascosti nella clinica, come
suggerito dal titolo? o non piuttosto la storia dei ragazzini che ha
ampia parte nelle vicende raccontate nel romanzo?
Peppino Impastato. Una voce libera
di Davide Morosinotto, Einaudi Ragazzi
La scelta del testimone presente sulla scena comporta a mio avviso
parecchi rischi. Voler trasmettere ai ragazzi la Storia, le storie
importanti, collocando un loro rappresentante all'interno del quadro
di riferimento, nella narrazione, forse con l'intento di produrre
una identificazione, che si pensa possa favorirne l'aggancio
emotivo, porta inevitabilmente a semplificazioni eccessive dei fatti
e delle motivazioni complesse che li hanno originati. Con il
rischio, come succede in questo caso, che i “semplicemente eroi”
enunciati in collana risultino i protagonisti ragazzi della storia
inventata e non gli “eroi” della realtà che si vogliono
rappresentare.
La
custode di Leonardo di Carlo Martigli, Mondadori
Un'altra testimone accompagnata sulla scena della vita e delle opere
di Leonardo. L'ardire e la fantasia sbrigliata di Martigli la
introducono nei palazzi vaticani, negli intrighi dei Borgia,
nell'epoca in cui i papi regnavano da sovrani assoluti e dissoluti.
L'accesso alla giovanissima spadaccina è concesso come “custode” di
Leonardo. Diverse le esibizioni della sua bravura nel maneggiare le
armi, come le prove della sua fedeltà al Maestro, e di altre sue
specchiate virtù. Inutile dire dell'intreccio di odi, invidie,
trabocchetti e tranelli che circondano la ragazza e il suo maestro,
tanto alla corte del papa Borgia di Roma, quanto alla reggia del
sultano a Istanbul. Quasi scontato l'intreccio della storia d'amore,
che inopinatamente lambisce la leggenda di Dracula.
Scorrevole nello stile, come nelle vicende raccontate. Si ha però
l'impressione che la scelta di genere riguardante la custode
(davvero inusitata per più di una intuibile ragione) voglia far
breccia nei cuori delle ragazze, e che le molte scorciatoie adottate
per addomesticare i fatti storici, cui si fa riferimento, vogliano
un po' velare le pagine buie di quel periodo storico.
ILLUSTRAZIONE
Hamelin
- la città del silenzio di Alice
Barberini, Orecchio acerbo
Dopo
aver visto questo libro si fa fatica a trovargli delle alternative.
La
suggestione della fiaba del pifferaio magico e l'enigma storico
della scomparsa dei bambini all'origine di questo stupefacente albo
illustrato.
Talento e tecnica al servizio di un disegno raffinatissimo. Di
precisione, quando sono in scena i meccanismi che il nonno del
racconto deve riparare o quando costruisce i giocattoli meccanici
destinati ai bambini chiusi nella loro casa dai divieti della città
del silenzio. Rarefatto e onirico, quando di notte la musica
dell'organetto risuona nelle vie deserte della città come difesa
estrema allo scongiurarsi della ripetizione della catastrofica scomparsa
dei bambini.
Quasi una grafic novel, quando si adottano sequenze disegnate al
posto delle parole nella prosecuzione del racconto. Anche teatro
delle ombre e chiaroscuri da cinema muto. Stupendo… Vi ricordate de Il cane e la luna dell'anno scorso?
(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, ottobre 2018)
(Nella riunione conclusiva dei lavori
della giuria, sono risultati finalisti: per la narrativa: Le volpi del deserto
di Pierdomenico Baccalario, Mondadori e Bulle da morire
di Emanuela Da Ros, Feltrinelli (per la fascia di età 11-14);
Le avventure di Augusta Snorifass
di Chiara Carminati, illustrazioni di Clementina Mingozzi,
Mondadori, e Davide e il mistero QWERTY
di Stefano Amato, Verbavolant (per la fascia di età 7-10 anni).
Il Premio all'illustratore, intitolato a Emanuele Luzzati è stato
attribuito ad Alice Barberini
per Hamelin - la
città del silenzio (Orecchio
acerbo, editore).
Per altre informazioni si veda il sito web del Premio:
www.gigantedellelanghe.it