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Tutti
a teatro Caro cappellaio matto, Siamo
degli animatori dell'associazione CeSACooP ARTE di Barletta interessati a
svolgere un intervento teatrale nelle classi di quarta e quinta
elementare per il superamento delle paure. Alcuni articoli sono stati
interessanti, intrigante il sito (" Alice nel .." ci ha
sempre sollecitato tanto).Più che vincere le paure, vorremmo sollecitare
i bambini a scoprire il mondo della creatività, che non è la play
station o i cartoni animati giapponesi o una società che li ignora..., ma
forse incitarli ad uscire dal guscio con una buona lettura.
Caro Cappellaio Matto,
Il Teatro della Grande Foresta, scritto e illustrato da Gérard Nicolas, è un vero e proprio omaggio al teatro. Alle sue malìe e alle sue fatiche. Lì, fra quelle pagine, intrecciate fitte fitte alla trama del racconto, passano al lettore le regole e le glorie che scandiscono ogni aspirazione del regista e dell’attore, e ciascun allestimento della scena. La scelta di Nicolas, per rappresentare il suo teatro, cade su Shakespeare, e Sogno di una notte di mezza estate è prestato, a ragion veduta, a una comunità che vive nella grande foresta (animali al posto degli uomini; e si veda la favola, che fa intendere senza chiamare in causa il diretto interessato). La “lezione” dell’autore è lieta, leggera, ma precisa e implicitamente didattica. Si serve di personaggi (la signora Talpa, il signor Volpone, il signor Gracchio) per caratterizzare altri personaggi (la scrittrice, il regista, l’attore), ritraendoli di penna e di pennello. L’effetto è stupefacente. Sembra di averli proprio lì vicino. A cominciare dalla Signora Talpa che, messa al lavoro nella parte di scrittrice e di lettrice delle proprie opere, induce sogni proibiti negli ascoltatori. Per esempio, nel Signor Tasso, che s’immalinconisce e avverte troppo stretti i panni avuti dalla sorte, avendo assaporato la compagnia di eroi che non potrà emulare. E’ da qui, dall’aspirazione del Signor Tasso di essere uno nessuno e centomila, magari accontentandosi di sostituire solo la Signora Gazza o il Signor Rigogolo, per veder come si sta da gazza o da rigogolo, che prende il via il grandioso progetto del teatro nella foresta e la sua avvincente realizzazione. La Signora Talpa concepisce e crea la memorabile opera teatrale, ispirandosi, lei dice, “a un oscuro autore del Cinquecento”. Il Signor Volpone si mobilita, assumendo il ruolo di regista. Così come si dà da fare il Signor Cinghiale, aiutato dal Picchio Rosso per approntare il palco, il Signor Castoro nel preparare le luci, il maestro Usignolo nell’istruire le fate che devono cantare, la Signora Cerva con la Topolina di campagna nell’imbastire i costumi. La parte di Oberon è affidata al Signor Tasso, la Regina delle Fate alla signorina Donnola, il porcospino è Bottom e, via via, i ruoli delle fate, degli elfi, del folletto Puck … sono assunti da alcuni abitanti della foresta, selezionati accuratamente dall’autorevole regista. Ma come il Coniglio calato nella parte non è più il Coniglio, così succede anche agli altri membri della compagnia. L’opera, coperta dal segreto più rigoroso, comincia a prendere forma nel rimbalzo dei testi recitati. Fuori dalla prove però qualcosa è trapelato. Si mormora di “una notte magica in cui le potenze oscure della foresta si impadroniscono della mente di chi vi si avventura”. La metamorfosi richiesta dalla parte interpretata agita i sonni degli artisti, porta trepidazione e affanni. Ma quando il sipario s’apre a festeggiare la notte di mezza estate, lo sgomento d’incanto sparisce. In teatro, quando si è in ballo si balla. Anche se si richiedono varianti da compiersi in corso d’opera. Anche se a entrare nel costume della nottola deve essere il Cinghiale. Il Signor Volpone dice “se vi si presenta un problema andate avanti, vedrete che tutto si risolverà”. E tutto davvero si risolve. Chi ha orecchi da intendere intenda. Caro Fabio, cari animatori della coperativa di Barletta, cara
sognatrice, la lettura di questo libro vi instraderà meglio di un
trattato, ancor più di un manuale. Perché dalle sue pagine traspare
l’aura che illumina il teatro. P.S In aggiunta, per generosità del Cappellaio Matto, una
dritta pratica, un testo già allestito, pronto da recitare. Si tratta di Nessuna
strega di Guido Quarzo. Raccolte nel volumetto, inserito nella collana
“Nuova biblioteca dei ragazzi” delle Nuove Edizioni Romane, si trovano
tre commedie. Nessuna strega, Peppo re, La conferenza del
signor Ambarabà aspirano a una comicità che guarda volentieri al
surreale, coltivando l’ambizione, nella prima di esse, di costruire un
testo teatrale a tutti gli effetti “moderno”. Gérard Nicolas, Il Teatro della Grande Foresta,
traduzione di Maria Vidale, illustrazioni dell’autore, Einaudi Ragazzi
(Lo scaffale d’oro), 2003, p.86.€ 13,00 ISBN 88-7926-435-4 Guido Quarzo, Nessuna strega e altre commedie,
illustrazioni di Pia Valentinis, Nuove Edizioni Romane (Nuova Biblioteca
dei Ragazzi), 2002, p.104, € 8,00 ISBN 88-85990-98-3 |
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