|
.
|
||||
|
Doremì
è stato adottato
Alcuni
genitori si rivolgono alla mia libreria e mi richiedono dei libri per
bambini che spieghino in modo semplice e con molte illustrazioni come sono
stati cercati e voluti attraverso l’adozione anche internazionale. E’
possibile avere dei titoli di libri che possano aiutare genitori adottanti
e bambini adottati a continuare il loro discorso d’amore attraverso i
libri ? La famiglia degli animali è un racconto di Randall Jarrell, poeta americano nato e vissuto nel secolo scorso, pubblicato assieme a un’altra storia che dà titolo al volume, Il pipistrello poeta. E’ un piccolo
capolavoro che invoca la poesia per celebrare le differenze che rendono
vario il mondo. Per esaltarle, il poeta le rende ancor più singolari, e
nella loro singolarità complementari e compatibili, nell’accoglienza e
nell’amore. L’Eden che prospetta Jarrell è un giardino intatto. Il bosco, il mare, la natura, l’uomo. Un unico uomo. Il Cacciatore è solo. Quando dal mare arriva la Sirena, il mondo cambia. E’ un orizzonte, quello nuovo, che annota molte differenze. Lui caccia, mangia carne, parla la sua lingua, cammina (ha le gambe); lei nuota, mangia il pesce del suo mare, gorgoglia parole d’acqua, si sposta faticosamente a terra (ha la coda). Diversi, ma nella diversità determinati ad incontrarsi. L’uno abbandona un po’ la terra, e s’avvicina al mare; l’altra a poco a poco tralascia l’acqua per le meraviglie che trova sulla terra. Però, mentre la Sirena pensa che ogni tempo abbia la sua stagione e ciò che accade in inverno non può accadere in primavera, l’uomo invece, in quell’oggi di paradiso in terra, ha nostalgia di ciò che è stato ieri. Del tempo andato, rimpiange la famiglia, la madre, il padre, sé bambino. E vorrebbe che adesso fosse come allora: lui padre, la Sirena madre, e il bambino che non c’è (e lui è stato) da trovare. Il Cacciatore e la Sirena vanno alla ricerca di un bambino. Il loro primo bambino è l’Orso (cuccioli d’uomo non ce ne sono in giro). L’Orso è goffo, lento, ingordo, e resta così com’è, accolto festosamente nella sua differenza. Poi arriva la Lince. E’ agile, svelta, campione di astuzia e di acrobazie; differente dall’Orso, con l’Orso s’intende; diversa dalla Sirena e dal Cacciatore, con entrambi s’affiata. E infine arriva il Bambino, anche lui differente. Trovato, dopo una notte di tempesta, dalla lince e dall’orso, in una barca rovesciata, accanto a una mamma morta. Il Bambino chiama mamma la sirena, e protende le braccia al Cacciatore. Che gli preparano una storia (lui che non sa di averne), una storia personale nella loro famiglia, accanto a una mamma, un papà, dei fratelli. E’ una assimilazione progressiva quella cui assistiamo, che lascia intatte (perché incuriosiscono, perché piacciono, perché si rivelano preziose) le differenze. Se si dà a questo
racconto poetico veste di metafora, si possono trarre alcune conclusioni,
partendo da due presupposti basilari, qui ben rappresentati dai concetti
di “differenza” e “accoglienza”, che fanno “adozione” a molti
livelli. A quelli familiari, di cui lei, libraia attenta, chiede, e a quelli più universali, che si richiamano a valori religiosi quanto a valori laici. Guardiamoci attorno e constatiamo: nel nostro paese, come nel resto dei paesi che s’avvantaggiano di risorse che altri non hanno, c’è ressa di gente “differente” che bussa e chiede di essere “adottata”. Gli stessi principi che improntano questo discorso si ritrovano in un racconto dedicato ai bambini e ai loro genitori. Doremì è stato adottato s’intitola, e potrebbe essere integrato dalla lettura di Jarrell, fatta da una mamma, da un papà, da chiunque volesse spiegare ciò che significa adottare. Scritto e illustrato da Domitille de Pressensé il racconto è toccato dalla grazia che spesso accompagna l’opera dell’autore unico. Che ha mezzi espressivi potenziati per trasmettere la sua fantasia e il suo messaggio. Saggia, l’autrice sa quanto importante sia parlare d’altri per meglio capir se stessi, e d’accordo con Jarrel che aveva comunque molti altri intenti, si sposta e va lontano. Addirittura nel mondo delle fiabe. Dove è consentito che in una famiglia di draghetti possa trovare posto anche un esserino, Doremì, piccolo, morbido, bianco, del tutto differente da mamma, papà, parenti, amici. Pastelli chiari, delicati, ironici, disegnano i personaggi del mondo in cui è stato portato Doremì, cercato in lungo e in largo e da un capo all’altro, con determinazione. Con Doremì in casa, la felicità è raggiunta. Piccoli quadri a ricostruire l’inizio della storia. Eccolo Doremì nelle istantanee di babbo e mamma, dolce, vezzeggiato, sorridente, in mezzo ai suoi giocattoli, contemplato dai nuovi genitori, draghetti con gli occhi a palla, le squame verdi; il vestitino rosa l’una, i calzoncino azzurro l’altro. Ma il tempo passa e l’idillio non dura. Perché c’è lo specchio e ci sono gli altri, al giardino, alla scuola, per strada. Doremì è diverso e adesso che è più grande lo sa. Con grande acume e attingendo alla propria esperienza, Domitille de Pressensé che è anche mamma adottiva, ripercorre le tappe di difficoltà e dolore che ogni “diverso” conosce. Io non sono uguale a te, mamma e nemmeno a te, papà, come potete amarmi se non sono vostro? E ancora, Gigi, Pippo, qualsiasi compagno anche senza nome, sono lì a guardarmi, per criticarmi, per darmi addosso. La disperazione, la rabbia, la ribellione, l’aggressività, la furia. La prova. I genitori sono messi a verifica, provocati in tutte le occasioni. Doremì è convinto di beccarli nella falla che deve aprirsi, certamente e da qualche parte, nel loro amore. Tutti questi passaggi si esaltano nel testo, si sdrammatizzano nelle indovinate illustrazioni, andando a concludere una storia classica e prevedibile. Dopo la tempesta, non ultimo un vaso di raro pregio fracassato, arriva il sereno. Con l’accettazione, questo il pensiero finale di Doremì: “Non ho bisogno di somigliargli perché mi vogliano bene. Papà e mamma mi amano perché sono io, Doremì, e hanno scelto proprio me!”. Il libretto, pubblicato nella collana “Le storie azzurre” di Motta Junior, apre con una prefazione di Irene Bertuzzi (responsabile settore adozioni internazionali Ai.Bi.-Associazione amici dei bambini), diretta ai genitori e intitolata “Una scelta d’amore che fa tesoro della diversità”; chiude con “Indirizzi utili”, un elenco di enti autorizzati allo svolgimento di pratiche relative all’adozione di minori stranieri in Italia. Le ho fatto un discorso del tipo “parlare a nuora perché suocera intenda”, cara libraia di San Bendetto del Tronto. E lei certamente avrà capito come la penso. Prenderla alla larga, fare leggere molto i genitori, perché poi si mettano il bambino in grembo e leggano e ragionino con lui, su ciò che è successo nella “Famiglia degli animali” di Jarrell; su quello che accade a Doremì. Ma le consiglio vivamente anche queste varianti: veda la storia di Baby; si diletti con la saga dei Mumin. Nell’uno e nell’altra troverà i motivi che conducono alla generosità dell’accoglienza, alla considerazione positiva della diversità. Nelle molte forme in cui si attua un’adozione. Randall Jarrell, La famiglia degli animali in Il pipistrello poeta, Mondadori (“Contemporanea”), 2001, p.142, € 12,39 Domitille de Pressensé, Doremì è stato adottato, Motta Junior (“Le Storie Azzurre”), 2000, p.32, € 8,26 Patricia MacLachlan, Baby, Mondatori (“Contemporanea”), 1995, p.128, € 12,39 Tove Jansson, Il cappello del Gran Bau, Salani (“Gl’Istrici”), 1990, p.160, € 7,20
|
ALICE
NEL PAESE DEI BAMBINI tutti
i diritti riservati |