Dallo stile interattivo di Focus
Junior, rivista mensile e sito Internet, dedicato ai bambini e
ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni, discendono altri prodotti
editoriali.
Il carattere s’imprime anche a questo volume che per spiegare ai
bambini quali sono i loro diritti coinvolge direttamente i
bambini per far dire loro quali pensano siano i loro diritti.
Il diritto alla parola promosso dalla rivista attraverso 20
domande ha avuto più di mille risposte. Per l’esattezza 1329
bambini e ragazzi hanno dichiarato il loro punto di vista, che è
riportato nelle pagine di Focus Junior – I diritti dei
bambini.
Il materiale raccolto, confluito nel
volume, rivela attraverso l’originalità o il conformismo delle
risposte, molti dei condizionamenti che influenzano bambini e
ragazzi a seconda dell’ambiente di provenienza.
Il metodo che si è seguito per ordinarlo passa attraverso tre
grandi capitoli, animati dalla voce spontanea dei bambini,
regolati dai pareri del giurista (“cosa dice la legge”) e dello
psicologo (“cosa dice lo psicologo”), sdrammatizzati dalle
vignette disseminate nelle pagine.
Le venti domande interrogano i bambini su quali pensano
che siano i diritti di azione degli adulti (genitori e
insegnanti) nei loro confronti, quali invece pensano che siano
i loro propri diretti diritti e quali vorrebbero che
fossero altri loro diritti.
Per esempio. Sul diritto allo
schiaffo di genitori e insegnanti, messo in dubbio da molti ma
sostenuto da altri, “no, perchè fa male” lo dicono in 16, mentre
Irene (10 anni) dà un’altra motivazione: “No, capisco anche con
le parole”. Sulla violazione del loro diario, i ragazzi sono
categorici: è un coro di no non si fa, con qualche eccezione,
come del resto sostiene la legge : “Sì ma senza esagerare”,
pronunciandosi allo stesso modo anche sul controllo di movimento
messo in atto dagli adulti nei confronti dei giovani.
Sull’essere presi in giro, gli unici sì sono quelli di Anna
(“sì, se con tenerezza e scherzando”) e di Dario (“Sì, perché li
prendo in giro anch’io”) ma la legge questa volta è categorica e
dice un drastico “No”.
Altro esempio. La risposta, in questo caso, è conseguente
allo stimolo “E io ho il diritto di ...?”.
Mettere l’orecchino o rifare il naso? Fra i sì, la risposta di
Giulia (12 anni): “Sì, perché è bello essere ribelli”; fra i no,
quella di Elena (8 anni): “No perchè sono troppo bella”; in
generale, comunque, al di là della serietà o della
spiritosaggine delle risposte, i ragazzi riconoscono ai genitori
il ruolo della scelta, come sottolinea lo psicologo nella sua
dissertazione.
Ma il territorio esplorato mette in luce anche aspetti
delicatissimi, come il diritto di cambiare religione o il
rifiuto di fare cresima e comunione. Le risposte rivelano un
certo grado di confusione, e non potrebbe essere altrimenti,
visto che “la nostra società da un lato garantisce la libertà di
culto e dall’altra non chiarisce come un ragazzo o un bambino
possa esercitarla” come sottolineano il giurista e lo psicologo,
ma sentiamo anche come si pronuncia Dario (10 anni): “Si
(sottinteso io ho il diritto di...?, ndr), io sono
laico ma mia mamma e mio papà sono stati battezzati quando erano
poppanti e, fino a prova contraria i poppanti non decidono! In
un certo senso, i miei nonni hanno obbligato i miei genitori a
essere credenti e, colmo dei colmi, loro non credono!”.
Quando s’arriva alla terza
sezione, che si organizza attorno a uno stimolo propositivo
(“vorrei avere il diritto di ...”), identificando alcuni
soggetti (“amore, amici, tempo libero, cibo, soldi, animali,
scuola, famiglia, corpo/vestiti ....”), i desideri espressi
spontaneamente dai ragazzi si prestano ad una riflessione
generale sui diritti dei minori, come ben discetta il giurista,
allargando il campo d’indagine, per mettere in luce il dettato
costituzionale e l’interpretazione della giurisprudenza.
Esiste anche una quarta
ripartizione del libro, “Diritti negati”, che raccoglie le
voci di bambini e ragazzi immigrati, racconti di un’odissea di
soprusi e violenze. Ogni storia è accompagnata da un commento
“per saperne di più”, che ha la stessa funzione esplicativa
degli interventi del giurista e dello psicologo pubblicati nelle
altre sezioni.
L’ultima voce di “Diritti negati” è la voce struggente di
Denisa, 5 anni, Pavia, Italia, una piccola Rom: “Ho 5 anni e una
casa tra i topi”. Denisa disegna la casa, come la disegnano
tutti i bambini, col sole nel cielo accanto a una nuvola. Ma in
basso, da un lato, un minaccioso groviglio di rifiuti sembra
prendere la rincorsa e puntare aggressivamente verso la casa;
dall’altro lato, un topo, che potrebbe essere preso per cane
nella rappresentazione di un idillio domestico, è solo un topo
che s’avvicina alla preda. La testimonianza della bambina,
agghiacciante come un film dell’orrore, è stata raccolta nel
2007 da Andrea Minoglio, curatore del volume, con l’aiuto di
Giovanna, Giuliana e altri volontari del Comitato Fuori Luogo.
Nell’ appendice del volume è riportato il testo della
Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo, adottata
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre
1989.
E’ chiaro che il raccordo e
l’utilizzo dei testi che costituiscono le varie sezioni del
volume non può che essere compiuto dagli adulti. A loro, il
compito di trovare le vie più adatte al dialogo con figli e
allievi.
Focus Junior – I diritti dei bambini, a cura di Andrea
Minoglio, Mondadori, 2007, p. 220, € 12,00
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